di Giorgio Falchi (1843-1922)
Dopo trentadue anni di vicariato in questa parrocchia, il pio e caritatevole sacerdote Ignazio Satta per motivo di malattia si ridusse a vivere nel villaggio di Florinas, sua diletta patria. Per somma disavventura di questa popolazione a sostituirlo nella cura delle anime venne destinato il frate carmelitano Stefano Maria Pezzi nativo di Alghero, uomo coltissimo ed avido di pecunia. In breve tempo impiegando la sua astuzia volpina riuscì ad accattivarsi la stima dei primari del paese, i quali finì per asservire e renderli proni ai suoi voleri.
Non pago, da povero in canna qual era, di esser riuscito ad ammassare pecunia non poca, nel 1878 ideò di procurarsi un comodo e gratuito alloggio a spese della chiesa parrocchiale. E di leggieri poté riuscire nel propostosi divisamento, essendo nella Commissione parrocchiale persone affiliate alla sacrestia ed a lui devotissime.
Né l'astuto frate lasciava di affermare, che nella costruzione del caseggiato, oltre di avervi profuso i fondi parrocchiali, il danaro proprio eziandio aveva impiegato onde condurlo a compimento. E sull'affermazione del controllo sulle fatte ebbe a rispondere non solo con reciso rifiuto, ma nel più breve tempo riteneva come cosa propria i due migliori magazzini esistenti nel fabbricato, salvo poi nel proprio interesse ad alienarli a caro prezzo al merciaiuolo Schintu Salvator Angelo.
Né il male operato dal vicario in pregiudizio degli interessi di questa parrocchia fu biasimato dall'arcivescovo di Sassari, ma quasi ritenuto atto di benemerenza, in grazia dell'interessamento dell'ex gesuita canonico Panedda, intimo amico del menzionato parroco ed in allora il deus ex machina presso l'Ordinario ed il factotum nella curia vescovile.
Cfr. Carlo Patatu, Chiaramonti - Le cronache di Giorgio Falchi, ed. Studiumadp, Sassari 2004, pagina 110
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