di Angelino Tedde, Andreina Cascioni, Giovanni Soro

Non si può negare che Donna Lucia Tedde nel suo testamento non si sia preoccupata delle chiese urbane e rurali di Chiaramonti  in cambio di suffragi per la sua anima di  presunta  penitente [1].

di Carlo Patatu

“La Russia è aperta al dialogo con l'Ucraina e pronta a discutere le questioni più complesse. […] Rispettiamo la lingua e le tradizioni ucraine. Rispettiamo il desiderio degli ucraini di vedere il loro paese libero, sicuro e prospero”.

Oggi ricorre la festa della Donna. Il mio pensiero va alle tante mamme che, oberate di borse e tenendo per mano i figli, fuggono disperate dalla guerra in Ucraina.

di Carlo Patatu

ebbraio ci ha lasciato facendo intravedere, anche alla Sardegna, un po’ di luce in fondo al tunnel.

di Carlo Patatu

ulli di tamburi e squilli di trombe guerriere frammisti a boati di esplosioni provengono dall’Est europeo, assordandoci le orecchie e mettendoci in ambasce.

di Carlo Patatu

alla notte di San Silvestro e fino all’inizio della Quaresima, al “Fontana” si sospendevano le proiezioni cinematografiche per lasciare spazio ai balli di carnevale.  Per un paio di mesi, su cinema si trasformava in soziu[i].

di Bainzu Truddaju

Cando carrucaias a s’arzola

mannas de trigu da-e Sos Pianos,

fis sa sienda de sos chitulanos

padronos tuos: in su lettu tou

impremiat sabore ‘e pane nou

sa prosperosa ispiga campagnola.

di Carlo Patatu

Domani 17 Febbraio ricorrerà il 1° centenario della nascita di un insegnante eccezionale della scuola elementare: il maestro Mario Lodi. Per ricordarlo, ripropongo la lettura di un mio articolo pubblicato sul personaggio otto anni fa, in occasione della sua scomparsa.

di Giovanni Soro

Isculta su ‘entu salidu

de su mare

chi attristat sas ervas

delicadas

e bocchit sas isperas

in su coro.

di Carlo Patatu

e scarne notizie attinte dalle poche fonti a disposizione sono tuttavia sufficienti per consentirci di comprendere che il villaggio di Chiaramonti si costituì alle pendici del monte San Matteo e immediatamente sotto le mura del castello, che poteva offrire rifugio e protezione nei momenti di necessità.

Per non dimenticare le vittime delle violenze dei partigiani comunisti iugoslavi dopo l’8 Settembre 1943 e nell’immediato dopoguerra – Molti italiani che, dopo la Prima Guerra mondiale, avevano occupato L’Istria, furono passati per le armi e infoibati

di Carlo Patatu

di Istevene Demelas

Sa muzere ‘e s’amigu est cosa rara

chi che issa bi nd’hat pagu dotadas,

ca leat su maridu a isugnadas

e nde li zappat sa pedde ‘e sa cara.