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Un po' di storia |
Giovedì 08 Novembre 2007 14:26 |
Sono numerose le testimonianze che danno per certi, in questi luoghi, insediamenti umani numerosi e significativi fin dalle epoche prenuragica e nuragica. Per discendere, via via fino ai giorni nostri, con resti importanti dei periodi romano e medievale. Il territorio vanta, in assoluto, il maggior numero di nuraghi su tutto il comprensorio anglonese: la presenza di ben 114 siti lo colloca ai primi posti fra i comuni dell’Isola. Interessanti e degne di nota sono altresì le domos de janas e i betili, che è possibile visitare in quella parte di territorio che digrada verso Martis, Laerru e Perfugas.Gli aspetti più significativi della storia locale sono legati a un insediamento camaldolese nelle aree di Orria Manna e Orria Pitzinna, verso sud-ovest e lungo la direttrice Ploaghe-Nulvi, dove pare si sia costituito un primo nucleo di persone che, successivamente, diedero vita al borgo di Chiaramonti. Vi si ammira, in uno stato di conservazione ancora buono, la chiesetta di Santa Maria Maddalena, esempio interessante di architettura romanico pisana, ricca di fascino anche per l’utilizzo sapiente della policromia dei conci, oltre che per il sito in cui è stata eretta, forse, agli inizi del 12° secolo. Successivamente alla sua divisione in giudicati, in Sardegna furono costruiti numerosi castelli e altre strutture a scopo difensivo. Fra questi il castello di Chiaramonti, edificato dalla potente famiglia genovese dei Doria intorno al 13° secolo. Gli stessi Doria avevano già realizzato le rocche di Castelgenovese e di Alghero. L’antico maniero chiaramontese dominava, dall’alto del monte San Matteo (Su Monte nella parlata locale), la vallata che si estende da Martis e Laerru fino a Perfugas; aveva, quasi dirimpettaia, l’altra rocca genovese di Casteldoria, che guarda anche verso Castelgenovese. Sotto i bastioni della fortificazione e per ragioni evidenti di sicurezza, ma anche per la salubrità del luogo, sorse il primo nucleo di quello che divenne poi il villaggio di Chiaramonti. Le fortune alterne dei Doria hanno coinvolto anche il nostro castello. Sconfitti nel 1348 da Rambaldo di Corbera, i genovesi riebbero la rocca due anni dopo in conseguenza del loro riavvicinamento al re d’Aragona, cui si erano prima ribellati. Dopo la pace del 1355, fra il giudice d’Arborea e il re d’Aragona don Pietro si conveniva che il castello venisse consegnato all’arcivescovo di Arborea, in attesa che si pronunciasse al riguardo il papa Innocenzo VI. Nel 1357, il castello venne ceduto a Brancaleone Doria, marito di Eleonora d’Arborea e che non poté tuttavia possederlo. Nel 1410, il castello venne assediato inutilmente da Guglielmo di Narbona, figlio del Visconte Almerico. Precipitate per sempre in Sardegna le sorti dei Doria, il forte continuò a far parte del patrimonio della casa d’Aragona. Tant’è che il re don Alfonso lo cedette in feudo nel 1439 (oppure nel 1443?) a certo Angelo Cano di Sassari, il quale lo abbandonò, lasciandolo andare definitivamente in rovina. Sui ruderi della fortezza venne edificata, probabilmente intorno al 1500, la prima chiesa parrocchiale, intitolata a San Matteo. Dell’antico maniero resta ancora una torre, già utilizzata come campanile dopo la costruzione della chiesa. Sottoposte a restauro conservativo, ora le architetture candide del monumento svettano sulla sommità del paese, sapientemente illuminate nelle ore notturne, quasi a vigilare ancora sulle sottostanti e fertili terre anglonesi. |
Ultimo aggiornamento Lunedì 17 Agosto 2009 12:32 |
Caro Carlo, come sta?
Complimenti per il sito e le sue varie parti. Anche la storia di Chiaramonti è interessante. Volevo sapere se esistono documenti che parlano del banditismo nella nostra zona verso la fine del 700, primi dell'800. In particolare della battaglia e conseguente annientamento della banda di Giovanni Fais (1000 banditi), che se non ricordo male è avvenuta su Codinarasa.
Forse si può trovare un articolo nella biblioteca comunale. Tanti saluti ed un abbraccio a tutti.
Angelo.
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Caro Angelo, grazie per il messaggio.
Le notizie su Giovanni Fais le ho tratte dal Dizionario del Casalis - Angius. Mi permetto d'inviare al tuo indirizzo privato di posta elettronica le pagine che riguardano quel celebre bandito. Con qualche altra notizia di contorno. Fammi sapere.
Saluti cordiali. (c.p.)