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Cari pini monumentali addio! PDF Stampa E-mail
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Venerdì 16 Novembre 2018 12:49

Abbattute, perché ritenute pericolose per l’incolumità pubblica, due piante quasi secolari del giardino pubblico – Perché non rendere pubblica la relazione tecnica e il dispositivo del provvedimento adottato dal Comune?

di Carlo Patatu

È fatta. I due pini storici residuali del nostro giardino pubblico non ci sono più. Sono stati abbattuti nel volgere di pochi giorni con l’ausilio di una sega a motore, una gru con cestello, una ruspa e un camion. Entrambi, quest’ultimi, di dimensioni considerevoli.

Rami, fronde e tronchi, ridotti ai minimi termini, sono stati portati chissà dove. In parte a discarica; per il resto, forse, saranno utilizzati, in qualche modo. All’attivismo di coloro che, per mandato del Comune, hanno condotto a termine l’operazione, hanno fatto da cornice pochi curiosi. Che non mancavano di commentare in vario modo quanto accadeva in quel bel fazzoletto verde di piazza Repubblica. C’è da aggiungere, al riguardo, che l’intervento demolitorio è stato eseguito nel rispetto delle norme di sicurezza, ma non di quelle del decoro: la pavimentazione del giardino risulta imbrattata da vistose e indelebili macchie di olio minerale.

Tutto normale, quindi.

Con i due pini residui se ne va un po’ della nostra storia. Quelle piante le abbiamo viste da sempre in quel sito. Esse ci hanno regalato ombra e ristoro. Hanno assistito, discrete, ai giochi di alcune generazioni di bambini e alle prime effusioni amorose di tanti adolescenti. Hanno affievolito la prepotenza sfacciata di Maestrale e Tramontana; ma anche di Scirocco. In breve, facevano parte del paesaggio, de su connotu. Anche per questo mi mancheranno. Ci mancheranno.

Resta il cruccio, per chi come me è avanti negli anni, di doversi abituare alla scomparsa di quelle piante, che troneggiavano da sempre nell’angolo più frequentato del giardino, testimoni silenziose della memoria di altrettanti compaesani caduti in guerra. Dei quali, e me ne vergogno un po’, non ricordo più i nomi. Spero che qualcuno abbia la pazienza di fare una ricerca nell’archivio comunale per ricostruire l’attribuzione di quei nomi a ciascun albero messo a dimora all’epoca della realizzazione del Parco della Rimembranza, quasi un secolo fa. Ma l’uomo, si sa, ha capacità notevoli di adattamento. Me ne farò una ragione. Ce ne faremo una ragione.

D’altra parte, se tecnici competenti hanno messo nero su bianco che quelle piante, oltre che di memorie, erano pure portatrici di pericoli incombenti, l’amministrazione comunale non poteva (non doveva) fare a meno d’intervenire. Anche drasticamente. Anche contro il parere di chi, come me, non vede di buon occhio l’abbattimento di alberi. Monumentali e no. E poiché io, in materia, sono del tutto ignorante, devo doverosamente rimettermi al giudizio di chi se ne intende. Pur con dispiacere.

Per concludere, mi resta da chiedere perché mai la relazione tecnica che ha motivato la eliminazione dei pini storici in questione non sia stata resa pubblica. Mi piacerebbe conoscere nome e cognome, oltre che le qualifiche professionali, di chi ha sottoscritto la dichiarazione dello stato di pericolosità di quelle piante. Ho fatto una ricerca sul sito del Comune (albo pretorio, determinazioni e delibere); ma non ho trovato alcun atto ufficiale inerente all’intervento appena concluso nel giardino pubblico. Né sulla piantumazione di nuove essenze in sostituzione dei pini monumentali abbattuti.

Senza chiamare in causa il fatto che detta pubblicazione rappresenta un atto dovuto, mi auguro che chi di dovere provveda a pubblicare il provvedimento che ha disposto la eliminazione dei pini citati, accompagnato dalla relazione tecnica e dai pareri scritti eventualmente richiesti ai tecnici competenti in materia. Così ci metteremo tutti il cuore in pace.

Aspetto fiducioso e ringrazio in anticipo.

 

 

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