Questa poesia, carica di significati e straripante di una malinconia che solo l'emigrante può serbare nel cuore e nei pensieri, sempre rivolti alla propria Terra lontana, è stata musicata dal maestro Salvatore Moraccini e fa parte del repertorio del Coro Sos Apostulos di Chiaramonti. Che la eseguono con bravura, riscuotendo il successo che il loro canto merita.
Ve la proponiamo, oltre che nel testo scritto, nell'interpretazione del coro chiaramontese registrata nella basilica di Sant'Antioco di Bisarcio. La registrazione ci è stata fornita da Francesco Brundu, componente del coro medesimo. Lo ringraziamo.
Per ascoltare l'audio, clicca sul trangolino nero dell'icona qui sotto. {mgmediabot2}path=images/stories/media/salemaria/pro_semigradu_small.mp3|type=mp3|buffer=8|displayheight=0|autoplay=false|width=250|height=18{/mgmediabot2}
Canto istasero pro chi bratzos de 'entu galana lis aporran custa 'oghe, a fizu e frade attesu da inoghe ma carignados cun su pensamentu.
Canto istasero cun boghe serena pro dogni sardu ch'est in terra anzena.
Die de dolu e turmentu sa die cando s'abratzu han dadu 'e dispedida, lassendenos cun s’anima ispartida su coro mesu inoghe mesu inie.
Canto istasero cun boghe serena pro dogni sardu ch'est in terra anzena.
Mamas isettan ancora sos fizos che rundines torrende a mesu Abrile, benennid’a lis dare in su giannile che in sa dispedida a manu in chizos.
Canto istasero cun boghe serena pro dogni sardu ch'est in terra anzena.
Custu cantare si peset in bolu gitendeche sa nostra cumpagnia cund’un’istiza de terra nadìa siat istrinta ‘e manu e de consolu.
Sa die 21 de Maju 2007 |
La cosa che più mi colpisce di tutto questo è la storia e la cultura che si tramanda tramite persone che hanno a cuore il far conoscere e non le nostre radici, che riescono ancora a tenere in piedi un paese che invecchia e che si vede in tante case dalle porte chiuse, abitate solo dai ricordi di persone che sono passate. Un paese che non riesce a tenersi i giovani che, per avere un futuro migliore, sono costretti ancora a partire.
Personalmente non mi sono sentito mai un emigrato, forse per il fatto che ho cominciato a viaggiare dall'età di due anni e non ho lasciato l'Italia se non per turismo. Ma la Sardegna è per me la terra più cara e preziosa, tanto da non resistere neanche un anno senza vederla e assaporare i profumi unici di questa terra e che nel sentirli mi provocano una grande emozione.
Per non perdere il nostro dialetto ho scelto come compagna di vita una ragazza sarda, per di più del mio paese, per portarmi un po di Sardegna nella mia casa, nel Continente. Cosa lasciamo ai nostri figli della nostra storia se non c'è qualquno che le racconta e le tramanda?. Ben vengano i libri che ci raccontano la nostra storia, la poesia e i canti che con passione e dedizione rendono presente i ricordi della nostra cultura e storia e la tramandano ai nostri figli. Ed è bello che ci sia qualcuno che le racconti in libri, poesia e canti, per fermarci un attimo a riflettere. Quanto sono preziosi i testimoni, che hanno vissuti e raccontano.
Grazie amici che ci siete e rendete attraente la nostra terra. Un abbraccio con stima.
Salvatore