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Cappellacci governatore della Sardegna |
Scritto da Carlo Patatu |
Martedì 17 Febbraio 2009 18:27 |
Renato Soru non ce l’ha fatta. La maggioranza degli elettori gli ha voltato le spalle e ha riaffidato al centrodestra il governo della Regione. Fino al 2014. Ugo Cappellacci è il nuovo presidente di tutti i sardi. Anche di chi non lo ha votato. In democrazia vale sempre il principio del +1. Chi prende un voto in più ha vinto e si fa carico di governare. Nel caso nostro, i voti dati al centrodestra sono ben più d’uno. Infatti, la vittoria di Cappellacci è netta. Senza ombre o dubbi che possano intaccarne la legittimità. Giuridica e politica. Pertanto sarà bene ribadire che, comunque vadano (o siano andate) le cose, il Popolo è sovrano. Quando si esprime nell’urna, ha sempre ragione. Semmai tocca a chi vince e a chi perde ragionarci su. Per indagare sul perché dei consensi ottenuti e di quelli mancati. C’è sempre un motivo. L’importante è non dare dell’imbecille a chi ha votato per il vincitore di turno. È un errore molto diffuso, nel quale sovente ci capita di cadere. E di persistere, purtroppo. “Ha vinto Cappellacci o ha perso Soru?”, ha chiesto il giornalista a un politico, nel salotto di Videolina. Bella domanda! Gli analisti non mancheranno di darci qualche risposta. Intanto osserviamo che, stando ai dati (ancora non definitivi, purtroppo!), Renato Soru ha preso più voti (42,94%) della coalizione che lo sostiene (38,98%); al contrario di Cappellacci, che ha avuto meno consensi (51,83%) dell’insieme delle liste di centrodestra (56,13%). Probabilmente, gli elettori di centrosinistra hanno creduto più in Soru e meno nei partiti litigiosi che lo hanno affiancato. Quelli di centrodestra pare abbiano confidato più nella coalizione che nel candidato presidente. Ma il discorso si complica se teniamo conto delle dinamiche varie e curiose che potrebbe avere innescato il voto disgiunto. Crediamo che a Renato Soru, più che la campagna efficace condotta dal centrodestra, abbia nuociuto la scarsa capacità di comunicare alla gente le cose fatte. Gran parte delle quali, a nostro parere, non mancheranno di produrre ricadute di segno positivo sull’economia e sul governo regionali. Vero è che, in taluni casi (tassa sul lusso, iscrizione in bilancio di somme di là da venire, etc.), la giunta Soru si è fatta bacchettare in modo severo dall’alta Corte. Il che ha regalato ossigeno agli avversari. Interni ed esterni. Si è trattato di errori gravi che lo staff presidenziale non poteva (non doveva) permettersi il lusso di commettere. Ma, così com’è accaduto a Prodi, la litigiosità di partiti e partitini, capi e capetti, è stata causa non secondaria del tracollo di Soru. Che, anche questo lo si vede dire, è persona dotata di capacità progettuali notevoli, oltre che di determinazione e perseveranza. E che, pur nell’amarezza per la sconfitta, ha avuto il buon gusto di esprimere parole di grande rispetto per gli elettori e per Cappellacci. Al quale ha fatto personalmente gli auguri. La gente della strada, qui noi ci collochiamo, in ossequio al voto popolare deve fare credito a chi le elezioni le ha vinte. Senza manifestare antipatie preconcette, né vaticinare sfracelli. Ma non rinunciando a seguire con attenzione critica il percorso che da Cappellacci sarà tracciato di qui a qualche giorno. È con questo spirito che rivolgiamo al neo presidente, alla giunta che andrà a costituire e alla nuova assemblea regionale i più fervidi auguri di buon lavoro. Dati i tempi, di auguri abbiamo bisogno. Con la speranza che non ci vengano ricambiati con altre delusioni.
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Ultimo aggiornamento Venerdì 20 Febbraio 2009 15:24 |
Commenti (14)
Je ne fait pas de politique, juste quelques reflexions:
- Comment ce fait-il qu'un candidat de droite a été élu avec une si grande majorité?
