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Bainzu Truddaju: S'ottava bella |
Lunedì 15 Ottobre 2007 09:17 |
Nel salone del municipio di Ozieri ha avuto luogo, nel quadro del Cabidanni a Otieri, il IX Concorso di Poesia sarda in rima a tema obbligato, detto S'Ottava bella. Ai partecipanti erano concesse due ore di tempo per lo svolgimento del tema proposto. La giuria, composta dal presidente Agostino Pirastru e dai membri dott. Francesco Amadu, dott. Gavino Camboni, dott. Tullio Masala, Gavino Oggiano e Tonino Ledda segretario, ha assegnato il seguente tema: Su Poeta, intendendo con esso di riferirsi alla figura del poeta estemporaneo. Esaminate e vagliate le composizioni presentate, la giuria ha deliberato di assegnare i premi nel modo seguente: 1) premio, Medaglia d'oro e diploma, al poeta Gavino Truddaju di Chiaramonti; 2) premio, Medaglia d'argento e diploma al poeta Antonio Canu di Oliena; 3) premio ex aequo, Medaglia di bronzo e diploma, ai poeti Salvatore Bertulu di Ozieri e Giovanni Maria Canalis di Pattada. I poeti concorrenti erano una ventina, convenuti da vari centri dell'isola: Benetutti, Bono, Chiaramonti, Nuoro, Oliena, Oschiri, Pattada, Sassari e Tula. La consegna ufficiale dei premi avverrà prossimamente, nel corso della cerimonia di premiazione dei vincitori del XVI Premio Città di Ozieri. L’ottava del poeta chiaramontese Bainzu Truddaju, che ha vinto il primo premio: Cand'in sos palcos ti nde pesas reu pro nodare in sa dea Poesia, chircas cun sa lezera fantasia immagines de santos e de Deu. Sos pobulos t'iscultan cun recreu e ti carignan cun mirada ia; e cando pro cantare abberis laras, paren cosas de Chelu sas chi naras. Da: La Nuova Sardegna, settembre 1973 |
Ultimo aggiornamento Martedì 23 Dicembre 2008 23:10 |
Commenti (2)
Ricordo benissimo il successo conseguito da tiu 'Ainzu Truddaju a Ozieri. Io, per l'occasione, gli inviai una lettera di congratulazioni scritta in sardo e lui mi rispose con una bellissima terzina.
“Cantos amigos caros m'ana iscritu
pro su sutzessu de s'otava bella
chi su coro de gioja m'an trafitu.
.
S'iscritu tou no est bagatella,
mèritat pro risposta unu fiore
de s'antigu cantore de Gisella”.
Così recitano i primi sei versi della terzina che mi inviò e che io conservo gelosamente tra i miei ricordi più cari.
Voglio raccontare un aneddoto simpatico, legato all'avvenimento ed alla premiazione di quell'ottava. Quando La Nuova Sardegna, nella sua famosa terza pagina, pubblicò l'articolo e il testo della poesia, tiu 'Ainzu si accorse che, invece di “nadare in sa dea poesia”, c'era scritto “nodare in sa dea poesia”.
La giuria, interpretando male la grafia del nostro poeta, prese una A per una O, commettendo un errore che tiu 'Ainzu avvallò molto volentieri. Il compianto Tonino Ledda, infatti, nel commentare l'ottava al momento della premiazione, si soffermò sulla bellezza del verbo “nodare”, tradotto come “eccellere” “spaziare” ecc.
Tiu 'Ainzu, subito dopo la consegna del premio, fu invitato a cantare l'ottava e si guardò bene dal pronunciare “nadare”. Disse esplicitamente e chiaramente “nodare”, visti i commenti di una voce autorevole come era appunto quella di Tonino Ledda, allora segretario del Premio Città di Ozieri.
Non fece come Eugenio Montale, il quale, prendendo la parola per ringraziare un critico letterario francese che aveva commentato una sua poesia, disse queste testuali parole: “Ringrazio il professor XX, che in questa mia poesia ha visto missili e aerei a reazione, dove io ho voluto intendere semplicemente vespe e mosconi”. Comunque, il termine “nodare”, anche nel senso di mettere insieme i versi (E. Espa), cercare (Wagner), annodare (Spano) ecc, in sardo esiste ed è stato utilizzato da moltissimi scrittori, ma sempre in modo transitivo. Ciò che piacque alla giuria, fu l'uso indiretto del verbo. Non “nodare sa dea poesia, ma nodare IN sa dea poesia.
L'ottava, comunque, fu scritta in due minuti e resta bellissima anche se diciamo “nadare in sa dea poesia”.
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Posso aggiungere che, essendo all'epoca (1973) sindaco di Chiaramonti, inviai a tiu 'Ainzu una lettera di congratulazioni a nome della Comunità. Nella circostanza, ricevendo i suoi ringraziamenti espressimi a voce, mi permisi di declamare in sua presenza s'ottava bella vincitrice così come l'avevo appresa; e cioè dicendo "nadare". Al che l'autore, cortesemente ma autorevolmente, mi corresse, invitandomi a dire "nodare", termine a suo giudizio più appropriato e, se mi è permesso, per me più profondo. I coristi "Sos Apostulos" confermano la scelta operata a favore del verbo "nadare", sostenendo di averne avuto conferma dai familiari di tiu 'Ainzu. Il che è vero. La figlia Peppa, con la quale ho parlato qualche giorno fa, mi ha ribadito come corretta la versione "nadare". Ma, dopo le mie argomentazioni al riguardo, qualche dubbio è venuto anche a lei. Pertanto si è ripromessa di approfondire la questione. Per quanto concerne questo sito, nel pubblicare quell'ottava abbiamo scelto la versione "nodare", per le ragioni esposte. La conferma di Tore, autorevole e gradita, ci conforta non poco al riguardo. E, se è vero che i morti continuano a vederci, siamo certi che tiu 'Ainzu ne sarà felice. (c.p.)