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Chi era Giorgio Falchi? – parte I |
Mercoledì 24 Agosto 2016 00:00 |
Un cronista d’eccezione che racconta fatti e fattarelli accaduti a Chiaramonti, e non solo, negli anni a cavallo fra l’800 e il ‘900 di Carlo Patatu
“1843 – Eodem anno die 25 Augusti. Ego infrascriptus baptizavi infantem nudius tertius natum ex legitimo coniugio Christophori Falchi et Mariae Madau, cui nomen Georgio. Patrini fuere Dr. Antonius Satta Musio Bithensis, cuius procurator exstitit Notarius Petrus Falchi ut in folio videre est, et Francisca Manca, eiusdem cognata. De qbs. L. - Bacc. Ioannes Maria Quadu Pro Parocus”[1].
Così fu registrato il battesimo di Giorgio Falchi, celebrato nell’oratorio di Santa Croce in Chiaramonti dal vice parroco Giovanni Maria Quadu (il parroco era don Ignazio Satta), due giorni dopo la nascita; avvenuta, pertanto, il 23 Agosto 1843[2]. Era sindaco del paese un altro Giorgio Falchi, sicuramente suo zio del ramo paterno. Il notaio “causidico” Pietro Falchi, anch’esso zio paterno, gli faceva da padrino per procura, in rappresentanza del dott. Antonio Satta Musio. L’atto di battesimo è il solo documento di cui si dispone al riguardo: è noto che i primi registri dello stato civile comunale risalgono al 1866. Giorgio era il primo di cinque figli, seguito da Battista (1845-1927), Francesco (1848-1946), Nicolò (1850-1914) e Vittoria (1852-1910). Giorgio e Nicolò moriranno scapoli. Battista si unirà in matrimonio a Caterinangela Migaleddu e non avrà figli. Francesco, oftalmologo di fama internazionale e professore ordinario di oculistica presso l’Università di Pavia, diventerà preside di quella Facoltà di Medicina. Sposerà Grazietta Cocco, figlia dell’avvocato Francesco Cocco Lopez che cadde vittima di un’imboscata il 19 Luglio 1901 mentre, in compagnia del famoso tipografo sassarese Giuseppe Dessì, percorreva in calesse la strada Sassari-Sorso[3]. Dalla loro unione nasceranno Cristoforo, Maria, Giulio e Battista. Vittoria andrà sposa al nobile chiaramontese dott. Francesco Grixoni e avrà quattro figli: Giovannico (divenuto poi generale medico), Cristoforo (ordinato sacerdote fu nominato canonico della primaziale di Sassari), Gavino (per lungo tempo medico condotto di Chiaramonti negli anni a cavallo della seconda guerra mondiale) e Cicina. Suo padre Cristoforo scomparve nel 1853, lasciando alla moglie il carico non lieve di cinque orfani ancora bambini. Giorgio aveva appena dieci anni. I suoi genitori appartenevano entrambi a famiglie benestanti, delle quali abbiamo già avuto modo di parlare diffusamente. Due famiglie che, come abbiamo visto, ebbero un ruolo importante, sovente decisivo, nello svolgersi delle vicende liete e tristi dei loro compaesani. Sui quali essi esercitarono un’influenza notevole e un potere immenso. Che, anche in seguito e per molti decenni, non hanno mancato di produrre effetti positivi e negativi nella comunità chiaramontese. Quasi fino ai giorni nostri.
I – continua
Cfr. CARLO PATATU, Chiaramonti – Le cronache di Giorgio Falchi, Un cronista d’eccezione: Giorgio Falchi, ed. Studium, adp, Sassari 2004, pagg. 59-83.
[1] Cfr. Liber Baptizatorum septimus oppidi De Claramonte ab Anno Domini 1820. Archivio Storico Diocesano di Sassari, Fondo Arcivescovile - B VII° – Parrocchia S. Matteo Apostolo Chiaramonti (1820-1851). “Nel medesimo anno 1843 il giorno 25 di Agosto. Io sottoscritto tenni a battesimo un bambino nato due giorni fa dal matrimonio legittimo di Cristoforo Falchi e Maria Madau, al quale fu imposto il nome Giorgio. Padrini furono il dott. Antonio Satta Musio Bittese, del quale fu procuratore il notaio Pietro Falchi come si legge nel documento, e Francesca Manca, cognata del medesimo. Del che si dà atto. Firmato Baccelliere Giovanni Maria Quadu vice Parroco”. [2] L’iscrizione nella tomba di famiglia del cimitero di Chiaramonti inaugurato nel 1879 reca, sicuramente per errore, la data del 25 Agosto. Che, invece, é quella del battesimo, come attesta il documento citato nella nota che precede. [3] Cfr. ARNALDO SATTA-BRANCA, Giornale della Antica Sardegna, Editrice Sarda Fratelli Fossataro, Cagliari 1968, pp.332-3. |
Ultimo aggiornamento Martedì 23 Agosto 2016 11:18 |