- Pourquoi le candidat (de gauche) Monsieur Soru n'a t-il pas su convaincre les électeurs du bien fondé des idées de son parti?
- Le candidat de Berlusconi a-t-il été élu simplement pour un changement de pouvoir, et de politique? Et si oui, quels changements attendent ces électeurs?
- Berlusconi, étant le dirigeant absolu des chaines de télévisions italiennes, n'a-t-il pas favorisé, médiatisé son candidat au détriment des candidats de gauche?
- Si en Sardaigne, on construit des hôtels le long de vos magnifiques plages de sable blanc. C'est sûr les touristes vont afluer en masse. Mais a quel prix!!!!!!!
Ne pensez vous pas que le tourisme risque de détériorer ces plendides paysages? Les touristes ne vont-ils pas poluer, abimer l'environement? Les hôtels et villas auront leurs plages privées et vous les cytoiens de Sardaigne où irez-vous vous baigner? Comment pourrez-vous profiter du soleil et vous divertir en famille, si vous n'avez plus la liberté de circuler sur vos plages???
C'est vrai que je ne suis pas sarde, et vous allez me dire que ça ne me conserne pas. Mais il serait dommage et triste de gâcher une si belle et( je me repete) magnique destination et ici c'est la touriste qui parle.
Je souhaiterais remettre mes sincères et respectueuses salutations à tous, qui avez la chance de vivre en Sardaigne.
Muriel. (Belgique)
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Traduzione
Non sono sarda, ma ho avuto la fortuna di visitare due o tre volte la Sardegna (soprattutto il Nord: Alghero, Sassari, Castelsardo, Santa Teresa, La Maddalena... e ho visitato la Costa Smeralda, che è bella ma finanziariamente inaccessibile). La Sardegna è un'isola bellissima, con bei paesaggi e una gastronomia deliziosa. Gli abitanti sono molto ospitali.
Non voglio fare politica, ma soltanto qualche riflessione:
− Come mai un candidato di destra è stato eletto con una così larga maggioranza?
− Perché il candidato della sinistra signor Soru non ha saputo convincere gli elettori circa la bontà delle idee del proprio partito?
− Il candidato di Berlusconi è stato eletto semplicemente per ottenere un'alternanza nella gestione del potere e delle politiche? E, se si, quali cambiamenti si aspettano questi elettori?
− Berlusconi, essendo il capo assoluto dei canali della televisione italiana, non ha forse favorito e mediatizzato il proprio candidato, in danno dei candidati della sinistra?
− Se in Sardegna si costruiscono alberghi lungo le vostre spiagge magnifiche, è certo che i turisti ci andranno numerosi. Ma a qual prezzo!!!
Non credete voi che il turismo corra il rischio di deteriorare tali splendidi paesaggi? I turisti non vogliono inquinare e danneggiare l'ambiente? Gli alberghi e le ville avranno le loro spiagge private; e voi sardi dove andrete a farvi i bagni di mare? Come potrete godervi il sole e divertirvi in famiglia, se non avrete più la libertà di accedere liberamente alle vostre spiagge???
È vero che io non sono sarda, e voi potrete dirmi che tutto ciò non mi riguarda. Ma sarebbe dannoso e ben triste sprecare una così bella e (lo ripeto) magnifica meta, e qui è la turista che parla.
Desidererei trasmettere i miei sinceri e rispettosi saluti a tutti voi, che avete la fortuna di vivere in Sardegna.
Muriel (Belgio)
Un caro saluto a tutti
N. Leonarda Scanu/Roma
saluti
Sperando di poterti ringraziare di persona alla prima occasione utile, se posso permettermi: "grazie Zio Tore".
Io non mi reputo un fatalista né un remissivo. Mi considero piuttosto un realista, e credo che da 50 anni a questa parte le cose (almeno in Sardegna), dal punto di vista lavorativo e delle opportunità, non si siano poi evolute in maniera così eclatante o, almeno, molto (troppo) a rilento rispetto agli altri paesi.
Una cosa è difendere la nostra cultura, una cosa è chiudersi in se stessi e non rendersi conto di cosa ci circonda. Nessuno vuole abbandonare le proprie origini né la propria cultura. Ci mancherebbe! Però, allo stesso tempo, chiudere gli occhi cercando di cancellare il mondo e mettere una barriera contro tutto quello che viene da fuori mi sembra una cosa che ci farebbe solo regredire.
