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Grazie, dottor Michienzi! PDF Stampa E-mail
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Venerdì 13 Settembre 2013 00:00

di Carlo Patatu

Oggi il dottor Giuseppe Michienzi (Pino per gli intimi), lascia quella che un tempo si chiamava la “condotta medica comunale”. Per raggiunti limiti di età.

A malincuore, percepisce chi gliene parla. E con tanta malinconia.

Gli sarebbe piaciuto continuare; ma, come si legge nell’Ecclesiaste, “...per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante...”.

E, aggiungo io, c’è un tempo per andare in pensione. Che viene sovente auspicato dai più. Ma, quando arriva...

Il dottor Michienzi ha esercitato come medico di base a Chiaramonti fin dal 1987: 26 anni filati. Ma noi lo abbiamo conosciuto fin dal 1974, quando è giunto a Martis come medico condotto. In tempi antecedenti alla riforma sanitaria. Quando cioè “Su Duttore” era in servizio praticamente 24 ore su 24.

Niente guardia medica, allora. Per i riposi settimanali e per altre esigenze che richiamavano il medico comunale fuori sede, ci si arrangiava fra colleghi dei paesi viciniori. Per consuetudine ormai consolidata, al bisogno i sanitari di Chiaramonti e di Martis si sostituivano a vicenda.

Così abbiamo conosciuto il dottor Michienzi. Era il sostituto temporaneo del nostro medico condotto Stefano Catta. Il cui ricordo grato, non mi stanco di ripeterlo, è rimasto ancora intatto nel mio cuore. E, credo, di tanti chiaramontesi.

Vinto il concorso, nel 1987 ha aperto qui il proprio ambulatorio. Alla cui porta un po’ tutti abbiamo avuto modo di bussare. Per la cura di malattie vere o presunte. Per la richiesta di assistenza, informazioni o conforto. Dipendeva dalle circostanze.

Lui, sempre elegante, sovente con fare scherzoso, talvolta con modi sbrigativi che volevano forse esternare severità e supponenza che non gli appartengono, ha ascoltato, ha curato, ha confortato e, quando è giunta l’ora, ha pure partecipato ai riti del fine vita. Come uno di famiglia.

Vivendo qui, ha imparato a conoscerci, a tenere conto delle nostre fisime, a placare le nostre ansie, a partecipare, nei momenti lieti e tristi, alle vicissitudini del nostro percorso esistenziale. Delle nostre case conosce ogni angolo. Anche il più riposto.

In breve, è rimasto un medico all’antica. Di quelli che puoi fermare per la strada; che ti fanno la ricetta al bar o in farmacia; che, se possono, ti vengono in soccorso pur se fuori servizio e ascoltano i tuoi sfoghi anche quando vai oltre lo spartito. Quand’è morto mio padre, è stato il primo ad accorrere. E non era il suo medico.

Ha partecipato anche alla nostra vita pubblica, candidandosi alle comunali per due consultazioni consecutive e ricoprendo la carica di vice Sindaco. Pur essendo il mio medico fin dalla prima ora, io non l’ho votato. Lui lo sa. Ritengo che “Su Duttore”, come il prete, debba stare fuori dalla competizione politica locale. Inoltre non mi entusiasmava la compagnia.

Grazie, comunque, dottor Michienzi. Grazie per la disponibilità, per la cortesia e, per quanto mi riguarda, per avermi sopportato. Più d’una volta.

Buon compleanno e auguri per l’avvenire!

Ultimo aggiornamento Lunedì 23 Settembre 2013 12:50
 

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