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Giorgio Falchi su burocrazia e parlamentarismo |
Sabato 27 Dicembre 2008 14:08 |
di Giorgio Falchi (1843-1922) Riportiamo due riflessioni di Giorgio Falchi su burocrazia statale e parlamentarismo. Il Falchi ne scriveva in un periodo a cavallo fra il 1800 e il 1900. Ma per l’attualità che dette considerazioni conservano, tali note sembrano vergate stamani. Ciò va a merito dello stesso Falchi, uomo d’ingegno acuto e d’intelligenza vivace, profondo conoscitore dei molti vizi e delle rare virtù degli uomini preposti al governo della cosa pubblica. Presumiamo che egli, oggi, scriverebbe le stesse cose, avuto riguardo alla pochezza che, fatte le debite e lodevoli eccezioni, manifestano i reggitori del governo e delle sorti del nostro Paese. A livello centrale e locale. La burocrazia Casta privilegiata, composta nel maggior numero da individui di scarso sapere, trascurati nell'adempimento dei propri doveri, non sempre onesti e spesso reluttanti ad accogliere benevolmente le istanze fatte dagli amministrati. Sennonché fra la miriade di costoro, sebbene "rari nantes in gurgite vasto", non dovranno essere compresi i funzionari intelligenti, forniti d'istruzione, integri e portati a conciliare gl'interessi dello Stato con quelli dei privati. Ma disgraziatamente tocca quasi sempre a costoro di non essere dovutamente apprezzati dai superiori, di essere ritardati nelle promozioni e malamente rimunerati di loro fatiche; e quel ch'è peggio trasferiti nelle peggiori residenze del regno onde avere o dare il posto ai soliti favoriti, o raccomandati dai deputati. Né a tali distinti funzionari è riservata la meritata riconoscenza delle popolazioni; solite essendo di attribuire ai capi ufficio, veri parassiti del bilancio dello Stato, il frutto dell'operosità dei loro dipendenti. Il parlamentarismo Oggidì il vocabolo parlamentarismo è sinonimo di affarismo; giacché i deputati, al rappresentare degnamente la nazione col tutelarne i diritti e promuoverne gl'interessi dei ministri per far parte di lucrose missioni e di ottenere illeciti favori. E di farla da sensali ai grandi elettori, onde poter di nuovo ottenere il loro appoggio nell'epoca delle elezioni. Né molti degli onorevoli, perché gratificati con rigali, si astengono dall'adoperarsi in favore dei desiderosi di onorificenze, dei condannati per ottenere riduzioni o per lo meno commutazioni di pena, dei postulanti licenze governative e di quanti reputano dovere di ogni deputato di farla da sensale agli elettori. Dopo tale affarismo non dovrà quindi meravigliare se i deputati oggidì riescono a far ottenere un impiego agl'incapaci, appalti di opere pubbliche agl'imprenditori disonesti, traslochi d'impiegati in residenze desiderate, e condoni di multe, riduzioni di spese e quanto nel proprio e nell'altrui interesse viene desiderato. Nel maggior numero dei cittadini avrà diritto a lamentarsi di un tale stato di cose, avendovi dato causa dando il voto a persone indegne, in seguito alle sollecitazioni degl'incettatori di suffragi. Così pure menomando la dignità del deputato col quasi costringerlo a compiere atti disonesti ed oltremodo disdicenti, onde poter riuscire a render soddisfatti gli smodati desideri dei soliti ambiziosi. |
Ultimo aggiornamento Domenica 06 Settembre 2009 17:50 |