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Bachisio Madau |
Martedì 15 Marzo 2016 00:00 |
Ovvero la dolorosa vita familiare di un illustre personaggio chiaramontese di Claudio Coda
Uomo colto, attivo protagonista della vita politica e sociale paesana della seconda metà dell'800, l'avv. Bachisio Madau fu una delle figure più rappresentative. Nell'anno della proclamazione del Regno d'Italia -1861- è sindaco di questo paese; negli anni a seguire, assessore comunale; nel 1879 è delegato[ii] a rappresentarci nella fase conclusiva del legato Tedde, per la sottoscrizione dell'Atto di Transazione con la Regia Intendenza[iii].
Sempre da sindaco, nel 1863-64, caldeggiò l'intervento, con l'ardente consigliere nulvese avv. Angelo Talu della Deputazione Provinciale di Sassari, per la variante del tracciato stradale provinciale che doveva collegare Castelsardo con la strada nazionale Ozieri - Terranova (Olbia).
Il primo ramo familiare dei Madau a Chiaramonti -salvo errore- con Nicolaus Madau othierensi, figlio di Antonio Luigi e Rosa Usai. Probabilmente anche lei di Ozieri. All'incirca ventenne, l'ozierese Nicola, il 23 ottobre 1817 sposò la ventenne chiaramontese Nicoletta Ruju.
Questa, nata a Chiaramonti, era figlia del martese Antonio Luigi Ruju e Anna Pirinu. Il battesimo lo celebrò -su licenza del vice parroco Geronimus Amugà Satta- il sacerdote Leonardo Fais (figlio di Giovanni Fais - minaccioso bandito anglonese- e Baingia Unali). I padrini: Bachisio Satta e Antonina Falquy.
Nicola e Nicoletta vissero la vita coniugale per 25 anni e un po' di figli. Ben nove: Bachisio, Antonio Luigi, Maria, Leonardo, Antonio Luigi, Andreana, Leonardo, Maria Giuseppa e Maria Rosa. Non tutti sopravvissero la gioventù. Difatti, ad alcuni nascituri, furono imposti nomi dei fratelli deceduti in tenera età.
La vita sociale e politica dell'avv. Bachisio è stata un prosieguo di ottimi risultati. Piena di tristezza, invece, la sua vita famigliare.
Il 3 febbraio 1842 il patriarca Nicolaus, appena quarantacinquenne, fu ammazzato nei pressi della sua abitazione (a sa biccòcca). Dai registri parrocchiali del tempo, questa la trascrizione vergata dal baccelliere Cuadu: “annos fere agens quadraginta quinque, in pubblica via, violenta morte occubuit“[iv].
Ma anche un altro, di famiglia Madau (forse fratello del padre), Antonio Usai Madau othierensis, il 16 ottobre 1846, all'incirca 75enne, venne ucciso in paese e sepolto nella chiesa de S. Matteu de su mònte. Resta il fatto che, in questo caso, nei liber defunctorum, il cognome Usai precede quello dei Madau. Errore di trascrizione?, potrebbe! Altri i casi di cognomi sovvertiti. Comunque sia, un parente stretto.
Al tempo del delitto paterno, Bachisio, era un giovane e promettente ventiquattrenne. Impegnato negli studi di giurisprudenza, e il più grande dei fratelli, dovette curare gli affetti dei giovani di casa e occuparsi del governo delle innumerevoli proprietà che la mamma, Nicoletta Ruju, possedeva. Beni più sostanziosi, a quanto si narra, rispetto a quelli del padre, l'othierensi Nicolaus.
Bachisio, probabilmente a Sassari o Ozieri, convolò a nozze con Grazia Torelli-Usai, forse sua parente da parte della nonna paterna Rosa Usai.
Anche l'esistenza coniugale di Bachisio fu costellata da numerosi lutti.
Dopo qualche anno, nella calamità del colera abbattutosi del 1855, scomparvero nel mese di agosto cinque di famiglia: a Sassari, il 3 agosto all'età di 27 anni, la moglie Grazia Torelli-Usai.
Qui in paese, il 6 agosto, il figlio Nicolino di sei anni, forse tenuto lontano per paura del contagio. Gli altri a Sassari (da liber defunctorum della parrocchia di S. Apollinare): il 19 agosto, la figlioletta Paolina di tre anni; il 20 agosto, la suocera Anna Maria Usai Torelli; il 22 agosto la cognata Albertina di 27 anni, forse gemella di Grazia. Una vera ecatombe di affetti.
Bachisio Madau, rimasto solo con l'unica figlia, Nicolina, continuò la sua professione e l'impegno politico nella Deputazione Provinciale. Morì nel 1892 a Sassari, e lì sepolto nella tomba che la figlia fece erigere. Nella lastra sepolcrale è inciso: QUI GIACE L'AVV. BACHISIO MADAU NATO A CHIARAMONTI 1818 MORTO A SASSARI 1892 PACIFICATO CON LA CLEMENZA IL PAESE NATIO L'AVVIO' A CIVILTA' CON SACRIFICI PERSONALI FU INTEGRO E ZELANTE DEPUTATO PROVINCIALE LA FIGLIA CON AFFETTO PERENNE E PIO POSE QUESTO RICORDO
Nicoletta visse la sua esistenza da nubile a Sassari, dedita ad opere di beneficenza e carità e destinando, parte dei suoi redditi, a Chiaramonti e a Sassari. Morì in città il l8 dicembre 1916 e sepolta nella tomba, accanto al padre. È raffigurata in un medaglione marmoreo a bassorilievo, come quello del padre alla sua destra, con sotto l'iscrizione: “Qui a lato del padre NICOLINA TORELLI consolatrice dei miseri”.
Non posso non concludere senza riportare un caro ricordo della mia gioventù: nella schiera degli amici e fedàles c'era un Madau, Nicola. Nato nel 1946, due anni dopo perse la madre Angela mentre dava alla luce un fratellino.
Giovanotto di bell'aspetto, sentiva il peso che la famiglia Madau aveva, o meglio avuto, nell'800 e sino agli anni '50 del Novecento, nel tessuto chiaramontese. Ma, da spensierato qual era, era uno di noi. Frequenti ispuntinàdas nella tenuta di famiglia a Su Cobèsciu.
Rimangono impresse pure i veglioni nelle “quattro giornate” carnevalesche a Tempio, ma anche ad Ozieri, dove vivevano il fratello e la famiglia dello zio Gigi, fratello del padre. E lì, altri giri e altre corse giovanili.
Anche per lui arrivò un triste destino: a soli venticinque anni, ai primi dell'estate del 1971, una terribile malattia, improvvisa e devastante, se lo portò via. Nel 1975, sa zenìa de Nigòla Madau s'ottierèsu, in paese, ebbe a concludersi con la morte di Nicolino, padre del giovane Nicola. ---
Le foto sono dell’autore, che ringraziamo. Riproducono la tomba Madau-Torelli eretta nel cimitero monumentale di Sassari. I medaglioni sono opera di Giuseppe Sartorio (1854-1922) uno dei più grandi scultori - che operarono in Sardegna- tra la seconda meta dell'800 e primi del 900. Alcune sue sculture adornano tombe del nostro cimitero. Sartorio scomparve nelle acque durante una traversata del Tirreno (Olbia-Civitavecchia), fatta col piroscafo "Tocra". Il suo corpo non fu mai più ritrovato. |
Ultimo aggiornamento Lunedì 14 Marzo 2016 20:28 |