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Chiaramonti uno e trino |
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Scritto da Carlo Patatu |
Venerdì 14 Agosto 2009 17:09 |
Un nome solo per tre comuni: Chiaramonti, Chiaromonte, Chiaramonte Virando poi a dritta, rotta Sud-Sud-Ovest, sorvolati Scilla, Cariddi e l'Etna, eccoci a Chiaramonte (Ragusa-Sicilia).
Tre centri con nomi quasi uguali. E che hanno in comune pure la collocazione fisica: in collina e in posizione dominante. Che ne mette in chiaro i panorami e ne espone al vento case, piante, persone, animali. A ogni vento. Tutt'e tre conservano tracce di castelli, a testimoniare un passato non banale. I rispettivi centri storici sono un intrico di carruggi fascinosi. Che, con tracciato sempre irregolare, di tanto in tanto s'infilano sotto un arco. A creare angoli suggestivi per la felicità dei visitatori. Occasionali e no. Non diremo qui di Chiaramonti (Sassari), rimandando i lettori a quanto abbiamo pubblicato da tempo su queste pagine. Che si potranno richiamare cliccando sui link in alto a destra. Ci preme, invece, riportare qualche notizia sugli altri due: Chiaromonte in Basilicata e Chiaramonte Gulfi in Sicilia. Chiaromonte (Potenza) Il suo nome deriva probabilmente dal latino "Clarus Mons", per la posizione dominante. Taluni studiosi lo mettono in relazione all'aspetto del luogo, disboscato e quindi libero (clarus). Oggi conta poco più di duemila abitanti. L'impianto del centro storico risale a epoca medievale. Ma il paese ha origini molto più antiche, affondando le proprie radici addirittura nella preistoria.
Storicamente, Chiaromonte fa parte della Diocesi di Anglona e Tursi. Il che rimanda subito a Chiaramonti (Sassari). Che sta in Anglona (regione storica della Sardegna settentrionale) e che della diocesi anglonese di Ampurias ha fatto parte sino alla fine del 1700. C Il calendario chiaromontese è ricco di appuntamenti, fra i quali la sagra del Sambuco, la fiera di Sant’Uopo, le feste di Sant’Antonio e San Giovanni Battista. Quindi l’Assunta a Ferragosto e la sagra dell’uva a Ottobre. Infine è degno di nota il Carnevale, con i consueti cortei e la successiva rappresentazione della “morte del Carnevale”. Vi si produce un buon vino, specie rosato. Ricco e vario è il patrimonio enogastronomico. Particolarmente saporita, la “pasta a mischiglio”, preparata con un misto di farina di legumi e cereali (fave, caci, orzo, semola), condita con cacioricotta e scaglie di peperone secco. Per saperne di più, visitare il sito ufficiale del comune:http://www.comune.chiaromonte.pz.it/
Chiaramonte Gulfi (Ragusa)
Di In epoca successiva all’unità d’Italia, si espande la coltura dell’ulivo (alla fine dell’Ottocento, Chiaramonte Gulfi conta 80 frantoi per l’estrazione dell’olio). Particolarmente curata la coltivazione dei vigneti, che ne ricoprono la fertile vallata. Favolosa la vista panoramica della città; il suo belvedere a nord ovest nel Piano dei Cappuccini è noto come «balcone di Sicilia».
Sapori e piatti tipici della gastronomia chiaramontana si possono gustare e apprezzare in occasione delle numerose sagre. Che richiamano folle di visitatori. Fra le tante, citiamo le sagre dell' olio e della salsiccia. Quest’ultima fa parte delle manifestazioni legate al Carnevale chiaramontano: panini con insaccati, vino e balli in piazza. Inoltre si celebra una favolosa sagra della focaccia e una sagra dedicata ai sapori locali. Infine, né potevano mancare, le sagre dell’uva e dell’olio. Durante le manifestazioni dell’estate chiaramontana, i musei restano aperti tutti i giorni e fino a tarda sera. Per quanto attiene alla gastronomia, Chiaramonte Gulfi è il paese in cui “si magnifica il porco”. È notevole e rinomata la perizia dei chiaramontani nell’arte di confezionare salsicce, costate ripiene e salami gustosi. In breve, in questo paese dei monti Iblei si mangia molto bene. E si beve anche. Per saperne di più, visitare il sito ufficiale del comune:http://www.comune.chiaramonte.rg.it/ Per concludere, un’ultima curiosità sul toponimo di cui ci occupiamo. Il nome originario di papa Pio VII è Barnaba Chiaramonti. Nato a Cesena nel 1742, è elevato al soglio pontificio nel 1800. A 58 anni. Su richiesta di Napoleone, nel 1804 si reca a Parigi per incoronarlo imperatore. Ma questi non gli permette di farlo materialmente. Giunti al momento cruciale della cerimonia, Bonaparte gli toglie di mano entrambe le corone (la propria e quella della moglie) e fa tutto da sé, relegando così il pontefice al ruolo di comparsa. |
Ultimo aggiornamento Martedì 01 Dicembre 2009 16:18 |