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Festa sarda in Belgio, fra ricordi e nostalgie PDF Stampa E-mail
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Scritto da Carlo Patatu   
Giovedì 21 Maggio 2009 00:13

Tre giornate intense, quelle vissute dalla delegazione chiaramontese nella regione ex mineraria di Flenu. Scandite da una serie d’impegni che, nell'intenzione della nostra Pro Loco, promotrice dell'iniziativa, dovevano essere significativi e ricchi di emozioni. Oltre 130 i partecipanti. Che, guidati dal presidente Alessandro Unali, sono stati raggiunti a Mons dal sindaco Giancarlo Cossu insieme al vicesindaco Giuseppe Michienzi e al consigliere Marcello Brundu.


Giovedì sera, la prima cena sociale di benvenuto è stata offerta a Hornu dal circolo "Sardi nel Borinage", presieduto dal nostro compaesano Carlo Murgia. Nel pomeriggio di Venerdì 15, la messa in ricordo dei minatori chiaramontesi Pietro Canu, schiacciato da un carrello a Morlanwelz, e Giuseppe Caccioni, vittima di uno scoppio di grisou a Quaregnon, entrambi nel 1956. La messa è stata concelebrata dal parroco di Flénu e dal nostro don Virgilio Businco. Hanno cantato il coro “Sos Apostulos” e quello femminile. Erano presenti gli amministratori del Comune di Chiaramonti. La cena sociale è stata offerta a tutti dalla Pro Loco, nel salone del circolo “Su Nuraghe” a Flénu.

La giornata di Sabato è trascorsa interamente alla base NATO di Maisières (Mons), dov’era in corso la “Festa italiana”. Stand di varie regioni facevano da corona a un enorme capannone rettangolare, allestito al centro di un parco immenso. All’interno, tavoli e panche per i visitatori e un grande palco. Qui, a turno, si sono esibiti complessi musicali, gruppi folk e cori. La Sardegna era rappresentata dalla Pro Loco, dal gruppo folk “Santu Matheu”, dal cantautore Franco Sechi, dai cori “Sos Apostulos” e femminile.

Gli abili cuochi della Pro Loco hanno preparato e servito, dietro pagamento di un modesto ticket, centinaia di pasti a base di “cicioneddos” e pecora in umido. Il nostro stand ha venduto i prodotti isolani. E cioè formaggi, salsicce, olio, pasta e tanti, tanti dolci. Sul palco, Franco Sechi, i due cori e i danzatori del “Santu Matheu” hanno raccolto applausi scroscianti ed entusiasti. In serata, nel complesso ex minerario “Site du Levant”, la cena comunitaria offerta dagli amici del circolo “Su Nuraghe” di Flénu, presieduto dal chiaramontese Ottavio Soddu. In mattinata, il presidente della provincia di Sassari Alessandra Giudici e gli amministratori di Chiaramonti sono stati ricevuti dal borgomastro di Mons, dal presidente della provincia di Hinaut e dal comandante della base NATO.

La Domenica si è aperta con una messa solenne, concelebrata nell’austera cattedrale gotica di Mons dal parroco locale e da don Virgilio Businco. Il coro femminile e “Sos Apostulos” hanno cantato in sardo durante la funzione, creando atmosfere di grande suggestione. Ai lati dell’altare, i ragazzi del “Santu Matheu” in costume. Hanno presenziato alla cerimonia gli amministratori del Comune di Chiaramonti e la presidente della Provincia Giudici, accompagnata dal direttore generale Ezio Schintu e dall’addetto stampa Gianfranco Sias. Al termine del rito, ci si è trasferiti nuovamente al “Site du Levant” per l’incontro con gli emigrati sardi, convenuti per partecipare al pranzo preparato dalla Pro Loco e servito a puntino dai coristi e danzatori chiaramontesi.

 

Nel salone che un tempo ospitava l’officina delle locomotive, i cuochi chiaramontesi hanno confezionato circa settecento pasti a base di spianate, salsicce, formaggio, ricotta mustia, “cicioneddos”, pecora bollita e maiale in umido. Che i partecipanti hanno mostrato di apprezzare. È da sottolineare lo sforzo compiuto dagli uomini della Pro Loco, costretti a operare in condizioni non ottimali, affidandosi alla loro collaudata esperienza, oltre che alla bontà dei prodotti portati espressamente dalla Sardegna. Hanno avuto il successo che meritano. Bravi!