Grazie ai contatti che ho con l'estero e poiché, in qualche modo, anch'io ho avuto modo di vivere in un altro paese, mi rendo conto che qua siamo davvero anni luce indietro. E non parlo solo di mera burocrazia e di servizi in genere, ma soprattutto mi riferisco al settore che, secondo molti, sarebbe (o potrebbe essere) proprio la fonte principale del nostro sostentamento: il turismo. Se almeno si fosse capaci davvero di gestirlo.
E’ palese che l'unico posto nel quale non ci sarà mai crisi è la Costa Smeralda. E per quanto qualcuno possa definirla come "l'epicentro della colonizzazione", che piaccia o no, senza fare inutili analisi approfondite, è un pezzo di Sardegna che potrebbe davvero dar lezioni su come si gestisce il turismo che funziona.
Il fatto di essere custodi della natura non significa certo permettere che si costruiscano i palazzi a pochi metri dal mare come in Florida o un bar nel mezzo dell'isola di Spargi, ma neanche vivere nell'età della pietra senza, un esempio tra tanti, cassonetti della spazzatura nei luoghi di villeggiatura, né servizi igienici per noi e per chi, come noi, vuole godere delle nostre bellezze. Non si pretende che si costruiscano delle Jacuzzi, ma almeno si forniscano servizi fondamentali.
Davvero riesce lei ad immaginare questa Sardegna indipendente? Io no, neanche nella più lontana delle mie fantasie. E poi, cosa di non poco conto: ma lei è davvero sicuro che i Sardi vorrebbero una Sardegna sola e unita, avendone realmente l'opportunità? Crede che la nascita e lo sviluppo di una sola Sardegna a sé stante sarebbero possibili? Non abbiamo neanche una sola lingua, se non la sperimentale norma scritta di riferimento e di “rappresentanza” chiamata Limba Sarda Comuna (che in Campidano hanno per giunta contestato)! Un nuorese non sentirà mai un legame unitario con un campidanese per una miriade di ragioni. Così come un piemontese non sentirà mai un legame unitario con un calabrese. L'unità d'Italia, per la quale il buon vecchio Giuseppe ha dato l'anima, è solo un flop. L'unità d'Italia si ha forse allo stadio, quando si gioca Italia-Francia. Pensi che tristezza.
E questa non è pura invenzione; ce ne rendiamo conto nelle piccole cose di tutti i giorni: dalle notizie più importanti sui quotidiani o le televisioni sino alle piccole scaramucce "razziste" da bar. Lo stesso succede qua in Sardegna, e non è cosa di poco conto; al contrario.
Allora che dovremmo fare? Cercare di creare delle "isole" indipendenti più piccole all'interno dell'isola maggiore come le scatole cinesi?
Decidere chi è meglio di chi secondo criteri meritocratici o storici e accorpare queste piccole ipotetiche realtà indipendenti ad una più grande, più competente, più organizzata? Ben venga la globalizzazione se serve a farci respirare aria nuova aprendo e non chiudendo, facendoci confrontare con gli altri, per imparare da loro e allo stesso tempo insegnare e mostrare agli altri ciò che siamo, ciò che noi sappiamo e abbiamo.
Un'ultima cosa riguardo "il modo di vivere degli americani". Non so esattamente a cosa si riferisca. Spero non si riferisca alla solita generalizzazione sulla mancanza di valori, il consumismo esagerato, il falso perbenismo o luoghi comuni del genere "qui è meglio, là è peggio", usati da chi, per la maggior parte, l’America l’ha vista solo in cartolina, perché, come si suol dire: "in dogni gianna b'at giaos".
Cordiali saluti.
Caro Ottavio, eri comunista rivoluzionario, poi Pci moderato poi PDS, poi PD e adesso parli come un sardista indipendentista. Oggi sei un centrista, neanche socialista. Ti sei dimenticato le tue origini?? Non è rispettando le tradizioni che un popolo progredisce, lo sai bene! Dopo la caduta del muro di Berlino, gli stati che hanno avuto l'indipendenza, indipendenti lo erano già prima della guerra 40-45. Non sono spuntati dal nulla.
