In questa sezione diamo conto del patrimonio archeologico, artistico, natutalistico e monumentale del nostro territorio. Ci avvarremo, per quanto ci sarà possibile, della collaborazione di studiosi, esperti e cultori appassionati di archeologia, flora, fauna e di quant'altro può interessare i lettori. E poiché repetita iuvant, rinnoviamo l'invito agli internauti a collaborare con scritti, segnalazioni, fotografie, bozzetti, proposte e critiche inerenti agli argomenti che saranno trattati.

Intanto diciamo subito che, adagiato su una sella naturale, a cavallo fra Su Monte ‘e cheja e Codina Rasa, Chiaramonti si raccomanda per il panorama vasto e vario che offre al visitatore e a chi ha la fortuna di abitarci. L’occhio può spaziare a 360 gradi e ammirare la meravigliosa linea dell’orizzonte disegnata dai contrafforti del Limbara, dalle guglie rossastre di Monti Ruju, dalle cime corse e dalle dolci colline anglonesi. Una meraviglia! Specie all’ora del tramonto.

Il centro storico, un intrico di carruggi che corrono talvolta paralleli, talaltra intersecandosi, è anco-ra un’oasi di pace, dove poche autovetture transitano con qualche affanno. La gente che ci vive gode ancora il privilegio di partecipare a momenti di socializzazione sempre più rari, sedendo sulla porta di casa a godere i primi tepori del sole primaverile o il ristoro delle brezze serali estive.

I ruderi del castello dei Doria (XIII secolo) vigilano ancora sull’ampia vallata anglonese che, dipartendosi dal canalone appena sotto Nulvi, si allarga sotto Martis e Laerru per aprirsi definitivamente a Perfugas.

L’agro è disseminato di chiesette campestri suggestive, di splendidi nuraghi, resti di antiche fortificazioni, dolmen e domos de janas. Ma anche di boschi secolari e corsi d’acqua che producono cascatelle e scorci panoramici incantevoli. Se poi mettiamo nel conto tutto ciò che può gratificare i palati più raffinati... ebbene dovete proprio venirci e vedere di persona.

Provare per credere!