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Premiato a Sassari il cantautore e poeta Franco Sechi |
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Scritto da Carlo Patatu |
Martedì 29 Dicembre 2020 11:34 |
Chiaramonti - Con piacere abbiamo appreso dalla “Nuova Sardegna” di qualche giorno fa che il nostro compaesano dott. Franco Sechi, poeta e cantautore in limba, si è classificato primo nella sezione Poesia in italiano del premio messo in palio dalla FIDAPA (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari), giunto all’VIII edizione e intitolato alla scrittrice e poetessa Mariuccia Ruiu Dessi. Titolo della poesia premiata: “Non sei mai andata via”. Contestualmente, Franco Sechi si è classificato al secondo posto nella sezione Prosa col testo “Il lutto”. Congratulandoci col premiato, pubblichiamo di seguito entrambi i lavori. (c.p.)
Non sei mai andata via
Non sei mai andata via, come un’assenza per sempre, dentro me muove il respiro di te con la sua ombra.
Non sei mai andata via, sei rimasta aggrappata al ricordo, a volte con gli artigli, altre con le labbra.
Non sei mai andata via, infilzata al mio cuore con le tue unghie di sale.
Non sei mai andata via, sei rimasta stretta a me come edera, come tale mi soffochi.
Non sei mai andata via, sei rimasta stretta alla mia paura, alla paura del rincontro.
Non sei mai andata via, quando una falsa certezza si spoglia davanti a te,
quando ti lasci baciare tacendo il disgusto col pensiero di me.
Non sei mai andata via, quando spalanchi la mia insonnia e mi vieni a cercare imbrigliandomi,
mietendo ancora parole che cadono come petali su tappeti già calpestati.
Primo premio al concorso di poesia in italiano indetto a Sassari dalla Fidapa, VIII edizione 2020
Il lutto Lo scritto s’ispira a un fatto realmente accaduto e riguardante il chiaramontese Gavino Tolis (1919-1944), Medaglia d'Oro al valore civile concessagli postuma nel 2012. Vestiva la divisa di finanziere, nel 1944, quando fu arrestato, condotto alle carceri di Milano e trasferito subito dopo al campo di concentramento di Mauthausen-Gusen in Austria. Morto di stenti, fu ridotto in cenere al forno crematoio. "Ha contribuito alla fuga di ebrei dal confine italo svizzero di Chiasso, fornendo loro documenti, ha collaborato con le forze di liberazione, con gruppi partigiani". Così recita la motivazione della Medaglia d’Oro Questa che segue è una lettera immaginaria di sua madre, che non crede a ciò di cui si vocifera circa la sorte del figlio.
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Ma come?! Pietrino è ritornato ed anche lui è stato prigioniero dei tedeschi in Albania; il fratello, Antonino, ugualmente è ritornato ed era prigioniero dei tedeschi in Jugoslavia per tre anni; e tu?! Cosa aspetti per rientrare?! Dicono t'abbiano arrestato perché aiutavi questi disgraziati a fuggire verso la Svizzera, pensando di fare del bene, invece hai fatto del male. Male a chi?! A mamme con i bimbi, vecchi carichi di sacchi, valigie, straccioni che scappano come animali in tempo di caccia? È inutile, te l'ho detto mille volte: "ti vuoi arruolare?! Stai attento perché lì ci sono diversi padri e diverse madri, lì non puoi dire no". Qua in paese si vocifera ti abbiano portato lontano, in un luogo freddo; dicono brucino le persone, quelle di una certa razza, politicanti. Ma come sarebbe?! Per essere sincera sembriamo tutti uguali. Qua in paese c'è solo miseria, l'unico nemico che abbiamo, il Podestà, non ci ha parlato di nemici qua in paese; ci ha detto solo che tra un po’ l'Italia sarà una grande nazione grazie alle conquiste. “Speriamo” dico io, così almeno usciremo da questa miseria. Si vocifera portino via anche gli omosessuali, oppositori politici, comunisti, intellettuali; zingari (e chi ne ha mai visto zingari?!). Ascoltami bene: io non credo ti abbiano arrestato, l'avranno fatto solo per far spaventare qualcun'altro che magari frequenti; vedrai ti libereranno; Santa Giusta e San Matteo non ti lasceranno solo. Loro per primi ti aiuteranno. Tu non tentare di fuggire, altrimenti corri il rischio di peggiorare la situazione; resisti. I tuoi superiori lo sanno che sei un bravo ragazzo, che ti sei arruolato per amor patrio, per Mussolini. Non possono tradire la tua fede. Digli che c'è anche tuo fratello arruolato nell'Esercito, digli di tuo cugino, anch'esso finanziere, diglielo così ti capiranno e ti libereranno. Io ti aspetto sull'uscio di casa, tanto lo so che da un momento all'altro ti vedrò arrivare in fondo allo stradone; ti aspetto come ha aspettato Giovannangela i suoi due figli, finanzieri come te: quando è rientrato Antonino, la mamma ha pianto alla vista delle cicatrici sulla schiena del figlio maggiore, cicatrici causate dalle frustate subite durante la prigionia, ha pianto anche per l'emozione, tre anni senza sapere dove fosse il figlio, senza una notizia, aspettando una comunicazione dalle autorità statali, “è vivo”, “è morto”. Per fortuna è stato aiutato da due donne jugoslave, una madre con la figlia l'hanno tenuto nascosto in casa per tre anni, fino a quando la Jugoslavia è stata liberata dal nazi fascismo. Pietrino ugualmente ce l'ha fatta, è riuscito a scappare dalla prigionia assieme ad altri trenta compagni di prigionia e commilitoni, pensa, sono scappati dall'Albania dov'era prigioniero dei tedeschi, è scappato assieme ad altri trenta commilitoni con una barca vecchia, hanno attraversato il mar Tirreno così, senza bussola, senza punti di riferimento, ci hanno impiegato tre giorni e tre notti ma ce l'hanno fatta; in questo momento è ancora in continente, ma presto rientrerà in paese. Io non voglio indossare lutto, non voglio né ora né mai; non piango, come ha fatto Giovannangela. Li pensava i figli fossero morti in guerra, invece ha ricevuto una bellissima sorpresa nello scoprire, dopo tanto tempo, i suoi figli salvi. Un po’ di lutto residuo sarà rimasto dentro il suo cuore per tutto il tempo sospeso a sperare, ad aspettare, a rassegnarsi, a gioire poi nel rivederli salvi, feriti nel corpo e nell'anima; ma salvi. No, figlio caro, io ti aspetto qua sull'uscio di casa, ti aspetto come l'alba, aspetto vedere la tua sagoma con le valigie arrivare dal mulino Rottigni verso casa... Non indosso lutto, figlio caro, non lo indosso perché so che ritornerai...
Secondo premio al concorso di prosa in italiano indetto a Sassari dalla Fidapa, VIII edizione 2020
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Ultimo aggiornamento Martedì 29 Dicembre 2020 12:02 |