Home » La Tribuna » La Tribuna » Conosci te stesso!

Immagini del paese

scorcio1.JPG

Statistiche

Tot. visite contenuti : 11401407

Notizie del giorno

 
Conosci te stesso! PDF Stampa E-mail
Valutazione attuale: / 3
ScarsoOttimo 
Lunedì 02 Ottobre 2023 00:00

di Carlo Patatu

Chiacchierando piacevolmente, io e un amico finiamo col toccare un argomento coinvolgente sia per la disparità delle opinioni e sia per il calore col quale entrambi discutiamo: possono due individui vedere in diverso modo la stessa cosa?

Io rispondo affermativamente: sì che possono; il mio amico, invece, è di parere opposto.

“Se mi mostri una ciliegia – mi dice -, non posso affermare che si tratta di una mela. Chiaro?“.

- Chiaro per niente - replico io -. Vuoi un esempio? Immagina di stare in piazza Repubblica (S’Istradone); rivolto a “Sa Pigadorza” (via Monte Grappa), ti chiedo se quella via è in salita o in discesa. Qual è la tua risposta? -.

“Semplice, risponde il mio interlocutore, è in salita”.

Appare in salita perché la guardiamo dal basso. Ma se la osserviamo dall’alto, e cioè dalla via San Giovanni, ecco che la medesima strada, con gli stessi gradini e tutto ciò che la circonda è indubitabilmente in discesa. A questo punto, il mio colloquiante alza le braccia e si arrende: è proprio così, non c’è dubbio. L’oggetto della discussione, e cioè la strada, si presenta diversamente a seconda dell’angolo visuale dal quale la si guarda. La cosa è lapalissiana, inconfutabile; eppure c’è ancora chi non tiene conto di ciò. Molti credono che la realtà sia univoca e chiara, identica per tutti. Spesso diamo per scontato che tutti noi abbiamo uguali punti di riferimento. Proprio com’è accaduto al mio amico.

Chi va alla ricerca della verità non può prescindere dal tenere nel debito conto i vari punti di vista sull’oggetto in discussione. In breve, è necessario ascoltare tutte le campane. Anche quando il suono ci giunge stonato, sgradevole o fastidioso. Ma ciò non sempre accade. Penso ai terrapiattisti: secondo loro la Terra non è sferica, ma ha la forma di un disco. E i negazionisti? S’intestardiscono a sostenere che la strage degli ebrei nei lager tedeschi non è mai esistita, è un’invenzione bella e buona. Documenti e testimonianze che accertato la verità storica di quegli avvenimenti per loro non hanno alcun valore.

Per valutare persone e cose col dovuto rigore, occorre tenete conto anche dello stato d’animo e persino delle condizioni fisiche di chi è chiamato a giudicare e conseguentemente a decidere. Pare che le emorroidi, di cui Napoleone Bonaparte soffriva da qualche tempo, abbiano avuto una parte non secondaria nella conduzione della battaglia di Waterloo, che il 18 Giugno 1815 lo vide sonoramente sconfitto dagli inglesi guidati dal Duca di Wellington. Il che parrebbe impossibile; ma così è stato.

Dunque, per poterci esprimere compiutamente su qualcuno o qualcosa, dobbiamo innanzitutto conoscere noi stessi, come ammoniva Socrate 2.500 anni fa. Per facilitare il conseguimento di un così arduo traguardo, nel 1955 due valenti psicologi americani formularono una teoria nota come la finestra di Johari.

Di che si tratta?

Per conoscere noi stessi e agire bene in una determinata circostanza, immaginiamo di affacciarci a una finestra quadrata divisa in quattro parti. (Vedi immagine che segue).

La prima area è quella dell’IO APERTO e mostra le informazioni su di noi che conosciamo sia noi sia gli altri. Un buon leader solitamente facilita lo scambio reciproco di notizie tra le persone con le quali dobbiamo rapportarci, Ciò per allargare e promuovere una cultura che spinga a condividere le conoscenze in modo trasparente, costruttivo e onesto.

La seconda parte, detta dell’IO CIECO, presenta le cose che ci riguardano e sulle quali le persone che ci circondano ci tengono volutamente all’oscuro. Esempi: siamo malati o cornuti; tutti lo sanno e noi no. È questa la situazione in cui è venuto a trovarsi Claudio Scaiola, più volte ministro, quando ha scoperto di essere proprietario di un lussuoso appartamento con vista sul Colosseo, a sua insaputa.

Il terzo riquadro, denominato dell’IO NASCOSTO, contiene informazioni sulla nostra persona, sensazioni o emozioni che vogliamo o non riteniamo utile  condividere con gli altri. Informazioni che desideriamo mantenere segrete per non influenzare i risultati, manipolare gli altri o evitare responsabilità.

Il quarto e ultimo riquadro è dell’IO SCONOSCIUTO e riguarda nostre attitudini, capacità e sensazioni ignote a noi e agli altri; aspetti che ancora non conosciamo e la cui scoperta può avvenire casualmente.

Per concludere, quante più esperienze viviamo assieme agli altri tanto più facciamo squadra e riusciamo a capirci al volo. Riuscire a esporre il nostro punto di vista rispettando e ascoltando anche chi non è d’accordo con noi, crea un clima disteso.

