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Chi era Giorgio Falchi? – parte IV PDF Stampa E-mail
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Giovedì 08 Settembre 2016 11:53

Un cronista d’eccezione che racconta fatti e fattarelli accaduti a Chiaramonti, e non solo, negli anni a cavallo fra l’800 e il ‘900

di Carlo Patatu

Poco si sa dell’infanzia e dell’adolescenza del nostro personaggio.

Possiamo intuire che, così come accadeva ai bambini di buona famiglia, egli abbia frequentato con regolarità, e di sicuro con profitto eccellente, la scuola elementare funzionante nel paese e introdotta dalla Legge Boncompagni nel 1848. Una scuola senza dubbio diversa da quella che conosciamo. Con pluriclassi affollate e distinte in maschili e femminili. Maestri occhialuti e severi. Aule ricavate in locali sempre inadeguati e privi di un qualsiasi servizio o comfort. I faldoni dell’archivio comunale conservano molte lettere di sollecito e di protesta rivolte ai sindaci di turno dai maestri elementari di quel tempo.

Quegli educatori erano costretti a operare in ambienti “…umidi, privi delle necessarie vetriate sulle porte, nocivi alla salute del maestro e degli scolari, non adattabili a scuola serale perché situati all’estremità del paese…”[1] e privi di sussidi didattici quali “pallottolieri, frazionieri, carte geografiche, tabelle e figure della storia naturale”[2]. Un bidello improbabile provvedeva a farci le pulizie a scansione quindicinale! Il dott. Francesco Maria Cossiga, maestro e medico, non mancò di subissare di proteste il sindaco, sottolineando il disagio cui andavano incontro, specie nella stagione invernale, “...i teneri fanciulli”. (...) “La seggiola dell’insegnante è ammuffita – protestava quel maestro - ... gli arredi sono in pessimo stato...”; e se gli amministratori “...si recheranno a visitare il locale della scuola (...) arrossiranno dall’indecenza…”. Concludendo, quell’insegnante battagliero ricordava al capo dell’amministrazione che “...il benessere sociale in tutti i tempi reclama istruzione! istruzione! istruzione!”[3].

Ma la scuola non era allora in cima ai pensieri degli amministratori. Come oggi, del resto; e non soltanto a Chiaramonti. Tant’è che il maestro-medico Cossiga, constatato che “...le invetriate alle porte, sollecitate con tre lettere, non sono state messe come se arrivassero da Marsiglia o dall’America...”, aveva deciso di sospendere le lezioni a tempo indeterminato. Ciò accadeva nella primavera del 1864[4].

Sarà proprio Giorgio Falchi, successivamente e nella sua veste di amministratore comunale, a sostenere in consiglio l’approvazione di un progetto[5] che, redatto inizialmente dall’ingegnere Giuseppe Pasquali, fu portato a termine dall’ingegnere Domenico Cordella[6] e prevedeva la costruzione, nell’attuale via Vittorio Emanuele II, di un caseggiato con due aule scolastiche al piano terreno (rispettivamente per le sezioni maschile e femminile), collocando al piano superiore la casa comunale[7]. Ma, anche in questo caso, si trattava di stanze in parte seminterrate, umide e non proprio adeguate a ospitare “...settanta o ottanta fanciulli, molti dei quali senza educazione di sorta, o mancanti, per povertà, di libri e di carta (...) tutti mezzo asfissiati dall’aria di locali non bastevoli all’uopo”[8].

Per molti decenni ancora i “teneri fanciulli”, compreso chi scrive, dovranno accontentarsi di imparare a leggere, scrivere e far di conto in magazzini umidi e male illuminati, privi di servizi igienici e di riscaldamento, sovente disseminati in varie parti del paese. Si dovrà aspettare il 1. Ottobre 1960 per inaugurare le lezioni in un caseggiato scolastico finalmente degno di questo nome, dotato di riscaldamento, di bagni con acqua corrente, di arredi adeguati e di bidelli incaricati a tempo pieno[9].

IV – continua


Cfr. CARLO PATATU, Chiaramonti – Le cronache di Giorgio Falchi, Un cronista d’eccezione. Giorgio Falchi, ed. Studium, adp, Sassari 2004, pagg. 59-83.



[1] E’ evidente la preoccupazione di un docente che sapeva quanto fosse poco consigliabile circolare di notte, al buio e per le strade deserte di Chiaramonti...

[2] Cfr. GIOVANNI CARMELO MARRAS, La scuola elementare a Chiaramonti dal 1904 al 1915: edilizia, maestri, alunni. L’istruzione primaria dal 1869/70 al 1911/12 negli archivi del Comune e della Scuola Elementare. Tesi di laurea. Università degli Studi di Sassari, Facoltà di Magistero, a.a. 1994/95: lettera al sindaco di Chiaramonti del soprintendente alle scuole elementari dott. Domenico Quadu in data 05.05.1878.

[3] Cfr. GIOVANNI CARMELO MARRAS, La scuola elementare a Chiaramonti dal 1904 al 1915: edilizia, maestri, alunni. L’istruzione primaria dal 1869/70 al 1911/12 negli archivi del Comune e della Scuola Elementare. Tesi di laurea. Università degli Studi di Sassari, Facoltà di Magistero, a.a. 1994/95: lettera al sindaco di Chiaramonti del soprintendente alle scuole elementari dott. Domenico Quadu in data 05.05.1878.

[4] Cfr. GIOVANNI CARMELO MARRAS, La scuola elementare a Chiaramonti dal 1904 al 1915: edilizia, maestri, alunni. L’istruzione primaria dal 1869/70 al 1911/12 negli archivi del Comune e della Scuola Elementare. Tesi di laurea. Università degli Studi di Sassari, Facoltà di Magistero, a.a. 1994/95: lettera al sindaco di Chiaramonti del soprintendente alle scuole elementari dott. Domenico Quadu in data 05.05.1878.

[5] Cfr. Archvio storico del Comune di Chiaramonti, deliberazioni n. 66-67/1866 e n. 21/1875.

[6] Autore anche del progetto della chiesa parrocchiale consacrata nel 1888.

[7] V. infra: 1917 – Scomparsa dell’ingegnere Domenico Cordella.

[8] Cfr. GIOVANNI CARMELO MARRAS, La scuola elementare a Chiaramonti dal 1904 al 1915: edilizia, maestri, alunni. L’istruzione primaria dal 1869/70 al 1911/12 negli archivi del Comune e della Scuola Elementare. Tesi di laurea. Università degli Studi di Sassari, Facoltà di Magistero, a.a. 1994/95: lettera al sindaco di Chiaramonti del soprintendente alle scuole elementari dott. Domenico Quadu in data 05.05.1878.

[9] L’opera, ideata dalla giunta Madau, fu avviata dall’amministrazione Fumera e portata a termine dai sindaci Brandano e Casu.

Ultimo aggiornamento Giovedì 08 Settembre 2016 12:00
 

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