Pubblichiamo i toponimi aventi per iniziale la lettera "P" così come li elenca Mauro Maxia nel libro appresso citato. (c.p.)
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Padìma - Denominazione che ricorre varie volte in tutti i comuni di parlata logudorese. In quelli di parlata gallurese il termine è pàtma (=“pianoro, spiazzo sopra un’altura”. La formazione della voce appare simile a quella del toponimo pattàda (vedi).
Padru de jòsso - “Prato comunale di giù, inferiore”. Oggi soltanto la tradizione di Martis ricorda il Padru de subra (vedi) che spiega l’esigenza di istituire un rapporto oppositivo. A Chiaramonti probabilmente il “prato comunale di sopra, superiore” era il pianoro di sa Codina rasa, riportato nelle mappe ottocentesche come Comunale Codina Rasa (vedi).Padùla - Toponimo ricorrente (= “palude, acquitrino”), dal lat. padule.
Pala de chéja - "Pendio della chiesa”. Indica la contiguità oppure un’appartenenza del sito alla chiesa di San Matteo. Vedi Santu Mattéu.
Pala Nigòla (de) - “Pendio di Nicola” nome proprio.
Pala ozàstru (‘e s’) - “Pendio degli olivastri”. Indica la presenza di alberi di olivastro.
Paladìnu (su) - “Il Paladino”. Con questa denominazione vengono indicate altrettante sepolture nuragiche altrimenti dette tumbas de sos gigantes o gigantinos. La voce sarà un prestito dall’italiano medievale sposatosi con la fantasia po polare sarda che vedeva in quelle misteriose sepolture protostoriche collettive delle tombe di eroi. Vedi Tanca de su paladìnu.
Pastoritzale - “Piazzale della capanna o dello stazzo”. La pronuncia locale, contrariamente a quanto riferito dallo Spano alla voce, è pastoritzale.
Pattàda (sa) - “Il piccolo altopiano”. Vedi Nuraghe sa pattàda.
Paùles - “Paludi, acquitrini”. Il sito, reso paludoso dalla sorgente di sa Tedaja (vedi), è stato bonificato alcuni decenni fa. La tradizione popolare riferisce attraverso un motteto (“Sas damas de Paule falan a passizare a su Cunventu nou…”, che in questa località era situato un convento detto Cunvéntu nòu. Di tale costruzione, sconosciuta agli studiosi della chiesa sarda, restavano alcune macerie che vennero asportate con mezzi meccanici circa trenta anni fa. Il pendio della vicina altura di Santu ‘Iglianu (vedi) è detto sas Damas. Un’altra località, posta poco meno di un chilometro più a Nord-Est. è detta sas Segnòras (vedi). Si tratta di due elementi che conferiscono credibilità alla tradizione. Vedi Cunvéntu nòu e Dàmas.
Pazàlzu - (Paddalzu, trascrizione errata) = “pagliaio”.
Peddìu - Idem, cognome.
Pèdra tùliga - Probabilmente “(sito del) masso molle” (latino tules). L’insorgenza dell’aggettivo tùliga sarà avvenuta secondo il tipo dènte> (méndula) déntiga. Probilmente dal significato originario di “gonfiore” si è avuto un traslato verso il valore di “molle”. Confronta Tulèna.
Pèdra Ulvìne - Masso di Ulvinius, Orvinius, nome proprio romano.
Pédru Cànu - “Pietro Canu”, personale. Vedi Funtana pùdida.
Pédru Cràbinu - ”Pietro Crabìnu”, personale. Probabilmente si tratta di un soprannome (crabìnu = “selvatico”) o di una variante del cognome Garbini.
Pèlcia - Denominazione generica in uso presso tutte le comunità anglonesi con valore di “crepaccio, fenditura”. Il logudorese pèrca deriva probabilmente da una base *PRKA di origine indeuropea occidentale avente il valore di “forra”. In Sardegna di questo vocabolo è attestato soltanto tale valore negativo. Un suo valore positivo, attestato in Etruria con il toponimo Pyrgi (= ”torre, fortezza”), avrebbe dovuto essere presente nell’isola applicato a più di un nuraghe se questo edificio avesse avuto effettivamente una funzione militare. In proposito vedi Castèddu e Cràstu. Sulla correlazione di pèrca con il tirrenico *perc- (= torre.
Péntuma - "Dirupo, voragine". La maggiore, forse, delle péntumas dell'Anglona è quella che si trova in località Giagu Casu di Bulzi (vedi). Per il Pittau (confronta "Le lontani origini della città" in rubrica Chi siamo - Nuoro e la sua provincia, Nuoro, n. 51) questo vocabolo è imparentato con l'etrusco pénth(u)na (="pietra sepolcrale") e si ricollegherebbe all'antica usanza dei Sardi di gettare i vecchi dalle rupi (ispentumàre) Qualche vecchio in Anglona ricorda ancora di avere udito dei racconti dai propri progenitori di un'usanza simile praticata un tempo anche in questa regione.
Pertusa (sa) - "(Il sito del masso) forato". La sostantivazione di tale aggettivo presuppone la precedente vitalità di un toponimo come sa (pedra) pertùsa.
Pescùrls - Il vocabolo sembra avere attinenza con il logudorese pèrca forse influenzato dal latino percursus secondo uno sviluppo a cui non pare estraneo il termine logudorese percòssu (= "cammino accidentato, pericoloso"). Il tema perc- probabilmente è un radicale tirrenico (= "torre"), ma in Sardegna ha seguito uno sviluppo semantico analogo a nurra (= “mucchio, voragine”), passando dall’originario significato di “torre” a quello successivo di “crepaccio, fenditura”. La derivazione dal latino *spec(u)la proposta dal Wagner appare certamente più costosa. Confronta Pérruma. Vedi Péntuma.