Nella circostanza, abiamo rivisto volti amici, teste canute, antichi compagni d’infanzia oggi appesantiti dagli anni. Tutti avevano una gran voglia di raccontare, per rivivere i tempi passati, l’età verde trascorsa in paese, il viaggio travagliato e avventuroso per giungere in una terra sconosciuta, alla ricerca disperata di un lavoro che Chiaramonti e la Sardegna non gli aveva potuto garantire. E via a rivivere le ansie, le nostalgie e le paure vissute in quei luoghi, dove tutto era diverso: il cielo, il clima, il cibo, la lingua, le consuetudini. Dove la gente era discreta, ma fredda. E guardava con diffidenza, ma pure con sospetto, quei sardi più spesso simpatici ed esuberanti; ma sovente chiassosi e talvolta persino eccessivi. Che volevano fare chissà che. Ovviamente sono riaffiorati alla memoria anche momenti tristi, storie di violenze e di miserie, episodi luttuosi legati agli immancabili incidenti in miniera. In due dei quali, rispettivamente a Morlanwelz e Quaregnon, hanno perso la vita due nostri compaesani: Pietro Canu e Giuseppe Caccioni. A Gennaio e Febbraio del 1956 e a distanza di soli 25 giorni l’uno dall’altro.

Mentre scorrevano queste storie, sul palcoscenico si alternavano il cantautore in limba Franco Sechi, il balletto del circolo “Su Nuraghe” di Flenu, il gruppo folk “Santu Matheu”, il coro “Sos Apostulos”. Tutti hanno riscosso applausi fragorosi. Soprattutto le canzoni di Franco Sechi e le giravolte dei balli sardi hanno mandato in visibilio i presenti. Fin quasi alla mezzanotte. Peccato che una scelta improvvida del circolo “Su Nuraghe” abbia trasformato in una stucchevole manifestazione elettorale quello che invece doveva essere soltanto un momento d’incontro tra sardi. Tra chiaramontesi. Una rimpatriata fra compagni d’infanzia. Inaspettatamente, il palcoscenico è stato monopolizzato (e troppo a lungo) da candidati alle elezioni europee in cerca di consensi. Una scelta infelice, a nostro avviso. E che non ha mancato d’infastidirci.

Nella circostanza, la Pro Loco ha premiato i tre chiaramontesi più anziani, emigrati in Belgio negli anni Quaranta e Cinquanta. A Costantino Manchia, il più anziano per residenza (era partito nel 1948), è stata consegnata una berritta con dedica. Così pure a Gavinuccio Soddu, oggi il più anziano d’età. A Maria Carboni (Marianu) è stato offerto un cesto di dolci appositamente confezionati in paese. Riteniamo di dover segnalare il calore e l’impegno profusi dal nostro compaesano Franco Fenu, oggi imprenditore di successo in Belgio. Pur non coinvolto direttamente nell’organizzazione, si è ugualmente adoperato, fornendoci mezzi e supporto essenziali. Del che gli siamo grati.

L’ultima giornata, finalmente a nostra completa disposizione, l’abbiamo dedicata alla visita di quel gioiello che è la cittadina di Bruges, nelle Fiandre. Un centro storico di bellazza rara, con edifici d’epoca, piazze come bomboniere, chiese gotiche di grande pregio, negozietti d’artigianato locale, canali navigabili, giardini di un verde vivo, ottimi ristoranti e un’offerta di dolciumi, segnatamente praline di cioccolato, da far venire il capogiro. In aggiunta, eccezione unica durante il nostro soggiorno belga, un bel sole primaverile. Pareva d’essere in Sardegna.

Tutto bene, dunque? No, non tutto è andato bene. Qualche insufficienza e un po’ di faciloneria manifestate dai circoli “Su Nuraghe” e “Sardi nel Borinage” hanno creato disagi notevoli agli ospiti (tutti paganti, peraltro; o, comunque, a carico della Pro Loco) in fatto di logistica e di trasferimenti nei siti in cui si sono svolte le manifestazioni. La Pro Loco ha dovuto tamponare qualche falla, costretta dall’emergenza a svolgere mansioni non dovute né previste. Il che, fra l’altro, non ci ha consentito, ma nemmeno al nostro sindaco, d’intervenire alla cerimonia solenne svoltasi nella tarda mattinata di Sabato in ricordo della catastrofe nella miniera di Lambrechies (Quaregnon-Pâturages). Erano presenti il sindaco di Flénu, un deputato europeo e altre autorità, oltre a una robusta rappresentanza dell’associazione degli ex minatori. Ma a ricordare i sardi morti in miniera noi chiaramontesi non c’eravamo, come invece avremmo voluto e dovuto. Peccato!

In ogni caso, sentiamo ugualmente il dovere di dire grazie ai nostri compaesani emigrati in Belgio. Siamo certi che essi ce l’hanno messa tutta e che si sono impegnati al meglio delle loro possibilità, per rendere gradevole il nostro soggiorno nella terra che li ha adottati. Probabilmente essi hanno sottovalutato l’eccezionalità dell'evento e il numero insolitamente elevato dei partecipanti. Sbagliando s’impara.

 

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Ultimo aggiornamento Giovedì 30 Novembre 2017 10:11
 
Commenti (1)
GRAZIE
1 Giovedì 21 Maggio 2009 20:34
francesco brundu
Un grazie particolare ai nostri compaesani Cincinnato (Franco Fenu), Augusto Spanu e Leonardo Secci, dal Coro Apostulos. GRAZIE

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