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'La tregua a Gaza ha prodotto risultati significativi'
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Morto uno degli ostaggi rapiti al rave party,aveva 27 anni
La famiglia è stata informata. Era stato ferito e portato a Gaza
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Manovra: confermato lo sciopero dei medici il 5 dicembre
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Borsa: l'Europa parte positiva, Francoforte +0,24%
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Ho provveduto a spedirle lo spartito al suo indirizzo mail. Saluti cordiali. (c.p.)
SAPEVA NUOTARE PUR ESSENDO DI DOMEGGE DI CADORE
MI DISSE CHE RIMASE AGGRAPPATO PER MOLTE ORE A PEZZI DI LEGNO FINCHE' NON FU CARICATO A BORDO DEL GIOBERTI
RIMASE NUDO MA PROPRIO NUDO
QUANDO GLI FECERO FUMARE UNA SIGARETTA CAPI' CHE ERA VIVO
potreste inviarmi per via email lo spartito musicale S,ANNEDU.....GRAZIE
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Ho provveduto a spedirle copia dello spartito al suo indirizzo privato.
Saluti cordiali. (c.p.)
Potrei avere gli accordi di questo brano? grazie
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Ho provveduto a inviare copia dello spartito richiesto al suo indirizzo privato. (c.p.)
Un grazie di cuore da parte di tutti noi e in modo speciale dalla moglie, per aver ricordato e onorato con questo articolo il nostro caro cugino Costantino. Un ringraziamento anche al suo carissimo amico Filippo che con tanto amore lo ha supportato.
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Grazie di che?
Le parole che ho scritto mi sono sgorgate spontanee dal cuore non appena Filippo Ruiu mi ha comunicato, per telefono, che Costantino non ce l'aveva fatta ed era caduto nell'ultima delle tante battaglie che gli era toccato di combattere nel corso della sua esistenza. Che, nonostante tutto, è stata ricca di esperienze e di rapporti familiari e amicali molto intensi.
Mi resta il ricordo di un amico sincero, che diceva pane al pane e vino al vino. E che, nonostante i limiti impostigli dalla sua condizione di non vedente, non ha mancato mai di partecipare attivamente alla vita comunitaria, oltre che a quella familiare.
Io sono grato a voi e a Lucia, mentre rinnovo la mia partecipazione affettuosa al vostro lutto. (c.p.)
Al di là dei meriti di ciascuno, desidero dare il mio apporto alla discussione, aggiungendo che:
Aggiungo, infine, sempre per chiarezza, che in tutti i comunicati stampa diffusi per l'occasione (ripresi dalla stampa locale e da Internet) Chiaramonti è stata citata.
Saluti, Gerardo Severino
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Grazie per i chiarimenti, caro Comandante e Concittadino.
Resta il fatto che il Sindaco del paese natio dell'Eroe cui è stata intitolata la caserma sassarese delle Fiamme Gialle, nella cerimonia è stato relegato in un angolo, probabilmente non degno di stare accanto al suo collega di Sassari, all'Arcivescovo, al generale Comandante e alla sua gentile signora.
Inoltre, se è vero che, nel suo discorso, il generale ha citato Chiaramonti, è altrettanto vero che gli organi di stampa, di cui ha diffuso i servizi il sito ufficiale della GdF turritana, non ne hanno fatto cenno. Insomma, io, compaesano di Gavino Tolis, mi sono sentito offeso. Probabilmente a torto o forse per eccesso di sensibilità.
Questo è quanto.
Ancora grazie e saluti cari.
Egr. Prof. Carlo Patatu,
quanto Lei ha scritto sul commento a proposito dell’inaugurazione della Caserma della Guardia di Finanza intitolata a mio zio Giovanni Gavino Tolis, mi mette tanta tristezza apprendere che Chiaramonti e i suoi cittadini con il Sindaco in testa non siano stati presi in considerazione.
Non capisco le motivazioni.