La mondializzazione non influisce nell'indipendenza delle nazioni, è solo il tuo modo di pensare. La Padania non diventerà mai indipendente, come pure tutte le regioni d'Italia. Forse la Francia lascerà l'indipendenza alla Corsica? Mai e poi mai!
Per quanto riguarda il modo di pensare e vestire dei sardi, esageri molto. Parli come un islamico. Ti faccio sapere che i sardi sono consapevoli dei loro atti. Hanno votato a destra? E' una loro scelta, vedremo le conseguenze più tardi. Dici anche che tu, come emigrato, vedi le cose, l'evoluzione dell'uomo e il progresso meglio dei sardi e dei compaesani che vivono in Sardegna. In quanto a te, vivi in un Belgio americanizzato. Allora mi fai capire che non segui la linea del tuo partito, PD-centro!!
Ti dico con tanta covinzione che i sardi leggono, scrivono e sono intelligenti più di quanto pensi. Nel nostro paese c'è un grande bagaglio di intellettuali che altri paesi ci invidiano. Il Belgio è un popolo di immigrati, non esiste il vero belga. Vedi le origini del Belgio. "Non è perchè siamo emigrati e viviamo a contatto con altre razze, siamo più intelligenti dei sardi che vivono in Sardegna". É assurdo dire questo.
In quanto al modo di vestire, i sardi sono moderni, eleganti come tutti gli italiani al mondo. Tu, se vuoi, "PONEDI SU COSTUMINE E-I SU BONETTE e lassa in paghe sos sardos modernos".
Vivere le feste tradizionali d'accordo, peró seguire l'evoluzionismo massivo dei popoli industrializzati oggi è quasi un obbligo. Non dimentichiamo che 30 milioni "de sos moros" vivono in Europa. Con le loro tradizioni, lingua e abbigliamento millenari che vogliono imporre agli europei. É questo che le generazioni future dovranno affrontare, per non essere colonizzati "dai sos moros".
L'uomo andrà a vivere su un altro pianeta, non vestito "cun su berretteddu montagninu", oppure come lo sono "sos moros" ancora oggi.
CUMPRESU CARU CARRALE?? Per finire dico: siamo sardi, ma italiani, e ne siamo fieri! Rispettiamo la democrazia. Se non va si cambia.
VIVA LA SARDEGNA, VIVA CHIARAMONTI, VIVA RIFONDAZIONE COMUNISTA.
MARIO SODDU.
Thomas ha ereditato dallo zio, non solo il nome, ma anche la capacità di delineare con pochi tratti pittorici, gli effetti devastanti che avranno questi risultati elettorali. Lui spera di sbagliarsi e lo spero anch'io, ma credo che sia una pia illusione. Quel quadretto dipinto da Thomas vale più dei fiumi d'inchiostro consumati (e da consumare) sui giornali e delle “colate” di frasi fatte e parole pronunciate (e da pronunciare) nei dibattiti dove si frigge l'aria.
Questo è il quadro, questa è la dura realtà, creata con la complicità del Partito Sardo d'Azione. Le altre discussioni sono ciarpame da buttare nella pattumiera senza neanche perdere tempo alla scelta imposta dal riciclaggio.
In italia e in Sardegna (staremo a vedere) é in atto l'instaurazione di un regime, infatti chi é al potere non si accontenta di rispettare le leggi, ma... LE VUOLE CAMBIARE e farle su misura per la persona del Presidente del consiglio in carica, per gli amici del Nord che vogliono, non l'autonomia, ma l'indipendenza.
I sardi abbiamo ottenuto l'autonomia, subito dopo la seconda guerra mondiale, insieme ad altre regioni, per dei motivi ben precisi, che non sto ad elencare, e che si riferivano a delle differenze essenziali: insularità, cultura, lingua, ecc. Nel momento in cui i popoli del nord Italia, vogliono più autonomia, noi lasciamo che la nostra sia diluita in quel grande calderone chè é la mondializzazione.
