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Maria Sale: Pro s'emigradu PDF Stampa E-mail
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Domenica 09 Novembre 2008 13:53

Questa poesia, carica di significati e straripante di una malinconia che solo l'emigrante può serbare nel cuore e nei pensieri, sempre rivolti alla propria Terra lontanaè stata musicata dal maestro Salvatore Moraccini e fa parte del repertorio del Coro Sos Apostulos di Chiaramonti. Che la eseguono con bravura, riscuotendo il successo che il loro canto merita.

Ve la proponiamo, oltre che nel testo scritto, nell'interpretazione del coro chiaramontese registrata nella basilica di Sant'Antioco di Bisarcio. La registrazione ci è stata fornita da Francesco Brundu, componente del coro medesimo. Lo ringraziamo.

Per ascoltare l'audio, clicca sul trangolino nero dell'icona qui sotto.
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Canto istasero pro chi bratzos de 'entu
galana lis aporran custa 'oghe,
a fizu e frade attesu da inoghe
ma carignados cun su pensamentu.

Canto istasero cun boghe serena
pro dogni sardu ch'est in terra anzena.

Die de dolu e turmentu sa die
cando s'abratzu han dadu 'e dispedida,
lassendenos cun s’anima ispartida
su coro mesu inoghe mesu inie.

Canto istasero cun boghe serena
pro dogni sardu ch'est in terra anzena.

Mamas isettan ancora sos fizos
che rundines torrende a mesu Abrile,
benennid’a lis dare in su giannile
che in sa dispedida a manu in chizos.

Canto istasero cun boghe serena
pro dogni sardu ch'est in terra anzena.

Custu cantare si peset in bolu
gitendeche sa nostra cumpagnia
cund’un’istiza de terra nadìa
siat istrinta ‘e manu e de consolu.

Sa die 21 de Maju 2007

Ultimo aggiornamento Lunedì 10 Ottobre 2011 19:36
 
Commenti (2)
Preziosi testimoni
2 Giovedì 18 Dicembre 2008 00:21
Salvatore Soddu
Molto bella e toccante la poesia messa in risalto dal coro, che con grande sentimento la canta. Ne ho fatto un sottofondo che mi fa compagnia quando lavoro o passo il tempo col computer.


La cosa che più mi colpisce di tutto questo è la storia e la cultura che si tramanda tramite persone che hanno a cuore il far conoscere e non le nostre radici, che riescono ancora a tenere in piedi un paese che invecchia e che si vede in tante case dalle porte chiuse, abitate solo dai ricordi di persone che sono passate. Un paese che non riesce a tenersi i giovani che, per avere un futuro migliore, sono costretti ancora a partire.


Personalmente non mi sono sentito mai un emigrato, forse per il fatto che ho cominciato a viaggiare dall'età di due anni e non ho lasciato l'Italia se non per turismo. Ma la Sardegna è per me la terra più cara e preziosa, tanto da non resistere neanche un anno senza vederla e assaporare i profumi unici di questa terra e che nel sentirli mi provocano una grande emozione.


Per non perdere il nostro dialetto ho scelto come compagna di vita una ragazza sarda, per di più del mio paese, per portarmi un po di Sardegna nella mia casa, nel Continente. Cosa lasciamo ai nostri figli della nostra storia se non c'è qualquno che le racconta e le tramanda?. Ben vengano i libri che ci raccontano la nostra storia, la poesia e i canti che con passione e dedizione rendono presente i ricordi della nostra cultura e storia e la tramandano ai nostri figli. Ed è bello che ci sia qualcuno che le racconti in libri, poesia e canti, per fermarci un attimo a riflettere. Quanto sono preziosi i testimoni, che hanno vissuti e raccontano.


Grazie amici che ci siete e rendete attraente la nostra terra. Un abbraccio con stima.


Salvatore
bravi
1 Domenica 14 Dicembre 2008 19:38
Unali G.Piero
Bella poesia cantata in modo magitrale.Bravi

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