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Ricordiamoci di onorare Efisio Mameli PDF Stampa E-mail
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Martedì 30 Settembre 2014 23:29

Nel centenario della Grande Guerra, la Sardegna ricordi Efisio Mameli (1875-1957), ploaghese, docente di Chimica a Pavia, interventista e pluridecorato al valore militare

di Paolo Pulina

 

A cento anni dall’inizio della Grande Guerra 1914-1918, si moltiplicano anche in Sardegna le iniziative memorialistiche. In particolare sono meritatamente oggetto di “rivisitazione” le gloriose imprese della Brigata “Sassari”.

Doverosa attenzione viene riservata anche ai singoli protagonisti di quella ormai mitica epopea, che segnò per l’Italia una tappa fondamentale nella storia dell’unità nazionale.

Da ploaghese-pavese credo che sia giusto non dimenticare nell’occasione Efisio Mameli, esponente di primo piano dell’Ateneo pavese, che, originario della Sardegna, a Pavia docente di Chimica e interventista, per il suo apporto tecnico alle azioni dell’esercito italiano si congedò insignito dei più alti riconoscimenti militari.

Efisio Mameli nacque a Ploaghe (in provincia di Sassari) il 31 dicembre 1875; si laureò a Cagliari in Chimica nel 1897; fu il secondo laureato in Chimica di quell'Università (il primo era stato Efisio Serra nell'anno accademico 1891-1892); collaborò con Giuseppe Oddo, titolare della Cattedra di Chimica Generale, per un lavoro nel quale per la prima volta si affacciò l' ipotesi di legame ad idrogeno.

Fu dapprima assistente di fisica e di chimica nella scuola di viticoltura e di enologia e la sua carriera universitaria si sviluppò a Pavia e a Sassari. Nel 1909 era professore di Chimica nell’Ateneo pavese e abbiamo notizia della sua iscrizione alla loggia massonica “Cardano”.

Lo scrittore pavese Augusto Vivanti cita sei volte Efisio Mameli in “Pavia in grigio-verde: avvenimenti e cronache della città negli anni del primo conflitto mondiale” (Pavia, Boerchio, 1968).

Da esse risulta che Mameli fu attivo interventista (anche la sorella Eva Mameli, futura madre di Italo e Floriano Calvino, che lo aveva raggiunto a Pavia dopo il diploma e dopo la morte del padre, fu impegnata durante la guerra come crocerossina presso il Collegio Ghislieri e meritò riconoscimenti per la cura dei soldati feriti) e che poi partì volontario per la guerra, col grado di sottotenente del primo reggimento Genio Zappatori di Pavia e presso la 33a Compagnia Zappatori; per sua domanda passò poi alla 13a Compagnia Zappatori.

A Cervignano del Friuli, il 21 settembre 1915 aveva fondato il laboratorio chimico della III Armata che diresse per tutto il periodo della guerra. Sulla difesa collettiva contro i gas asfissianti compilò un importante studio che presentò alla direzione della Sanità.

Nominato nel luglio 1916 membro della commissione dei chimici presso il comando supremo, tenne conferenze sulla difesa collettiva ed effettuò inchieste e studi assai rilevanti. Con funzioni tecniche prese parte nell'ottobre 1916 all'offensiva sul Pasubio (lancio di gas asfissianti), venendo poi promosso capitano per merito di guerra, e all'offensiva sul Carso: nell'agosto 1917 ricevette la Croce al merito di guerra.

Successivamente a Trieste raccolse ed ordinò materiale chimico austriaco, finché nel 1919 andò in congedo col grado di tenente colonnello della riserva. Il prof. Mameli era insignito della medaglia al merito di guerra, della medaglia dei volontari, della medaglia d'argento al merito della Croce Rossa Italiana e della Croce d'Italia.

L’ impegno di Mameli a favore della Sardegna si era manifestato a Pavia anche prima della guerra. Il compianto prof. Tito Orrù dell’Università di Cagliari ricordò, nella sua rivista “Bollettino bibliografico e Rassegna archivistica di studi storici della Sardegna” – n. 24, Quaderno 1998 – in particolare i personaggi sardi trapiantati a Pavia – docenti e studenti dell’Università, funzionari dello Stato e di altri Enti pubblici – che parteciparono in 19, risultando perciò la delegazione più numerosa, tra il 10 e il 15 maggio 1914, al Primo Congresso Regionale Sardo, tenuto in Roma in Castel Sant’ Angelo, per iniziativa dell’Associazione tra i sardi di Roma.

I due più illustri sardi operanti a Pavia, che nel 1914 diedero la loro adesione a quel Congresso, furono: Efisio Mameli e Francesco Falchi – nato a Chiaramonti, in provincia di Sassari, nel 1848, morto a Sassari nel 1946 –, professore di oculistica dal 1888 al 1923 nell’Ateneo pavese, dove è commemorato con una lapide con ritratto.

Sugli emigrati sardi che promossero, organizzarono e arricchirono con le loro proposte quel Congresso si veda anche il mio recente scritto “I promotori del Primo Congresso Sardo”, pubblicato dalla rivista “Quaderni Bolotanesi” nel numero 40, 2014).

Ecco il seguito della carriera universitaria del prof. Mameli:

· 1923: fu nominato professore di chimica generale nella Università libera di Perugia;

· 1924: fu chiamato a far parte del consiglio provinciale di sanità del Regno per il triennio 1924-26 per la provincia di Perugia;

· 1925: fu nominato professore di chimica farmaceutica nella regia Università di Parma;

· 1927: conseguì la stabilità nella cattedra di chimica farmaceutica nella regia Università di Parma;

· 1932: fu chiamato a ricoprire la cattedra di chimica farmaceutica e tossicologica a Padova, dove rimase fino al concludersi della sua carriera di docente universitario (fu anche prorettore) e dove morì il 10 giugno 1957.

La vasta produzione scientifica aveva procurato al prof. Mameli meritata fama nel campo degli studi di chimica farmaceutica e numerosi Istituti scientifici lo avevano voluto annoverare tra i propri membri.

Su Efisio Mameli si può vedere:

· Luigi Musaio, “Efisio Mameli”, Padova 1959;

· Antonio Di Meo, “Efisio Mameli”, in “Dizionario Biografico degli Italiani” - Volume 68 (2007), http://www.treccani.it/enciclopedia/efisio-mameli_(Dizionario-Biografico)/.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 01 Ottobre 2014 16:40
 

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