Come spiega, signor CAPPAI, che in questi ultimi decenni, alla mondializzazione rampante, abbia corrisposto la nascita di decine e decine di nuovi stati indipendenti? I sardi, dovremmo scomparire culturalmente e fisicamente, perché non abbiamo i mezzi finanziari della Padania?
Il popolo sardo é il custode di questo grande dono ché é la natura, ereditato da chi ci ha preceduto; o siamo capaci di farlo, o siamo destinati a un declino che ci porterà all'estinzione, o a vivere in una grande riserva, come gli indiani d'America.
Evoluzione delle lingue, evoluzione tout court? NON SIGNIFICA ABBANDONARE LE SUE ORIGINI, I SUOI MODI DI VESTIRE, DI PARLARE, DI NUTRIRSI, DI DISSETARSI.
Proprio perché vivo all'estero, (non chiuso in casa), e vivendo in un paese che il fenomeno della mondializzazione lo conosce da decenni, ne conosco i limiti, in anticipo su voi residenti da sempre in Sardegna, che siete agli albori del fenomeno, i Belgi si erano talmente conformati al modo di vivere degli Americani che hanno perso il senso dell'appartenenza, delle loro tradizioni, con la crisi del modello Americano, si sentono orfani, molti si sentono stranieri senza aver mai lasciato la loro città.
Mi riservo di intervenire ulteriormente (la redazione permettendo).
Ottavio SODDU - Belgio
Saluti. Francesco Soddu - Roma
Salvatore
Chiariamo subito un fatto: la politica è lontana anni luce dai bisogni del cittadino. Seguo la retorica del "sono tutti uguali sia a destra che a sinistra", quindi, personalmente, preferisco definirmi fondamentalmente apolitico nonostante, come tutti, abbia le mie piccole preferenze.
Per prima cosa non mi sembra corretto chiamare remissivi coloro che hanno votato Cappellacci. Non parliamo di uno scarto di poche centinaia di voti. Qua c'è stata una vera disfatta della sinistra di Soru. Dare dei remissivi ai tantissimi che non hanno votato come speravamo è grande segnale di egoismo e sintomo di incapacità democratica. Sarebbe meglio dire semplicemente che il popolo avrà ciò che si merita, senza scendere in giudizi collettivi azzardati.
Non ho poi ben capito cosa intenda lei per autonomia. Credo (e mi scuso se ho capito male) che la sua idea di autonomia sia più vicina a quella di indipendenza. Il suo modo di vedere la sardità mi sembra il tipico cliché di qualcuno che è rimasto nel suo mondo di nostalgia campanilistica, ed il fatto che lei abbia vissuto e viva all'estero ha probabilmente contribuito ad amplificare questo. Senza pensare che, purtroppo o per fortuna, i tempi cambiano.
Commenta poi sul modo di "vestire sempre più all'americana". In questo caso posso citarle il semplice esempio di mio nonno, che aveva già la sua bella età, e indossava i Jeans (come li indosso io e li indossa sicuramente lei) e qualche volta le scarpe da tennis, perché comode. E i Jeans sono stati (e sono ancora, insieme alla Coca Cola e tanto altro), una delle tante espressioni dell' americanizzazione del globo. Non riesco quindi proprio ad immaginare una "sardità" che sia tale a seconda di come ci si veste o nell' indossare pantaloni e giacca di velluto.
Un'altra cosa sulla quale sono parzialmente in disaccordo con lei: il problema della lingua. Dico parzialmente perché mi rendo conto che sarebbe un peccato perdere questa nostra lingua, così come è un peccato (ma ne capisco le difficoltà materiali) il non curarsi di insegnarla in maniera strutturata e non lasciare l'insegnamento solo in mano ad iniziative private. Se non ci pensano i genitori, insomma, si dovrebbero cercare altre soluzioni. Allo stesso tempo, però, la contaminazione dell'inglese nella nostra lingua (così in italiano come in sardo) è un fenomeno inarrestabile che non dipende dalla sola volontà di chi la parla. La lingua semplicemente muta, si evolve, si trasforma. E non è una colpa, ma un semplice dato di fatto. Noi stessi non parliamo più l'italiano parlato in epoca manzoniana.
