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Lettera dalla Maddalena fra carruggi e piazzette PDF Stampa E-mail
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Scritto da Carlo Patatu   
Domenica 23 Agosto 2009 15:08

Un arcipelago da sogno; ma gl'indigeni continuano non amare i turisti

Caro lettore,


che l'arcipelago della Maddalena sia un posto incantevole è cosa che non sto qui a ripetere. Direi banalità. D'altra parte, la marea di vacanzieri, stanziali e pendolari, che lo prendono d'assalto fra luglio e agosto stanno a confermarlo.

E io, che in questo eden ho una casetta per le vacanze, mi sento un privilegiato.

Veleggiare tra insenature favolose e tuffarmi nelle acque cristalline di cala Corsara, cala Granara, Porto della Madonna, Santa Maria, cala Coticcio, cala Brigantino, cala Napoletana, Porto Pamas, cala di Vela Marina... è il massimo che c'è. Per tacere della Spiaggia Rosa a Budelli, ora accessibile a pochi muniti di permesso.

La vegetazione spontanea, la macchia mediterranea e le pinete, specie a Caprera, concedono ombra odorosa a chi se ne vuole stare in pace. Lontano dalle spiagge e dalla confusione che, inevitabilmente, regna per terra e per mare un paio di mesi l'anno. Con romani maleducati, milanesi arroganti e altri a tenergli compagnia. Dico questo consapevole di non fare di ogni erba un fascio. Me ne assumo la responsabilità.

Ma andar per mare in agosto, più che un piacere, qui diventa una fatica. È un po' come trafficare in auto in città nelle ore di punta. Pertanto, preferisco godermi il fresco e la quiete in altro modo. Di buon mattino, un cappuccino cremoso e un ventaglio fragrante al bar Fiume o da Madrau. Per accompagnare piacevolmente la lettura della Nuova e di Repubblica. Dopo di che, amo girovagare senza meta nel centro storico. Fra carruggi e piazzette. Che non mancano.

Provo piacere a smarrirmi nel dedalo di viuzze, ombrose d'estate e battute dal vento, quando c'è. E cioè quasi sempre. Di tanto in tanto, si presenta uno slargo. Con o senza gradinate. E così ecco piazza Ferracciu, quindi piazza Toselli, dove ora troneggia una brutta statua di padre Pio (absit iniuria...). Discesa la scalinata e fatto qualche passo, si apre piazzetta Verdi. Già oasi serena, oggi subisce l'onta del parcheggio selvaggio.

Risalendo via Ilva, svolto a sinistra per via Cavour ("...la più bella di Maddalena", scriveva Mario Soldati). Più in là, piazza Dante e, ancora più a ovest, piazzetta Caprera. Tanti altri sono i carruggi ricchi di fascino. Da percorrere a piedi. Con calma. Senza fretta: via Marsala, via capitan Zicavo, le vie Giusti, Zonza, Goito, Solferino, Castelfidardo, la suggestiva gradinata dello Spiniccio...

Ignoro volutamente i siti più gettonati dal turista. Evito piazza Baro'. Che pure è splendida; ma profanata da un'orda di automobilisti schizofrenici. Che vanno sempre di fretta. D'estate non mi piace nemmeno passare per le vie XX Settembre e Garibaldi. Che conducono pur sempre ai più eleganti salotti cittadini: piazza Rossa e piazza Comando. Tanta gente, troppa confusione. Preferisco, in quelle vie stupende, passeggiare d'autunno e in primavera. Solo allora riesco a godermele appieno. A sentirle mie.

I maddalenini di ieri, senza scomodare architetti, né elaborare piani urbanistici firmati da nomi d'alta scuola, hanno saputo disegnare un centro storico funzionale alle loro esigenze. E un reticolo di strade che, garantendo quella che chiamiamo privacy, favoriscono la comunicazione e la socializzazione fra chi ci vive. Una piazzetta qua e là, magari con un albero al centro, quale luogo d'incontro e d'intrattenimento. Dove godere i primi tepori del sole primaverile e il fresco gradevole delle notti estive.

I maddalenini di oggi, più avidi e materialisti, appaiono impegnati a monetizzare un po' tutto. In modo selvaggio. Dicono di privilegiare il turismo, ma non amano i turisti. Affittano ville e appartamenti, ma non gradiscono che gli si occupi il parcheggio sotto casa. Al mercato, al bar e al ristorante reclamano (e ottengono) precedenze e tariffe "per residenti". Come sul traghetto. In breve, l'ospite è appena sopportato. Purché paghi e non rompa.

Inseguono, i maddalenini poco avveduti (sono tanti!), un'utopia tutta loro. Sognano forse un turista che, fermandosi al porto di Palau, imbarchi sul traghetto il solo portafogli. Confidando (quel turista improbabile) che isolani avidi ed egoisti trattengano per sé una parte del contenuto, rispedendo il resto al mittente. Stesso mezzo. Con tassa a carico.

Ultimo aggiornamento Venerdì 03 Dicembre 2010 14:11
 

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