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La fede è un dono? PDF Stampa E-mail
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Venerdì 30 Giugno 2023 19:08

di Carlo Patatu

Non sono un credente; ma vorrei esserlo.

Non credo nell’aldilà; ma mi piacerebbe credere il contrario. Ci ho creduto con convinzione fino ai quindici o sedici anni. Ora non più. Lo studio della filosofia mi ha messo in confusione e indirizzato su altre strade.

Non riesco a immaginare un mondo ultraterreno che ci attenderebbe dopo la morte con annessi premi e castighi a seconda delle colpe commesse e dei meriti acquisiti durante l’epifania terrena. Insomma, l’idea di proseguire altrove una nuova esistenza dopo “il mortal sospiro” mi affascina non poco; ma non riesco a farla mia questa idea, pur desiderandone ardentemente il concepimento.

Mi piacerebbe tanto aver fede nell’esistenza di un altro mondo, dove ritrovare, quando verrà il momento, le persone a me più care: mio figlio Giovanni e i miei genitori, oltre che una larga schiera di parenti e amici che hanno già lasciato questa terra.

Ma come fare?

Non posso far finta di essere credente, trattandosi di cosa veramente seria. E poi, chi potrei imbrogliare se non me stesso? A che pro? Potrei sforzarmi ulteriormente e mettere tutto il mio impegno per il raggiungimento dello scopo. Ma credo che non caverei un ragno dal buco.

Un esempio: avere fede in Cristo significa fare completamente affidamento su di lui, confidando nel suo potere infinito, nella sua intelligenza e nel suo amore. Ma, come per il coraggio di don Abbondio, se uno la fede non ce l’ha non se la può dare. Non è merce che si compra al mercato.

La fede, mi dicevano le catechiste quand’ero bambino, è un dono di Dio, una grazia speciale. Evidentemente, io non figuro fra i destinatari di quel privilegio. Ricordo, a tale proposito un’interessante discussione in TV, tanti anni fa, fra il cardinale Ersilio Tonini (1914-2013), all’epoca vescovo emerito di Ravenna, e il giornalista Indro Montanelli (1909-2001). I due discettarono con competenza e a lungo sul problema della fede. Col garbo e il rispetto che si addicono alle persone intelligenti ed educate. Ma non trovarono un punto di convergenza, uno straccio di sintesi che potesse vederli d’accordo

Alla fine, monsignor Tonini chiese all’Indro di Fucecchio:

Quando lei sarà al suo cospetto, cosa risponderà a Dio, se lui le chiederà perché non ha creduto alle parole del cardinale Tonini?”.

Il giornalista replicò prontamente:

“Ma sarò io, a chiedere a lui: e tu, perché hai fatto dono della fede al cardinale Tonini e non anche a me?”.  Sua eminenza, evidentemente in imbarazzo, abbozzò un sorriso amichevole e gli strinse la mano.

Ecco, io sto con Montanelli e pongo la stessa domanda a chi, fra i lettori, avrà la pazienza e la bontà di rispondermi.

 

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