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Antonio Stincheddu re della cucina di un ristorante inglese PDF Stampa E-mail
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Lunedì 27 Novembre 2017 20:57

I suoi menu fantasiosi e sempre diversi fanno scuola nella città di Leeds, dove ha conquistato fama e prestigio lavorando come capo cuoco nel ristorante italiano “Amici”

di Carlo Patatu

Sono sbarcato in Inghilterra quattordici anni fa, dopo avere frequentato la scuola alberghiera in Italia e lavorato per quattro anni in hotel a cinque stelle della Costa Smeralda, in Sardegna.

Chi parla è Antonio Stincheddu, giovane sardo-chiaramontese, rispondendo a una delle tante domande postegli da un redattore di Northside, prestigiosa rivista patinata inglese, che tratta di ristorazione e di tante altre cose. E che gli ha dedicato una lunga intervista.

Antonio, leggo in quel servizio giornalistico, è top chef[1] di “Amici”, highly regarded italian restaurant[2] posto in Harrogate road, arteria importante di Leeds, contea West Yorkshire. La città conta poco meno di un milione di abitanti ed è posta a Nord di Londra, da cui dista due ore e un quarto di treno. Vi operano ben tre università con un numero straripante di studenti.

In quella comunità ha messo su casa: ci vive con la moglie Chiara, chiaramontese anch’essa, e col figlioletto Nicola. Là ha lavorato e continua a lavorare sodo, coltivando con impegno immutato la sua vecchia passione per la cucina italiana. Molto apprezzata dai customers[3] che affollano il locale, specie nelle ore serali, ove si respira un’atmosfera simpatica e vivace.

In particolare, riscuotono successo i tanti piatti fantasiosi e accattivanti che prepara, inventandoseli pressoché quotidianamente e utilizzando, tiene a sottolinearlo, ingredienti di prim’ordine fatti pervenire espressamente dall’Italia. A una domanda specifica dell’intervistatore, risponde che la sua giornata inizia nelle primissime ore del mattino, per organizzare la cucina insieme al proprio team e predispone i menu della giornata. Ma non prima di essersi concesso il piacere di un espresso doppio.

Ciò che è riuscito a fare finora, dice, è dovuto anche al fatto che, nell’ambito del lavoro, gode di una libertà di azione molto estesa. Il che gli consente di personalizzare l’azione quotidiana e di guardare al proprio futuro professionale ideando piatti sempre nuovi e diversi. Ciò anche per dare corpo un suo progetto che lo appassiona non poco: operare in un ristorante gemello in Central Square, ugualmente a Leeds.

Cosa consiglia ai ragazzi che si avviano a percorrere la carriera di chef? Antonio Stincheddu non ha dubbi: questa professione la si intraprende soprattutto per passione, non per i soldi. Come si dice in Italia, impara l’arte e mettila da parte. Passione e lavoro intelligente, dunque.

Antonio è uno dei tanti italiani che si fanno onore in terra straniera, dato che quella natia è stata con loro avara e ingrata. Molto ingrata. C’è da dire che questo giovane appartiene a una nuova generazione di emigrati. Che, diversamente da un passato ormai lontano, non lavorano più a capo chino; ma portando con grande dignità la specificità delle proprie radici e valorizzando la cultura del Paese di origine. Il quale può essere rappresentato decorosamente anche preparando piatti gustosi, fantasiosi e succulenti in una cucina moderna di un rinomato ristorante straniero.

Complimenti e auguri, Antonio. Siamo orgogliosi di te e di quello che fai. Continua così.



[1] Capo cuoco.

[2] Ristorante italiano molto prestigioso.

[3] I clienti.

Ultimo aggiornamento Giovedì 30 Novembre 2017 09:54
 

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