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Unu contadu ogni chida |
Mercoledì 13 Novembre 2013 10:36 |
di Salvatore Patatu
A partire dalla fine di novembre, con cadenza settimanale, pubblicheremo un piccolo racconto in sardo con traduzione in italiano, che abbia come tema una tradizione del periodo di pubblicazione. Il 30 si festeggiava sant’Andria Mutzalimani.
Si tratta di una serie di raccontini, che scrissi più di vent’anni fa per una collaborazione che tenevo con un settimanale, che usciva allora a Sassari, partendo dalla considerazione che la vita dei nostri antenati era regolata da ritmi quasi settimanali, in ognuno dei quali c’era una tradizione da seguire.
Facciamo degli esempi: Gesus in allegria, sos Tres rèes, santu Sabustianu ecc.
Con queste pubblicazioni si intende sollecitare il ricordo in chi ha vissuto questi momenti tradizionali e stimolare la curiosità in chi è più giovane e non ha nemmeno sentito parlare di queste cose.
Nei racconti non c'è solo il ricupero delle tradizioni popolari, ma anche quello della lingua, dei modi di dire, dei proverbi, delle similitudini, dei personaggi caratteristici, dei toponimi e così via.
In un primo momento, volevo scrivere dei saggi, ma diverse considerazioni mi hanno indotto a desistere e optare per il racconto.
La prima deriva dal fatto che io non sono un saggista, ma un narratore. E poi, una raccolta di aridi saggi non riesce a ricreare il clima storico popolare dei nostri centri rurali, nel pieno rispetto della loro tradizione, con l’inserimento delle classi subalterne come protagoniste, per cui, oltre a recuperare l’autentico patrimonio storico-culturale, intendo riscattare una classe sociale, da sempre emarginata e incapace di prendere coscienza di sé e di affrancarsi. Tale incapacità è uno dei motivi per cui la Lingua Sarda sta morendo.
Purtroppo, ancora non è del tutto sradicato il concetto, proposto dagli spagnoli prima e riaffermato successivamente, accentuandolo, dai piemontesi, secondo cui per affrancarsi dall’ignoranza bisogna “modernizzarsi” lasciando morire queste “sciocchezze”, eliminando il Sardo e parlando l’italiano, la lingua della cultura e del sapere.
Falso concetto, naturalmente, che è fermamente radicato, purtroppo, anche nella mente di molte persone “colte”, le quali non riescono a capire che è vero esattamente il contrario.
Ovviamente, questo lavoro può essere interessante e proficuo solo se c’è la collaborazione e la partecipazione attiva dei lettori che, se lo vorranno e ne avranno il tempo e il piacere, potranno suggerire, integrando eventuali manchevolezze, criticare costruttivamente il lavoro, svolto da me ricorrendo ai soli ricordi di gioventù, arricchiti dalla fantasia che, ringraziando il buon Dio, non mi ha mai fatto difetto.
La traduzione in Italiano servirà ad aiutare chi ha poca dimestichezza col Sardo e sarà utile a tutti i lettori del sito che sardi non sono.
Buona lettura!
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Ultimo aggiornamento Martedì 26 Novembre 2013 21:04 |
Grazie Tore per questo regalo che ci farai, è bellissimo sentire racconti di un tempo ormai passato,che nella nostra infanzia abbiamo vissuto di persona e che, purtroppo, col tempo si stanno perdendo.
Con piacere rivivrò "il contadu" rispolverando sentimenti ed emozioni che sono sempre nel cuore!
Un caro saluto! Tonino
Caro Carlo, i raccontini avranno cadenza settimanale (giorno più giorno meno) e non mensile. Infatti, dopo santandria mutzalimani, nel mese di dicembre, ci saranno i raccontini che riguardano l'ascolto nelle case, Nostra Segnora Iscorraoes, sa còtzula salida de santa Lughia, missa de puddu e a Gesus in allegria. Per continuare poi a gennaio.
Ciao Tore
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Bene. Ho corretto l'errore, del quale mi scuso con te e con i lettori. Grazie. (c.p.)