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La Tribuna: Quante donne in consiglio comunale? PDF Stampa E-mail
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Lunedì 10 Gennaio 2011 00:30

di Carlo Patatu

Le riflessioni di Claudio Coda, apparse sabato scorso su questo sito (Eva contro Eva), m'inducono a fare una ricerca. Peraltro non impegnativa. Do una scorsa alla composizione dei consigli comunali di Chiaramonti dal 1946 a oggi. Per accertare quante persone hanno occupato un seggio nella nostra assise consiliare. E, in particolare, quante donne.

 

Non vado più indietro nel tempo, perché, prima e durante la seconda guerra mondiale, le gonnelle non hanno accesso a quello come ad altri consessi pubblici. In Italia, fino al 1946, le donne non avevano diritto di voto. Figurarsi... essere elette!

Bene. Mentre invito chi ne ha interesse a dire la propria sul tema stimolante proposto da Claudio Coda, espongo in sintesi i risultati della mini-ricerca. E vado avanti per ordine cronologico.

La prima donna a sedere in consiglio comunale è Maria Antonietta Schintu, eletta nella lista capeggiata da Gerolamo Casu nel Novembre 1960. Raccoglie 842 voti, risultando così la quarta votata sui 15 consiglieri eletti. È impiegata all’ufficio postale del paese. I soliti benpensanti non mancano di storcere il naso. Ma, a conti fatti, quella candidatura incontra il favore popolare.

La seconda è Luisella Budroni, eletta nel Giugno 1970 in una compagine guidata da Carlo Patatu. La sua candidatura raccoglie molti consensi: 779 voti, risultando la seconda votata dopo il sindaco. Il che le conferisce il titolo di “consigliere anziano”. Laureata a Cagliari in lettere classiche, insegna a Sassari nelle scuole superiori.

Altre due donne entrano in consiglio comunale nel 1975, sindaco Tore Patatu: una è Pierfranca Catta che, con 703 voti, è la terza votata sui quindici eletti. Fa parte della giunta per qualche tempo; ma si dimette da assessore per ragioni di lavoro, restando però consigliere. Laureatasi in lettere classiche alla Cattolica di Milano insegna al liceo-ginnasio Azuni di Sassari. L'altra è Bruna Cherchi, portalettere, ottava classificata, raccoglie 670 consensi (*).

Nel consiglio eletto nel 1980, con Gavino Scanu Sindaco siede anche Rosanna Manchia, perito industriale. Riporta 771 voti e, dei quindici promossi, risulta la sesta votata.

Le elezioni amministrative del 1990 registrano un’assise comunale spaccata quasi a metà: otto consiglieri di maggioranza e sette di opposizione. Tant’è che la giunta capeggiata da Giovanni Soro ha vita grama e cade nei primi mesi del 1993. A metà del guado e dopo un lungo tira e molla. In consiglio comunale siede Mariuccia Soddu in veste di vicesindaco. È insegnante di scuola materna. Eletta con 617 voti, è sesta votata su quindici. La minoranza di donne ne conta due: Marilena Solinas, ragioniera presso un’azienda locale, è dodicesima eletta con 629 voti; e Alma Casula, quindicesima con 618 voti. Laureata a Cagliari in lettere classiche, quest’ultima è funzionario della Soprintendenza ai Monumenti per le province di Sassari e Nuoro.

Caduta la giunta Soro e dopo una breve parentesi commissariale, nel 1993 si riprende con le cariche elettive. Ma con una legge nuova che riforma gli enti locali. E che introduce l’investitura popolare del sindaco. Il quale, fino ad allora, era eletto in seno al consiglio. Questo, per quanto riguarda Chiaramonti, passa dai quindici ai tredici seggi, primo cittadino compreso. Prevale la lista di Nando Diana. Entrano in consiglio due donne: Sabrina Marrosu, maturatasi all’istituto d’arte di Sassari, fa parte del gruppo di maggioranza e riscuote 720 voti (ottava eletta su dodici consiglieri) e Nannina Soddu, casalinga, all’opposizione. Quest’ultima è eletta con 586 voti, decima su dodici consiglieri.