Personalmente quando sono stata invitata, circa 20 giorni prima dell’evento, con molto rammarico ho dovuto dire che non potevo andare per problemi famigliari. Certo se mi avessero avvisato in tempo mi sarei organizzata e sarei potuta andare.
Il giorno dell’inaugurazione ho sempre pensato a Sassari e cosa avrebbero detto di mio Zio Giovanni Eroe. Comunque, al di là dei comportamenti altrui siamo orgogliosi di avere un Eroe come parente con i Natali Chiaramontesi.
Un saluto a Lei e alla Sua famiglia.
Giovanna Tolis
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Gentile Signora Giovanna Tolis,
grazie! Grazie soprattutto per avere chiarito che almeno di lei non si è scordato il cerimoniere della Guardia di Finanza che ha curato la regia dell'inaugurazione della nuova caserma sassarese.
Mi riesce difficile comprendere perché mai tanta faciloneria (il luogo di nascita di suo zio non figura nemmeno nella lapide marmorea affissa nell'atrio dell'edificio) da parte di un corpo che, solitamente, presta molta attenzione quando si tratta di organizzare manifestazioni pubbliche che prevedano una larga partecipazione di autorità di vario livello. Potrebbe essere stata la fretta... Sappiamo che la gatta frettolosa fa i gattini ciechi.
In ogni caso, com'è stato detto da più parti, le distrazioni della Guardia di Finanza, nel caso in argomento, nulla tolgono alla grandezza di Giovanni Gavino Tolis e ai suoi gesti generosi quanto disinteressati. Gesti che lo hanno portato alla morte orrenda che bene ci ha raccontato il maggiore Gerardo Severino, al quale noi chiaramontesi siamo molto grati per avere portato alla luce la storia intera del nostro giovane ed eroico compaesano.
La ringrazio dei saluti, che ricambio con viva cordialità. (c.p.)
Buonasera, potrei gentilmente chiedervi gli accordi di S’aneddu? Grazie
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Ho provveduto a spedirle lo spartito al suo indirizzo privato.
Saluti cordiali. (c.p.)
Devo, ahimè, far presente che sulla targa marmorea collocata nell'atrio della nuova caserma non è stata inserita la data di nascita del finanziere Tolis, né tantomeno il luogo.
Restano, anche se con un po' di amarezza, che comunque prescindono, l'onore e l'orgoglio che tale intitolazione dovrebbe suscitare in noi chiaramontesi, poiché da oggi la sede dell'intero Comando Provinciale porta il nome di un nostro compaesano, che ha vissuto come noi la propria infanzia e giovinezza fra queste colline e che tanto lustro ha dato non solo a questa comunità ma all'Italia intera, che serviva; un esempio di valori universali, in difesa dei quali conobbe la morte.
Tutto ciò dovrebbe restare ben vivido nelle nostre menti. Cerimoniali a parte.
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Giusto, Simone. La gaffe degli alti papaveri delle Fiamme Gialle nulla toglie alla grandezza del nostro Gavino Tolis e ai suoi gesti generosi. Tuttavia, come tu dici, resta in noi tanta amarezza. Che abbiamo il dovere di rendere pubblica. In suo nome e nel suo ricordo. (c.p.)
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Ho provveduto a inviarle lo spartito al suo indirizzo privato.
Saluti cordiali. (c.p.)
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Ho provveduto a inviarle gli spartiti richiesti al suo indirizzo privato. Saluti cordiali. (c.p.)
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Le ho inviato lo spartito al suo indirizzo privato. Saluti cordiali. (c.p.)
Mio padre Rappa Filippo, appuntato dei carabinieri reali, è stato dichiarato disperso. Anche lui si trovava sulla Neptunia. Qualcuno può darmi qualche notizia? Un particolare, pare che mio Papà si sia lanciato tra i primi essendo un provetto nuotatore. Grazie.
