Il periodo va diviso in tre parti: - Fino al 1919, avevano diritto di voto i soli uomini con un certo reddito. Il sindaco era di "nomina regia", dovendosi scomodare, per firmarne il decreto di nomina, il capo del Governo.
- La legge elettorale del 1919 estese il diritto di voto ai cittadini di sesso maschile che sapevano leggere e scrivere; o che avessero adempiuto agli obblighi di leva. Il sindaco era eletto dal consiglio comunale al proprio interno.
- Con l'avvento del fascismo la legge elettorale subì altre modifiche. Dal Maggio 1926 e fino all'Ottobre 1943, questo Comune fu retto da podestà e commissari di nomina governativa. Che dovevano rispondere, non al consiglio comunale (che era stato abolito), ma alle autorità di governo (prefetto, ispettori, commissari politici, etc.). Caduto il fascismo, il CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) sostituì i podestà con nuovi commissari prefettizi e poi con sindaci espressi dallo stesso CLN. Fino al 1946. Una nuova riforma elettorale estese il diritto di voto a tutti i cittadini (uomini e donne) che avevano compiuto la maggiore età. E così il 10 Marzo 1946 si svolsero le prime elezioni comunali a suffragio universale.
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