La consultazione del 1997 (sindaco Ezio Schintu) riporta in consiglio Nannina Soddu. Ma questa volta in maggioranza, con 840 voti (quarta votata su dodici). Fa parte della giunta come assessore. C’è in consiglio un’altra figura femminile, Giusy Loche; ma siede sugli scranni dell’opposizione. Laureata a Sassari in scienze dell’educazione, è nona eletta con 531 voti.

Nel 2002, Nannina Soddu torna per la terza volta in consiglio comunale (è di nuovo sindaco Ezio Schintu) ed è confermata assessore. Ottiene 1126 voti, risultando terza votata su dodici. In minoranza siedono Daniela Caccioni, laureata a Sassari in scienze politiche (nona eletta con 221 voti) e Natalia Faedda, impiegata, undicesima con 212 voti. Concluderà il mandato anzitempo per dimissioni.

Nel corso del quinquennio, a seguito di un gioco poco elegante messo in atto dal sindaco, e a mio parere colpevolmente condiviso dai suoi sostenitori, assistiamo a un valzer di scambi di poltrone e incarichi vari fra i componenti la maggioranza. Si dimettono da consiglieri Franco Pinna e Giulio Demontis, che però restano in sella come assessori tecnici, in sostituzione dei dimissionari Peppe Caccioni e Nannina Soddu. Che proseguono il mandato come consiglieri semplici. Il giochino permette così di accontentare un po’ tutti, operando anche il ripescaggio di un paio di candidati che gli elettori avevano bocciato: Antonio Lobina e una donna, Enza Loi, insegnante di scuola materna, ultima della propria lista con 1059 voti. I due rientrano così in gioco e, sia pure passando dalla porta di servizio, si accomodano sui banchi della maggioranza.

Infine, e siamo al presente, nella consultazione del 2007 (sindaco Giancarlo Cossu) entrano in consiglio tre donne, che fanno parte della maggioranza:

- Francesca Scanu, dottoressa in medicina, è seconda eletta con 778 voti. Nominata assessore, nel 2009 abbandona la giunta sbattendo la porta e, insieme al collega di maggioranza Toruccio Sotgiu, costituisce un gruppo autonomo di opposizione. Il motivo? Divergenze gravi e insanabili col sindaco e il suo gruppo.

- Marina Manghina, ragioniera, titolare di un avviato studio di consulenze, quinta eletta con 759 voti, è assessore e resta saldamente al proprio posto. Polemizzando in consiglio, quando occorre, con la ex collega di maggioranza Francesca Scanu. Che non gliele manda a dire. Ed è proprio a loro due, mi par di capire, che Claudio Coda si riferisce, nell’intervento sopra citato, a proposito di “attributi”.

- Clara Ruiu, laureata in scienze dell’educazione, è sesta eletta con 750 voti.

Nel complesso, fatti salvi possibili errori di calcolo, dall’inizio dell’era repubblicana a oggi, su un totale di 202 consiglieri eletti in 14 consultazioni elettorali, ho contato 19 donne che entrano nell’assise comunale chiaramontese, a fronte di 183 maschi. Una bella sproporzione, come si vede. Il rapporto è poco meno di uno a dieci. La poltrona di sindaco, invece, è sempre appannaggio esclusivo dei maschietti. Come per il papa in Vaticano, si parva licet...

Fino a quando?, si chiede Claudio Coda. E me lo chiedo anch'io. Chissà!...

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(*) Nota:

Nella prima stesura del pezzo ho omesso, per mia distrazione, di citare Bruna Cherchi, eletta anch'essa consigliere comunale nel quinquennio 1975/80. Provvedo a correggere l'omissione oggi 12 Gennaio, ore 14:50, a seguito della segnalazione fattami da Tore Patatu. Che ringrazio, scusandomi con Bruna Cherchi e con i lettori. (c.p.)

 

 
Commenti (1)
Per simpatia
1 Giovedì 20 Gennaio 2011 20:07
peri52

Non conoscendo nessuna di queste "sicuramente splendide, inteliggenti, colte, affascinanti, rassicuranti" belle Signore, dico: coraggio, uomini, votiamo e facciamo votare un sindaco donna a CHIARAMONTI.


Salvatore quel de Milan, inviato speciale Famiglia Patatu, saluta il futuro sindaco donna di Chiaramonti.

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