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Giommaria Dore, una vita per le Fiamme Gialle |
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Mercoledì 13 Giugno 2012 21:36 |
L’esistenza avventurosa di un eroe ploaghese
Perseverando nel nostro intento di “riscoprire” e far conoscere gli eroi sardi, ci occupiamo oggi di Giommaria Dore, uno dei tantissimi caduti che la Guardia di Finanza annoverò tra le sue fila nel corso della 2a guerra mondiale. Ebbene, il nostro protagonista nacque a Ploaghe (Sassari) il 13 gennaio 1904, figlio di Filippo e di Giovanna Camboni. Compiuti gli studi elementari, conseguendo il diploma della 3a classe, seguì il padre nel mestiere di pastore. Il 16 dicembre 1922, il Dore si arruolò nella Regia Guardia di Finanza, destinato a frequentare il corso di addestramento presso il Battaglione allievi di Roma, reparto ove rimase in forza dopo la promozione al grado di guardia.
Nel 1924 il militare fu persino nominato “istruttore di educazione fisica” presso lo stesso Battaglione allievi romano, attività che svolse con grande zelo e determinazione, al punto da riceverne un encomio da parte del Comandante Generale del Corpo nel marzo del 1925. Il Dore fece, infine, parte della squadra di finanzieri che il 26 aprile 1925 partecipò alla gara nazionale di marcia a squadre, la quale, come è noto, conquistò il primo posto assoluto, meritandosi per questo un’apposita annotazione sul foglio matricolare. Il 1° agosto del 1926, il finanziere Dore dovette però lasciare la Legione Allievi, dovendo prestare un periodo minimo di attività nell’ambito del cosiddetto “servizio d’istituto” presso i reparti territoriali del Corpo stesso. Per tale ragione fu quindi destinato alla Brigata litoranea di Vado ligure, in provincia di Savona, per poi rientrare presso la Legione Allievi di Roma il 1° febbraio 1927, richiamato presso la squadra sportiva delle Fiamme Gialle. Nell’ottobre del 1929, il militare fu nuovamente destinato ad un reparto territoriale, esattamente presso la Brigata di Campo Marzio a Trieste. In seguito, il Dore cambiò più volte sede, prestando così servizio d’istituto dapprima in Istria, poi in Sardegna, a Civitavecchia, a Roma e persino in Libia, destinato a Bengasi il 14 maggio 1938. Tornato in Patria solo nell’agosto del 1941, l’appuntato Dore fu formalmente destinato alla Brigata litoranea di Marzocca, in provincia di Ancona, che non raggiunse mai, poiché, mentre si trovava presso la sua famiglia in Sardegna per usufruire di un lungo periodo di licenza arretrata (56 giorni), egli fu colpito al ginocchio destro da una scheggia di proiettile, esploso da un aereo nemico durante uno dei frequenti bombardamenti e mitragliamenti ai quali fu sottoposta la città di Cagliari. A causa di complicazioni intervenute di lì a poco, il povero Dore morirà presso l’Ospedale militare del capoluogo sardo l’11 novembre 1941, lasciando inconsolati la giovane moglie Antonia Mereu ed i figlioletti Maria e Salvatore, rispettivamente di quattro ed un anno. Si spegneva così l’esistenza di un fiero militare che aveva vissuto intensamente la sua presenza tra le Fiamme Gialle, conferendo al Corpo lustro, valore e prestigio, sia in campo sportivo che istituzionale. La Guardia di Finanza non lo ha mai dimenticato, così come è giusto che non lo dimentichino oggi la sua amata Ploaghe e la Sardegna tutta.
*L’autore è Capitano, direttore del Museo Storico della Guardia di Finanza |
Ultimo aggiornamento Venerdì 15 Giugno 2012 14:40 |
A proposito della segnalazione fatta da Paolo Pulina sul cognome della madre del finanziare ploaghese Giommaria Dore, il capitano Gerardo Severino, autore dell'articolo, mi fa presente che si tratta di Camboni, che il correttore automatico (e maledetto) ha trasformato in Cambozzi. Che non c'azzecca per niente, direbbe qualcuno. Grazie all'autore e a Paolo Pulina per la segnalazione. (c.p.)
Ho provato a chiedere a Ploaghe se si sapeva qualcosa della storia del finanziere Giommaria Dore, meritoriamente portata alla luce su questo sito dal capitano Gerardo Severino, direttore del Museo Storico della Guardia di Finanza. La risposta è stata negativa. Riguardo alla notazione di Severino – “Il nostro protagonista nacque a Ploaghe (Sassari) il 13 gennaio 1904, figlio di Filippo e di Giovanna Cambozzi” – azzardo che il nome della madre forse era Camboni. Nel ringraziare il capitano Severino a nome della comunità dei ploaghesi emigrati, gli chiedo la cortesia di verificare se ha qualche fondamento questa mia ipotesi.
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Anch'hio che, oltre a vantare radici ploaghesi, con Ploaghe ho una frequentazione antica e anche assidua, credo si tratti di Camboni. In ogni caso, sarà il capitano Severino a fornirci la versione esatta del cognome. Saluti. (c.p.)