Mamma mia! Ma dove sono andato a parare, partendo dalla cara e vecchia Pigadorza!...

di Carlo Patatu

Chiacchierando piacevolmente, io e un amico finiamo col toccare un argomento coinvolgente sia per la disparità delle opinioni e sia per il calore col quale entrambi discutiamo: possono due individui vedere in diverso modo la stessa cosa?

Io rispondo affermativamente: sì che possono; il mio amico, invece, è di parere opposto.

“Se mi mostri una ciliegia – mi dice -, non posso affermare che si tratta di una mela. Chiaro?“.

- Chiaro per niente - replico -. Vuoi un esempio? Immagina di stare in piazza Repubblica (S’Istradone); rivolto a “Sa Pigadorza” (via Monte Grappa), ti chiedo se quella via è in salita o in discesa. Qual è la tua risposta? -.

“Semplice, risponde il mio interlocutore, è in salita”.

Appare in salita perché la guardiamo dal basso. Ma se la osserviamo dall’alto, e cioè dalla via San Giovanni, ecco che la medesima strada, con gli stessi gradini e tutto ciò che la circonda è indubitabilmente in discesa. A questo punto, il mio colloquiante alza le braccia e si arrende: è proprio così, non c’è dubbio. L’oggetto della discussione, e cioè la strada, si presenta diversamente a seconda dell’angolo visuale dal quale la si guarda. La cosa è lapalissiana, inconfutabile; eppure c’è ancora chi non tiene conto di ciò. Molti credono che la realtà sia univoca e chiara, identica per tutti. Spesso diamo per scontato che tutti noi abbiamo uguali punti di riferimento. Proprio com’è accaduto al mio amico.

Chi va alla ricerca della verità non può prescindere dal tenere nel debito conto i vari punti di vista sull’oggetto in discussione. In breve, è necessario ascoltare tutte le campane. Anche quando il suono ci giunge stonato, sgradevole o fastidioso. Ma ciò non sempre accade. Penso ai terrapiattisti: secondo loro la Terra non è sferica, ma ha la forma di un disco. E i negazionisti? S’intestardiscono a sostenere che la strage degli ebrei nei lager tedeschi non è mai esistita, è un’invenzione bella e buona. Documenti e testimonianze che accertato la verità storica di quegli avvenimenti per loro non hanno alcun valore.

Per valutare persone e cose col dovuto rigore, occorre tenete conto anche dello stato d’animo e persino delle condizioni fisiche di chi è chiamato a giudicare e conseguentemente a decidere. Pare che le emorroidi, di cui Napoleone Bonaparte soffriva da qualche tempo, abbiano avuto una parte non secondaria nella conduzione della battaglia di Waterloo, che il 18 Giugno 1815 lo vide sonoramente sconfitto dagli inglesi guidati dal Duca di Wellington. Il che parrebbe impossibile; ma così è stato.

Dunque, per poterci esprimere compiutamente su qualcuno o qualcosa, dobbiamo innanzitutto conoscere noi stessi, come ammoniva Socrate 2.500 anni fa. Per facilitare il conseguimento di un così arduo traguardo, nel 1955 due valenti psicologi americani formularono una teoria nota come la finestra di Johari.

Di che si tratta?

Per conoscere noi stessi e agire bene in una determinata circostanza, immaginiamo di affacciarci a una finestra quadrata divisa in quattro parti. (Vedi immagine che segue).

La prima area è quella dell’IO APERTO e mostra le informazioni su di noi che conosciamo sia noi sia gli altri. Un buon leader solitamente facilita lo scambio reciproco di notizie tra le persone con le quali dobbiamo rapportarci, Ciò per allargare e promuovere una cultura che spinga a condividere le conoscenze in modo trasparente, costruttivo e onesto.

La seconda parte, detta dell’IO CIECO, presenta le cose che ci riguardano e sulle quali le persone che ci circondano ci tengono volutamente all’oscuro. Esempi: siamo malati o cornuti; tutti lo sanno e noi no. È questa la situazione in cui è venuto a trovarsi Claudio Scaiola, più volte ministro, quando ha scoperto di essere proprietario di un lussuoso appartamento con vista sul Colosseo, a sua insaputa.

Il terzo riquadro, denominato dell’IO NASCOSTO, contiene informazioni sulla nostra persona, sensazioni o emozioni che vogliamo o non riteniamo utile  condividere con gli altri. Informazioni che desideriamo mantenere segrete per non influenzare i risultati, manipolare gli altri o evitare responsabilità.

Il quarto e ultimo riquadro è dell’IO SCONOSCIUTO e riguarda nostre attitudini, capacità e sensazioni ignote a noi e agli altri; aspetti che ancora non conosciamo e la cui scoperta può avvenire casualmente.

Per concludere, quante più esperienze viviamo assieme agli altri tanto più facciamo squadra e riusciamo a capirci al volo. Riuscire a esporre il nostro punto di vista rispettando e ascoltando anche chi non è d’accordo con noi, crea un clima disteso.

Mamma mia! Ma dove sono andato a parare, partendo dalla cara e vecchia Pigadorza!...


 

Aggiungi un commento

Il tuo nome:
Indirizzo email:
Titolo:
Commento (è consentito l'uso di codice HTML):