Al di là delle cronache del tempo, talvolta curiose (leggasi Babilonia), emerge lo stato umano, più che religioso. Lo strato sociale, quasi penoso, per buona parte delle famiglie, era abbastanza misero. L'abbandono, talvolta forzato, delle proprie virtù, da parte di quelle dieci/dodici fanciulle, denotava, in larga misura, la povertà assoluta e tutta a vantaggio, a piacimento, dei prinzipàles, che soddisfavano le proprie ”voglie”, dentro e fuori dal matrimonio.
Anche la Chiesa, che tanto si preoccupava di “catalogare”, “monitorare”, “condannare” queste situazioni, bollava colui/colei, che era nato fuori sacramento, come “spurius”. Negli atti battesimali questo aggettivo era ben evidenziato, così pure, nei registri comunali, l'acronimo -per la paternità- era N.N. (NESSUNO) anche se, geneticamente, era da tutti conosciuta. La stessa Chiesa, che pretendeva moralità, uguaglianza, denunciava lo stato di “irregolarità” chi intendeva avviarsi al sacerdozio. Ai figli illegittimi le porte del seminario era sbarrate (risanata, mi pare, negli anni '70 del novecento, ma con speciale dispensa).
Così pure le fanciulle incontravano opposizione -quasi un veto- della famiglia dell'innamorato. Non tenevano conto della discriminazione umana che, questi, si portavano appresso per tutta la loro esistenza: erano “ bùldos/bùrdos ” e tali rimanevano. Questi appellativi, ingiuriosi, riecheggiavano e riaffioravano nelle situazioni di difficoltà, di scontri verbali e fisici. Un attacco violento per annientare, per annullare la propria autostima, come se fosse un disonore da portarsi appresso. Diritti negati, una tara irrimediabile e frutto del “peccato”. Come la Chiesa lo circoscriveva.
Quante belle tradizioni si perdono nel tempo.
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Hai ragione, Alessandro. E, insieme alle belle tradizioni, quante persone care, quanti amici, quanti volti familiari scompaiono, col passare del tempo. Chi invecchia assiste a questi eventi e non può non rattristarsene. Ma il tempo, che è galantuomo, si porta via anche consuetudini e tradizioni che non hanno alcun titolo per essere mantenute e ricordate. E così le cose si riequilibrano.
Saluti. (c.p.)
Carlo, ho deciso di non comprare più il Corriere della Sera che leggo per via di Massimo Franco, Antonio Polito etc..etc.. Preferisco leggere e sentire te.
Ciao Bruno.
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La cosa, se vera, mi lusinga non poco. Anche se mi dispiace per il Corrierone. (c.p.)
Riavvolgendo il nastro della microstoria paesana, una ricorrenza del passato per San Giovanni di 79 anni fa, ovvero 1939: l'Organismo del Dopolavoro (presieduto dal Fiduciario dott. Costantino Arru e i componenti Tore Rottigni, Giulio Falchi, Gigi e Nicolino Madau, Gavino Grixoni) quell'anno aveva “preso” il Comitato per i festeggiamenti.
Ricco il programma: luminarie, Messa cantata, processione e panegirico tenuto da un illustre personaggio della teologia e storia della Sardegna - monsignor Damiano Filia. Due le serate di gare poetiche, con i rinomati Salvatore Tucconi, Francesco Demartis e Sebastiano Budroni. Anche una gara ciclistica (Chiaramonti-Martis -percorso ripetuto per tre volte) che vide vittoriosi Giuseppe Lorenzoni, Mario Virdis, Nicolino Piras e Costantino Pedretti. Non bastava: anche la gara di tiro al piattello. Difàttis, dàe Nulvi, Piaghe, Uthièri e Osile unu saccu 'e zènte !
Vi ringrazio per l'interesse e gli elogi, spero di fare sempre del mio meglio per la mia famiglia e per il mio paese!
Grazie ancora!!
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Grazie a te. Per noi è motivo di orgoglio apprendere che i nostri giovani non sono inetti e incapaci, come talvolta si vuole far credere. Tu hai contribuito a portare alto il nome del tuo paese, che è anche il mio.
Ad maiora! (c.p.)