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A Chiaramonti c'era un giardino... pubblico |
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Martedì 22 Settembre 2015 00:00 |
di Carlo Patatu
Apro il Dizionario Enciclopedico Treccani e, alla voce “giardino”, leggo: “Terreno, per lo più cinto di muro, steccato o cancellata, coltivato a piante ornamentali e fiorifere, destinato a ricreazione e passeggio...”.
Il nostro giardino pubblico nacque, nella seconda metà degli anni Cinquanta del Accogliendo il suggerimento del segretario comunale Tottuccio Galleu, il sindaco Nino Brandano chiese al perito agrario chiaramontese Nino Maccioco di redigere il progetto del giardino (gratis), disegnandone i riquadri verdi e i viali. Alcuni decenni più tardi, quei viali furono lastricati malamente con orribili mattoni di cemento. Un vero insulto al buon gusto!
Quell’area, che ora ‘giace’, conobbe tempi migliori, incorniciata da splendide siepi di ligustrum, pitosforo e cipresseti che delimitavano gli spazi verdi. Il tutto punteggiato da macchie multicolori di piante fiorifere (rose, garofanini cinesi, tulipani, fresie, gerani, margherite, dalie, petunie, etc.) il cui profumo si spandeva tutt'intorno. Una delizia per vista e odorato.
In assenza di quegli occhiuti e severi custodi, c’erano i vecchietti che, occupando le panchine per godere della quiete ristoratrice offerta dal sito, non mancavano di sgridare chi si azzardava a cogliere un fiore, abbandonare rifiuti o disturbare i pesci rossi che nuotavano nella vasca dribblando agilmente le ninfee bianche e rosse. Oggi di quello splendore resta il ricordo sbiadito soltanto nella mente dei più anziani.
In breve: per gli anziani, ma anche per i più piccoli, il giardino è divenuto un luogo dove stare all’erta, anziché tranquilli. C’è qualcuno, in Municipio, che vuole prendersi a cuore le sorti di quell’area? Sono dell’avviso che si potrebbe rimetterla in sesto, riportandola agli antichi splendori. A costo zero. Basterebbe chiamare a raccolta i cittadini di buona volontà (che non mancano), invitandoli a prestare gratuitamente qualche ora di lavoro o a donare piante ornamentali e fiorifere. La Forestale sarebbe ben lieta di regalare le piantine per ricostituire le siepi. Come già fece in passato. Animo, dunque! O forse siamo capaci solo di organizzare sagre e feste con contorno di abbuffate? No, non lo credo. Confido, invece, nella sensibilità dei miei compaesani. Che, in materia di volontariato, hanno fatto cose egregie. Ieri e oggi. Sono certo, pertanto, che quanto propongo potrà farsi. Presto e bene. Magari coinvolgendo pure la Scuola. Ecco perché io continuo a sperare, dichiarandomi disponibile a fare quel che so e posso. Anche se mi rendo conto che chi vive sperando...
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