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Il postino suona (suonava) sempre due volte... |
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Scritto da Carlo Patatu |
Mercoledì 10 Giugno 2009 21:43 |
![]() Ma a noi, che veleggiamo ben oltre i Settanta, quel titolo ricorda qualcos’altro. Che nulla ha che fare con letteratura e cinema. Ci ricorda i tempi felici dell’adolescenza e della giovinezza; quando tiu Luccheddu, il nostro mitico postino, bussava alla porta due volte al giorno. Mattina e sera. Per consegnare lettere e cartoline, qualche raro quotidiano o periodico, molti giornalini di Sant’Antonio. Che, allora, entravano in tutte le case. O quasi. ![]() Soprattutto quando la busta aveva colori particolari (rosa, azzurrino o altra tinta pastello), che la dicevano lunga sul contenuto della lettera. La quale, non di rado, emanava un denso e gradevole profumo di colonia. Quasi a preannunciare il tenore delle espressioni amorose che il mittente aveva vergato. ![]() Ma torniamo al postino. O portalettere, se preferite. Se è vero che la corrispondenza privata è ormai al lumicino, c’è da dire che essa è stata rimpiazzata da una valanga di plichi, più spesso voluminosi, fatti di riviste stampate su carta patinata, di tonnellate di fotocopie di documenti vari, di giornali con un numero sempre crescente di pagine e di supplementi piuttosto ingombranti. Per tacere del materiale pubblicitario. Specie in periodo di elezioni. ![]() Ecco perché il postino non bussa più due volte; ma di tanto in tanto. Quando capita. Magari a giorni alterni, se va bene. E noi, che in materia di poste abbiamo conosciuto tempi migliori, guardiamo al passato con rimpianto, oltre che con nostalgia. Ai tempi mitici di tiu Luccheddu. Che continuiamo a rimpiangere. |
Ultimo aggiornamento Mercoledì 10 Giugno 2009 21:58 |
Commenti (1)
E' stata un'esperienza che ancora ricordo, a distanza di molti anni, con molto piacere. I galluresi mi accoglievano tutti in maniera molto ospitale e data la mia giovane età mi chiamavano "Lu Postinu minninnu". Entravo nelle loro case e mi consideravano uno di loro. Inevitabili erano i bicchierini di "rosolio" e i dolcetti che venivano divorati voracemente, viste le calorie bruciate nelle lunghe camminate.
Qualche volta mi sono ritrovato anche ad aiutare qualche famiglia nelle faccende domestiche una per tutte girare la manovella della macchina per fare la pasta. L'altra cosa che ricordo con piacere sono le belle ragazze galluresi che popolavano le campagne. Ah... quanti ricordi ma soprattutto quanti chili in meno. All'interno del paese invece ricordo che annotavo a matita i vari soprannomi delle persone, nelle buste della corrispondenza, avendo cura di cancellarli prima della consegna.
Ciao un caro saluto a tutti Gian Piero
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Ricambiamo i saluti, naturalmente, e registriamo volentieri questo nuovo tassello, che va ad arricchire il mosaico dei nostri ricordi. Di com'eravamo noi, di com'era il paese, allora. E cioè, verrebbe da dire, tanti... chili fa! c.p.