Diventare puristi della lingua, cercando di chiamare il freezer "congelatore", per esempio, è operazione ardua, se non impossibile: primo perché l'abitudine linguistica dell’utilizzo ormai consolitada è difficile da scardinare; secondo perché bisognerebbe coniare nuovi termini che altrimenti non esisterebbero. Non per niente l'espressione: "atzende su televisore, pone a Canale 5" (e soprattutto "televisore", in questo caso) non ha esattamente sapore di "sardità"; ma viene usata comunque.
Terzo punto: credere solo nel dio denaro. Non mi sembra che sia questa una malattia portataci dai "colonizzatori". A meno che non si voglia tornare indietro nel passato più remoto analizzando le cause di chi fu la prima persona o il primo gruppo che volle più potere sugli altri. E proprio il potere, nella stragrande maggioranza dei casi, lo hanno sempre giustificato il terrore esercitato sui deboli o gli ignoranti e la moneta, italiana, spagnola o francese che fosse. E i sardi, (senza andare lontano, basti pensare ai tanti proprietarucoli di paese che usavano e abusavano della loro influenza sui mezzadri o sui servi pastori) in quanto tali, non avevano e non avranno bisogno di scuse colonizzatrici per adorare il dio denaro.
Credo che questo allarmismo portato dalla vittoria del centro-destra sia assolutamente esagerato ed esasperato dalla ancora presente vecchia visione: destra-fascismo-DC, quindi male; sinistra-comunismo, quindi bene. Credo inoltre che una Sardegna autonoma, nel senso di indipendente, sia impensabile. Non ne saremmo capaci, perché manca nella mentalità della stragrande maggioranza delle persone proprio quel riuscire a confrontarsi e imparare da ciò che sta al di là dei nostri confini. Evitando, quindi, il più comune errore nel pensare che il "nostro" è sempre meglio del "resto". E tutto questo lo si conquista soprattutto con l'umiltà, guardando al di là della finestra di casa nostra.
Comunque sia, anche questa tormenta passerà; la politica seguirà i suoi cicli e chi prenderà il posto di Cappellacci (che spero faccia bene il suo lavoro per tutti, durante il suo mandato) avrà le sue proprie gatte da pelare, riceverà la sua dose di insulti e di critiche da chi non sta dalla sua parte, avrà opinioni da ascoltare, commetterà i suoi errori e gioirà delle sue soddisfazioni. Rimanendo, comunque, da buon politico moderno, ancorato alla sua poltrona spargendo sorrisi e strette di mano consolatorie via satellite.
Nuovo... vecchio... carcere di massima sicurezza all'Asinara. Centrale nucleare o deposito scorie sull'isola.
Spero solo di sbagliare.
P.S.: La meritocrazia non paga, il clientelismo si.
Io, che vivo fuori e vengo spesso in Sardegna, avevo già notato la perdita di molti valori della sardità,i giovani che non parlano più o poco il sardo, gli adulti che parlano solo in italiano ai figli, il modo di vestire sempre più all'americana (berrettini portati anche dagli anziani, scarpette da basket portate da anziani in costume della domenica, l'uso sproporzionato di vocaboli in inglese nella parlata e sulla stampa, il credere solo nel dio denaro, ecc.
Attenzione! Perché è in atto la colonizzazione della Sardegna, quel nano affabulatore arricchitosi sotto l'ala protettrice di Craxi, sta allungando ancora di più i tentacoli per soffocare le aspirazioni dei sardi onesti e rispettosi della legge. In Italia é in atto l'instaurazione di un regime, democraticamente eletto, che sta cambiando le regole e le leggi, in favore dei più potenti, lasciando ai meno abbienti le briciole.
Sono amareggiato, non solo perché Soru ha perso, ma per il modo col quale ha vinto Berlusconi. In questo momento, penso a GRAMSCI, LUSSU, BERLINGUER e a tutti i sardi che hanno creduto e credono nell'Autonomia, e... mi sia permesso lo sfogo... provo una profonda vergogna per la remissività della maggioranza dei sardi.
E' solo un primo commento a caldo, vorrei conoscere cosa ne pensano i lettori e parlarne con loro.
Ottavio SODDU - Mons, Belgio