Sono tanti i nostri compaesani che vivono fuori. Alcuni per brevi periodi legati a situazioni contingenti; altri, invece, stabilmente. Talvolta per libera scelta, talaltra perché costretti a cercarvi lavoro. Un calcolo approssimativo li porta a superare il migliaio.
Ebbene, a costoro abbiamo deciso di dedicare uno spazio apposito. E cioè la categoria “Chiaramontesi lontani”, all’interno della sezione “Chiaramonti notizie”.
L’idea di fondo è quella di conoscere meglio la vita che i nostri emigrati conducono e le esperienze che maturano. In altri comuni italiani o all’estero poco importa. È essenziale che essi, se lo vorranno, possano renderci partecipi delle loro attività, dei rapporti che intercorrono con le città che li ospitano e con le rispettive comunità locali.
Ma è pure interessante sapere il genere di lavoro che svolgono, gli sviluppi di carriera, le iniziative intraprese, i successi conseguiti e, perché no?, le delusioni immancabili, le difficoltà patite nel doversi inserire in ambienti estranei e talvolta ostili. Costretti a imparare lingue nuove, anche ostiche per noi che ne parliamo una di matrice neolatina; a convivere con culture e pratiche religiose diverse dalle nostre.
Ci risulta che, a fronte della massa più spesso rassegnata degli emigrati di prima generazione, stanno coloro che, avendo lasciato Chiaramonti successivamente agli anni Sessanta del Novecento, hanno combattuto non poco per tenere alta la testa e farsi strada. A dispetto delle pur comprensibili resistenze opposte dalla popolazione indigena. Non dimentichiamo che gli emigrati degli anni Cinquanta, in Olanda, subivano l’onta di vedersi respinti da tanti locali pubblici. Che ne vietavano “l’ingresso agli italiani e ai cani”!
Col passare del tempo c’è stato un salto di qualità. Giovani chiaramontesi ora mettono a disposizione di altri Paesi, non soltanto la forza dei muscoli, ma anche abilità intellettuali e professionali. Alcuni nostri compaesani operano all’estero con qualifiche dirigenziali, ricoprendo incarichi di responsabilità. Altri sono titolari d’imprese artigiane; o gestiscono uffici turistici e ristoranti, collaborano a riviste letterarie, si occupano con successo di cinema e di spettacolo. Qualcuno si è dato pure alla politica, conquistando il seggio di consigliere comunale di una città belga importante.
Ecco perché rivolgiamo a tutti i chiaramontesi che vivono fuori l’invito a contattarci; per farci sapere se accettano di collaborare con noi. Magari inviandoci autonomamente corrispondenze periodiche, come taluni già fanno; oppure lasciandosi intervistare. Per quanto ci riguarda, saremo felici di ospitare quanti avranno piacere di accogliere la nostra proposta.
Al riguardo abbiamo avviato un censimento dei “Chiaramontesi lontani”. Ma, non disponendo del recapito di tutti, attendiamo di essere contattati da loro. Sempre che siano interessati al nostro progetto.
A presto, dunque!
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La vostra è un’ottima idea e di sicuro tutta la comunità e quanti si collegheranno al Vostro sito troveranno di estrema utilità la Vostra iniziativa.
Non so se Carlo e suo figlio Vladimiro siano consapevoli dell’enormità di lavoro, che una tale libera iniziativa implica, è come se avessi un quadro davanti a me, il lavoro che a loro si presenterà non sarà affatto semplice e soltanto chi è munito di buona volontà e pazienza può reggere il timone...
Ci tengo a specificarlo, sarò anch’io beneficiaria di questa impresa... che non è la solita. Si parla esclusivamente dei membri della nostra comunità che vivono fuori.
Non nascondo di essere curiosa di sapere come e dove vivono le tante persone, mie coetanee, con le quali ho condiviso momenti belli della prima giovinezza. Chi, come me, si affacciava alla vita e viveva quell’era come un sogno, con la convinzione che questo modus vivendi durasse in eterno, fosse come un’era senza fine, ma si sbagliava.
L’inversione di rotta, all’inizio non decisamente volontaria, ha fatto in modo che ci trovassimo, chi per una ragione, chi per un’altra, ad abbandonare gli amici per un futuro a noi ignoto, ma che i nostri genitori sognavano migliore per noi. Nel mio caso, però, capii ben presto che questo distacco, seppur doloroso all’inzio, avrebbe giovato, in futuro, a mio favore. Capii anche che la vita è una cosa seria e che non andava presa sul serio... Pablo Neruda nella sua bellissima poesia dal titolo “Lentamente” ci dice qualcosa.
Spero davvero che i Chiaramontesi lontani che conoscevo e dei quali serbo un ricordo bellissimo ci diano la possibilità di farci leggere qualcosa di bello.
Voglio anche tranquillizzare Carlo dicendogli che non mi passa per la mente di scambiare il suo sito per “Chi l’ha Visto”... tel. 06 6282..
Ringrazio Carlo e Vladimiro e auguro a tutti un felice week-end.
L. Nanda Scanu-Roma
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Grazie. Speriamo bene. A presto, dunque! c.p.
Umberto, da poco trentacinquenne, omonimo di suo zio di chiaramontese residenza, ha frequentato dall'età di 3 anni una scuola cattolica, come pure Mariangela, 30 anni (appo pesadu sa chi mi ada dadu sa vida). L'hanno frequentata con ottimo profitto fino al diploma del liceo scientifico, poi l'università. Per far breve, da 11 anni é un funzionario del Ministero Federale Belga dell'Economia.
Mariangela é una delle più strette collaboratrici del Segretario comunale e del Sindaco della città di Mons, da ormai 8 anni, con una parentesi di tre anni, durant i quali ha vissuto a Città del Messico, dove ha anche insegnato il francese in istituti privati. Oggi parla e scrive correttamente lo spagnolo, oltre al franceese e l'italiano. Ha ottime conoscenze in inglese e in fiammingo.
Entrambi conservano gelosamente la cittadinanza italiana, sono membri del circolo SU NURAGHE e pedine importanti del Gruppo folk SU NURAGHE. Sono ottimamente integrati qui, ma visceralmente legati alle loro origini sarde.
Umberto convive da molti anni con una barbaricina di Seulo e non mi ha ancora dato la gioia di essere giaiu. E neanche mia figlia. D'altronde, Se abitassero a Chiaramonti, non contribuirebbero al raddrizzamento demografico del nostro paese!
Spero di non aver annoiato troppo i nostri amici. Nonostante le vicissitudini della nostra povera e breve sistenza, i figli restano un baluardo forte, per il quale vale la pena di esistere.
Saludos a tottu ois, zaramontesos e zaramontesas, ue si siada chi che siedas.
Ottavio SODDU Mons Belgio