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Sardegna-Thailandia, due culture s’incontrano |
Scritto da Carlo Patatu |
Martedì 02 Settembre 2008 17:08 |
Minuti, eleganti, eternamente sorridenti, accompagnati dall’inseparabile ombrellino orientale parasole, trentadue thailandesi hanno invaso pacificamente le strade del paese. Salutando cordialmente con un ciao approssimativo le persone che incontravano e non mancando di rinforzare il saluto col gesticolare tipico della loro cultura. E la gente del luogo pronta a ricambiare con pari cordialità, mista a curiosità per quelle figure straordinarie, dai tratti somatici vistosamente diversi dai nostri. A cavallo di Ferragosto, accogliendo l'invito del gruppo folk Santu Mateu-Tzaramonte, una nutrita delegazione della Surindra Rajabhat University di Thailandia ha ricambiato la visita che i danzatori chiaramontesi avevano fatto a Surin nella scorsa primavera. Gli ospiti sono giunti in Sardegna guidati dal prof. Thawatchai Chinnawong, vice rettore di quella università, per una decina di giorni, intensi e impegnativi. Per loro e per chi si è fatto carico di ospitarli. Ospiti del gruppo folk che li ha invitati, ma anche della Pro Loco e dell’assessorato alla Cultura di questo Comune, i thailandesi hanno gustato le specialità della cucina nostrana, hanno visitato le nostre campagne e i siti monumentali, hanno ammirato la nostra terra, affascinati dalla nostra cultura, dai nostri costumi, dalla cordialità e dal calore coi quali li ha accolti la gente, pur non comprendendone la lingua. Hanno scattato migliaia di fotografie, hanno preso appunti un po' su tutto. Sui nomi italiani delle persone, delle cose, dei luoghi, degli oggetti. Anche dei più banali. Puntigliosamente e con metodo. Non trascurando, alla fine di ciascuna giornata, di riunirsi col capo delegazione per relazionare sull'esperienze maturate e mettere ordine alle cose che avevano visto, osservato, sentito. Indossando costumi tradizionali, preziosi e dai colori sgargianti, si sono esibiti nel corso di alcune manifestazioni appositamente organizzate a Chiaramonti, Perfugas, Erula, Tula e Badesi. Hanno danzato e cantato con la grazia che li connota, ammaliando gli spettatori e, manco a dirlo, riscuotendo ovunque applausi calorosi e prolungati. Non sono mancati momenti di commozione intensa, quando, a sorpresa, hanno visitato la ludoteca comunale, improvvisando una danza rituale, con tanto di costumi e strumenti musicali, davanti ai bambini che sgranavano gli occhi estasiati. O quando, passando davanti alla casa di riposo per anziani, si sono fermati a salutare e perfino ad abbracciare i vecchietti che li osservavano incuriositi; ma anche stupefatti, non riuscendo a darsi ragione di tanta tenerezza e interesse da parte di sconosciuti. O quando, sottolinea il presidente della Pro Loco Alessandro Unali, trovandosi sui monti di Tula, inebriati dal panorama incantevole e dai dolci effluvi provenienti da un arrosto alla brace preparato all’aperto apposta per loro, si sono abbandonati al canto e alla danza, spinti da una sorta di estasi che, immancabilmente, ha coinvolto pure gli accompagnatori. A coronamento della trasferta sarda, una visita interessante e istruttiva al Museo Sanna di Sassari. Quindi l'incontro col Rettore Magnifico della nostra Università prof. Alessandro Maida, col quale sono stati presi accordi per futuri scambi culturali fra i due atenei. Ma la sorpresa più gradita gli amici thailandesi l'hanno fatta alla vigilia della partenza. Dopo una capatina al supermercato, si sono impadroniti della cucina e hanno preparato un lauto pranzo secondo le loro ricette. Hanno fatto accomodare a tavola i padroni di casa e li hanno serviti a puntino, sfornando piatti coloriti e saporiti. Quelli della tradizione e della cultura thailandesi. Al levar delle mense, i brindisi di rito e gli scambi di doni. Quindi danze nostrane e orientali hanno coinvolto sia gli ospiti che i locali, ai ritmi scanditi sia dall'organetto del gruppo folk che da antichi strumenti orientali a fiato. Un misto di colori e di suoni che, per una sera, si sono fusi a meraviglia, creando un’atmosfera magica. Hanno stupito con la loro modestia i thailandesi. Una modestia pari soltanto alla cultura vasta e all'interesse che hanno manifestato verso persone e cose, durante la trasferta in Sardegna. Tenuto conto che essi provengono da una regione povera del mondo, qui sono stati in molti a stupirsi della loro cortesia, dell'ordine perfetto col quale operavano e si muovevano. Non comprendendo, di primo acchito, che ciò i thailandesi fanno con semplicità e naturalezza. Quasi d’istinto, saremmo tentati di dire. Viene da chiedersi: perché mai loro, poveri e ben lontani da quello che chiamiamo benessere, appaiono così sereni e appagati; mentre noi, ricchi e progrediti, la serenità l'abbiamo smarrita da un pezzo, sopraffatti da tante nevrosi?
Le foto sono di Alessandro Unali. Per entrare nella galleria delle immagini clicca qui |
Ultimo aggiornamento Mercoledì 03 Settembre 2008 13:13 |