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Pasca de Nadale PDF Stampa E-mail
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Mercoledì 30 Dicembre 2015 12:19

di Riccardo Giuseppe Mereu

Nato a Carbonia nel 1971, finiti  gli studi universitari a Cagliari, dove mi sono laureato in Giurisprudenza, sono venuto a stare a Pavia per seguire un Master Universitario in editoria presso il Collegio Santa Caterina da Siena.

Lo scorso 14 dicembre, all’interno di una lettura di poesie sul Natale e sulla pace che ha coinvolto gli ospiti della Residenza Universitaria Biomedica, dove al momento risiedo, ho letto una mia poesia dal titolo Pasca de Nadale.

L’ho scritta in limba, utilizzando vocaboli delle principali varianti, e l’ho tradotta in inglese e in italiano.

 

Testo in sardo


Aici si tzerrianta

sa Festa de su Deus,

est nasciu pitzinneddu

propriu cumenti seus.

Cumenti est nasciu, poi,

in prena pobertadi,

paridi propriu innoi,

su tempu d’oi: terribili!

Sa zenti d’ogna logu,

no propriu po scialai,

est benia in umiltade,

po Re pipiu adorai.

Po lughere sa vida,

po nosus aggiudai,

est’ora tui t’ischida,

se fatzu Re incravai.

Dae custu linnu iscannu

anc’oi su Re ci castia:

talastima, taddannu

éssiri patimentu!

De totta sa furiesa

ca faghe s’amarguras

debimus affranchiri

su mundu po creaturas.

Narami tui, chi bai

in su logu a pregai:

po nudda o po accattai

sa fortza de sa Paxi?

No faghe sos miraculos

sa cresia, sa meschita

e sinagoga puru,

o templu calincunu.

Scetti unu coru apertu

e diaderus sintzeru.

Frades et Sorres, in su mundu seus,

s’Umanidade fitz’e nostru Deus.

Casinunca, cumenti nemus seus.

(Casinunca, narami tui chi seus).

 

Traduzione in italiano


Così è chiamata

la Festa del Signore;

è nato bambino

proprio come noi.

Com’è nato, poi,

in povertà assoluta,

sembra quasi qua,

al tempo d’oggi: terribile!

La gente da ogni dove,

non certo per divertirsi,

venne in umiltà

per adorare il Re bambino.

Per illuminare la vita,

per aiutarci, è tempo

che tu lo capisca,

si è fatto crocifiggere Re.

Da quel trono di legno,

ancora oggi, il Re ci guarda:

che dispiacere, che rovina

essere il suo tormento!

Dobbiamo liberare,

da tutta la violenza

che fa la sofferenza,

per i bambini il mondo.

Tu, che vai a pregare,

dimmi: lo fai per nulla

o così cerchi

la forza della Pace?

Chiesa, moschea e sinagoga,

o quale tempio che sia,

non fanno i miracoli, da soli;

soltanto un cuore aperto

e veramente sincero.

Tutti Fratelli e Sorelle, nel mondo;

siamo l’Umanità figlia di nostro Signore.

Altrimenti, siamo nessuno.

(Altrimenti, dimmi tu chi siamo).

 

 

Ultimo aggiornamento Mercoledì 30 Dicembre 2015 12:39
 

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