Pianos (sos) - = “iIterreni pianeggianti”. Il topn. indica una estensione pianeggiante, legger mente gibbosa al centro, compresa fra i torrenti Bados de Lovè e Moron zanos e le località di Baldédu e su Li dòne (vedi). Piànu alidèrros - "Distesa degli alaterni”.
Piànu de chèssas - “Distesa dei lentischi”.
Piànu de cràbas - “Distesa delle capre”. Piànu su marrùju - “Distesa del marrobbio” (Marrubium vulgare) pianta selvatica. Il toponimo è insorto per la presenza nel sito di numerose piante di marrobbio. Vedi Marrùbiu.
Piànu de mùrtas - “Distesa dei mirti”. Indica che in questa località sono presenti molti arbusti di mirto.
Piànu Paulu ‘Udas - “Distesa di Paolo Udas”, personale. Vedi Punta Paulu ‘Udas e Nuraghe Punta Paulu ‘Udas.
Pianu puddérigos - “Piano dei puledri”. Vedi Nuraghe Piànu puledriddérigos. Piddìu - “Sito di Piddlu”. Cognome derivato probabilmente dal nome proprio latino Pellius. Piras (sas) - “(Sito dei) peri”.
Pischìna - Denominazione generica riferita alle pozze o tonfani dei fiumi e dei torrenti (latino piscina = “bacino, vasca”). Talvolta questa denominazione è sostitutiva di padùle, paùli e vale “pantano, acquitrino”. Fino a non molti anni fa (ma tale pratica sopravvive ancora pur se in misura minore) spesso queste “piscine” naturali venivano utilizzate dalle persone del luogo per bagnarsi, in quanto nelle case mancava qualunque servizio idro-sanitario e il mare era troppo lontano. È in tali siti che gran parte dei giovani imparavano a tuffarsi e a nuotare. Pischina làda - “Pozza piatta, allungata”. Gli agg. latini latus e longus non di rado assumevano accezioni sinonime che si sono conservate nella toponimia anglonese. Oltre a questo toponimo, in cui latus assume il valore di “lungo” (poiché è indiscutibile e non avrebbe senso affermare che qualunque pozza è allo stesso tempo anche piatta), vedi Lungòni per il valore di “vasto, largo”. Pisciu ‘accas - “Urina di vacche”. Pur essendo facilmente intuibile, non si conosce l’esatto motivo dell’insorgenza del toponimo. Pontija - “Passerella fluviale”, dal latino pontic(u)la Una pontìja è costituita da una tavola oppure da alcuni tronchi legati fra loro con la funzione di collegare le opposte sponde di un torrente. Se ne può osservare una ancora efficiente nel tratto del Riu 'Anzos la Pischina de pira ‘ula e le rovine di Santu Pédru pulig6su (vedi). Porchilèddos (sos) - “I piccoli porcili”.
Porcu ‘étzu - “Cinghiale vecchio”. Pràmma (sa) - “(Il sito della) palma”. Indica la probabile presenza nel sito di una palma ora scomparsa. Meno probabile pare, per entrambi i toponimi, una derivazione dal cognome latino Palma. Prìas - Probabilmente “le terre) confiscate”. È anche un cognome attestato nel XII secolo. Vedi sa Prìa, Prìatu e Préaddu.
Pùnta arròccu (de s’) - “Punta del recinto”. Nel caso del toponimo chiaramontese il recinto è costituito da una lunga muraglia megalitica a doppio ordine. Essa racchiude una porzione dell’orlo del tavolato che nel versante non murato precipita per circa un centinaio di metri verso il pendio di sa Còsta, in territorio ozierese.
Pùnta buttìttu - “Punta del barattolo di latta”. È possibile che in questo caso il termine buttittu abbia assunto il valore del corrispondente gallurese filètta (toscano veletta), che è una girandola per segna lare la direzione del vento, ottenuta di solito schiacciando un barattolo di latta. Pùnta còa (sa) - “Punta del lembo di terreno”. Pùnta còde (su) - “Punta del masso”.
Pùnta corràles - “Punta dei cortili, dei recinti”. Vedi Nuraghe ghe Corràles. Pùnta mùrtas (de) - “Punta dei mirti” oppure "di Murtas”, cognome. Vedi Piànu de murtas.
Pùnta passìzu - “Punta del valico, passaggio”.
Pùnta Paulu ‘Udas - “Punta di Paolo Udas”, personale.
Pùnta rittìa (de) - “Punta dello strapiombo” (?). Probabilmente si tratta di una formazione derivante dall’aggettivo logudorese rittu, riferita alla particolare natura del sito. Il toponimo indica, infatti, l’estremo li mite orientale del territorio comunale e designa uno spuntone che precipita a parete sulla sottostante piana di Ozieri.
Pùnta turriòne (su) - “Punta del torrione naturale, cumulo di pietre, rocciaio”. Vedi Turrione.
Pùttu (su) - ”Il pozzo”. Con sa Carrèla de su Puttu a Perfugas si indica tuttora l’attuale via Amsicora. Il pozzo in questione sorgeva sotto l’attuale sede del Banco di Sardegna ed era una delle fonti di approvvigionamento idrico del paese. (Anche a Chiaramonti esiste una "via dei Pozzi", oggi via Lamarmora. n.d.r.) Pùttu cònzu - “Pozzo della brocca manicata” o “del vaso di terracotta”. La relazione fra l’oggetto e il sito è piuttosto evidente per ipotizzare al tre origini, pur plausibili, come quel la dal nome proprio latino Contus, Congius.
Cfr. MAURO MAXIA, I nomi di luogo dell'Anglona e della Bassa valle del Coghinas, ed. Il Torchietto, Ozieri 1994, pagg. 317-355.
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