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Tre cori anglonesi a Sedini nel ricordo di Manlio Brigaglia PDF Stampa E-mail
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Giovedì 31 Maggio 2018 18:40

Lo spettacolo, promosso dal Lions Club Castelsardo e presentato da Tore Patatu, ha affascinato gli spettatori, che hanno gratificato i coristi con applausi scroscianti e prolungati

di Carlo Patatu

È stata una serata ricca di emozioni quella di domenica sera. A Sedini e presso la bella chiesa di Sant’Andrea, tre cori anglonesi hanno cantato per ricordare il prof. Manlio Brigalia, socio onorario del Lions Club Castelsardo, promotore dell’evento.

Subito dopo i saluti di rito, porti da presidente del club Bruno Puggioni e dal parroco don Luciano, Brigaglia è stato ricordato con accento commosso dal lions Andrea Corso, che fu suo alunno ai tempi del liceo. All’Azuni di Sassari. Ne ha disegnato la figura di docente preparato, capace e dotato di grande umanità, di cultura profonda e poliedrico nella sua attività di studioso, storico, divulgatore e giornalista.

Con la manifestazione Voci divine nel tempio di Dio, giunta alla sua terza edizione, i lions intendono valorizzare il ricco patrimonio de canti sacri che vanta la nostra Sardegna. Ed ecco che, in ciascuna edizione, si confrontano più formazioni coristiche provenienti da varie parti dell’Isola, testimoni della eredità culturale costituita dalle diverse melodie, declinate in tanti modi che appaiono sovente sempre uguali ma sempre diversi.

A Sedini Salvatore Patatu, curatore e presentatore dello spettacolo, stavolta ha scelto tre cori provenienti da una medesima regione: l’Anglona. Che, seppure modesta nella propria dimensione geografica, ha espresso in passato ed esprime ancora oggi voci che hanno fatto (fanno) la storia del canto sardo. In questa edizione, il curatore ha voluto inserire gli stessi canti (il Miserere e lo Stabat Mater, per esempio) nel programma di tutti e tre i cori, per rimarcare le diversità esecutive poste in essere dalle tre compagini, appartenenti a paesi peraltro vicini, ma differenti per lingua e tradizioni.

I tre cori.

Sa Cunfraria Santa Rughe di Bulzi. Questo centro di poche centinaia di abitanti da sempre ci ha regalato voci indimenticabili del canto sardo. A Sedini ha presentato un cuncordu a quattro voci (boghe, basciu, contra e falzittu) di rara coesione e di grande spessore musicale. La fusione delle voci creava quello che, in Gallura, chiamano l’effetto organo. E, quando l’accordo è totale, spunta, come d’incanto, una quinta voce, la quintina, che di fatto non c’è; ma si sente. Una esecuzione avvincente che gli spettatori hanno applaudito a lungo e con entusiasmo.

La Confraternita Santa Croce di Castelsardo, protagonista delle tre processioni che si svolgono in occasione del Lunissanti, vanta una storia secolare documentata che affonda le radici nel Seicento; ma probabilmente in epoca pure antecedente. Del che i confratelli vanno ben fieri. Coi loro canti antichi essi partecipano a tutti i funerali della cittadina. Pertanto sono presenti in numerose circostanze, nel corso dell’anno sociale, governato autorevolmente dal priore di turno. A Sedini anch’essi hanno eseguito i canti tristi della Settimana Santa, facendo riecheggiare nelle volte della parrocchiale sedinese melodie che rimandano a un tempo passato, ormai scomparso, e che suscitano nell’ascoltatore fantasticherie dal vago sapore verghiano. La risposta dei presenti è stata conseguente, col tributo di applausi scroscianti e prolungati.

Infine Su Coro de Nulvi, magistralmente diretto dal maestro Fabrizio Mangatia. Questa formazione coristica ha festeggiato di recente il ventesimo anno di attività. Presieduta autorevolmente da Gavino Senes, va bruciando le tappe per collocarsi nell’Olimpo delle compagini similari. Il coro conta alcune voci soliste di raro pregio. Richiesti da più parti, i nulvesi non si risparmiano e volano un po’ dappertutto, in Italia e all’estero. Una decina di giorni fa, rientrando da Monza, hanno improvvisato un mini concerto nella sala partenze dell’aeroporto Orio al Serio di Bergamo. Figuratevi lo stupore dei presenti, che gli hanno fatto subito corona ascoltando estasiati quei canti così particolari, di certo non usuali in un’aerostazione. La magia si è ripetuta a Sedini. Anch’essi, come i bulzesi e i castellanesi, hanno eseguito i canti sacri de sa Chida Santa de Nulvi. Affascinati, incantati e quasi in delirio, gli spettatori hanno tributato applausi a non finire.

Due sorprese finali: il priore della confraternita di Castelsardo ha richiesto l’esecuzione, fuori programma, di Non poto reposare, che i colleghi nulvesi avevano eseguito in aeroporto e il cui filmato tanto successo va riscuotendo nella rete. Dopo di che, lo stesso coro ha chiuso la serata dedicando a Manlio Brigaglia e a Paolo Pillonca (entrambi scomparsi di recente) la canzone A un’amigu, scritta da Gavino Senes e musicata da Sauro Piana. Emozioni al massimo livello e applausi fragorosi.

Mi sia consentita una nota conclusiva, probabilmente un po’ fuori luogo, dato il mio legame parentale col curatore della rassegna. Tore Patatu è mio fratello. Il che non m’impedisce di sottolinearne la bravura, la preparazione nel campo linguistico ed etno-musicale della Sardegna, ma anche le doti di affabulatore straordinario che tutti gli riconoscono. Bravo Tore!

Prima di sciogliere l’adunanza, il presidente Puggioni e il cerimoniere Antonio Portas hanno consegnato ai cori, al parroco e al presentatore una targa ricordo, non mancando di sottolineare che gli stessi hanno partecipato alla manifestazione a titolo gratuito. Grazie anche a loro.

 

Le foto sono di Mauro Tedde, che ringraziamo.

 

Ultimo aggiornamento Domenica 10 Maggio 2020 17:59
 

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