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Personaggi: Cristoforo Falchi e Maria Madau |
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Giovedì 11 Agosto 2011 21:00 |
Sorse nella prima metà degli anni Trenta del secolo scorso grazie al lascito del dottor Giorgio Falchi (1843-1922), che è personaggio ben noto ai nostri lettori.
Il Falchi, con proprio testamento olografo del 1915, dispose che la maggior parte dei propri beni fosse destinata all'istituzione di un ente morale, che il filantropo chiaramontese volle intitolato ai propri "amati" genitori: Cristoforo Falchi e Maria Madau.
Chi erano costoro?
Intanto diciamo subito che appartenevano entrambi a famiglie facoltose, molto in vista anche per avere dato al paese persone di prestigio e cultura. Per molti anni, le redini dell'amministrazione civica di Chiaramonti restarono ben salde nelle loro mani. O di familiari e parenti. Per ragioni facilmente intuibili, a quel tempo i matrimoni li si combinava preferibilmente fra persone di censo pari. Fatte salve poche lodevoli eccezioni. Questo imponeva la consuetudine. Che, anche allora, faceva legge.
Antonio Cristoforo Falchi-Sanna, si legge nei registri della nostra parrocchia, fu battezzato nell'antica chiesa di San Matteo a Su Monte ‘e Cheja dal parroco don Giovanni Satta il 14 Ottobre 1801. Era nato il giorno prima. I suoi genitori Giovanni Battista Falchi e Vittoria Sanna scelsero come padrini l’ufficiale cagliaritano Francesco Meloni e la nobile chiaramontese Anna Solinas.
Nei medesimi registri si legge che il 9 Ottobre 1822 fu battezzata in quella chiesa Maria Madau-Ruju, nata il giorno precedente da Nicolò Madau e Nicolosa Ruju. Il rito fu celebrato dal sacerdote Bachisio Usai, per delega speciale del parroco don Giovanni Satta. Le fecero da padrini i compaesani Lorenzo e Caterina Tedde Carcassona. L'atto fu però redatto e sottoscritto dal vice parroco don Gavino Cabresu.
Ebbero cinque figli: Giorgio (1843-1922), Battista (1845-1927), Francesco (1848-1946), Nicolò (1850-1914) e Vittoria (1853-1910). Fatta eccezione per quest’ultima, che andò sposa al nobile dott. Francesco Grixoni e pertanto fu sepolta nella tomba monumentale dei Grixoni, i nomi di tutti gli altri risultano immortalati su una lapide di travertino nella tomba della famiglia Falchi-Madau. Ovviamente nel nostro cimitero. Per ultimo vi fu sepolto il professor Francesco, già docente universitario a Pavia e oculista di chiara fama, morto a Sassari quasi centenario nell’immediato dopoguerra.
La sorte non concesse a Cristoforo Falchi d’invecchiare. Nel registro dei defunti, il vice parroco teologo Pinna-Soro annotò che: "Nell'anno del Signore 1853, il giorno 22 del mese di Novembre, Cristoforo Falchi-Sanna, figlio di Battista e Vittoria Sanna, nato cinquantadue anni prima e confortato da tutti i sacramenti, si addormentò nel Signore; il suo corpo è sepolto nella chiesa del patrono San Matteo”.
Giorgio Falchi ci ha lasciato un proprio ricordo della scomparsa del genitore annotando su un suo quaderno di cronache che:
"In patria per oltre vent'anni coprì la carica di giudice luogotenente, né ciò lo impedì di adoperarsi a sedare le inimicizie ed a comporre privati dissidi che spesso degeneravano in ignobili vendette. Essendo per natura cortese ed affabile, nonché portato a soccorrere i poveri, perciò la sua immatura fine venne deplorata da molti; avendo gli uni perduto un fido consigliere e gli altri un amorevole e largo benefattore". (Cfr.: CARLO PATATU, Chiaramonti - Le cronache di Giorgio Falchi, ed. Studium adp, Sassari 2004, pag. 96)
Maria Madau, rimasta vedova a soli trentun anni, sopravvisse al marito per altri quaranta; e cioè fino al 1893. Dovette farsi carico di crescere i cinque figli, il primo dei quali (Giorgio) aveva appena dieci anni quando morì suo padre. La più piccola, Vittoria, nove mesi.
Il vice parroco dott. Antonio Campus così annotava sul registro dei defunti di quell'anno:
Giorgio Falchi così ricordava la scomparsa di sua madre:
"Nel marzo del 1893 e dopo breve malattia, cessò di vivere Madau Maria, vedova di Cristoforo Falchi. Fu donna d'irreprensibili costumi, infaticabile nel lavoro e sollecita nell'istruire ed educare la prole. Inoltre, nelle diverse contingenze della vita, né s'inorgoglì nei giorni della prosperità, né si avvilì nell'ora dell'infortunio.
"Reputando dovere, nei forniti di beni il beneficare i poveri ed il consolare gli afflitti, mai sempre si dimostrò caritatevole verso i primi ed amorevole verso i secondi, esortandoli in pari tempo alla rassegnazione e facendo agli stessi sperare giorni migliori". (Cfr.: CARLO PATATU, Chiaramonti - Le cronache di Giorgio Falchi, ed. Studium adp, Sassari 2004, pag. 118) -----
Nota: la traduzione dei testi latini contenuti nei quinquelibri della parrocchia di Chiaramonti è stata curata in forma libera e riassuntiva da Carlo Patatu.
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Ultimo aggiornamento Giovedì 11 Agosto 2011 22:12 |