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Tesori riscoperti: inaugurato “su municipiu ‘èzzu” PDF Stampa E-mail
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Giovedì 11 Ottobre 2012 15:12

di Claudio Coda

 

Giovedì 20 settembre u.s., dopo decenni caratterizzati dall’abbandono e solitudine, è ritornato a essere quello per cui era stato progettato e che noi, di indiscussa età, indichiamo: su municipiu ‘èzzu.

Perché, di “palazzo” comunale, ne possediamo un altro: quello nuovo (si fa per dire!) costruito negli anni ’60 dall’amministrazione Gerolamo Casu (1960-70) e piazzato, anzi seduto e accomodato, nel centro della piazza, invadendone l’area senza onore (architettonico) e che, del suo “sloggiamento”, avremmo tratto vantaggio (urbanistico). Non per convinzione demolitrice, ma perché quell’edificio, progettato senza un attento studio urbanistico, che invece meritava avere, rimane un affronto alla superficie in cui è inserito.

È verosimile che l’amministrazione (a guida Gigi Madau 1946-52), al tempo della pianificazione dello sviluppo urbanistico, e che a memoria storica definiamo rione San Giovanni, e insito su terreni della famiglia Grixoni, stabilì che il suolo dovesse rimanere una cavea naturale, tant’è che nelle lottizzazioni previste ne indicavano il perimetro costruttivo, per i fabbricati a venire, con una piazza di ampio respiro, dopo che l’urbano di Chiaramonti era qualificato da càrruzi e piatte limitate.

Difatti, tutte armoniche nell’abitato. Aggiungo che, a riconoscenza dei nostri padri, i canoni urbanistici di allora erano più razionali, e soprattutto sviluppati con zelo e intelligenza.

Ora su Palatu, dopo diversi interventi effettuati dalle ditte Solinas-Auneddu-Mossa-Costin, su progetto dell’ing. Bosincu e la direzione dei lavori dell’arch. Sussarellu, il controllo curato dalla dott.ssa Alma Casula della Soprintendenza (per la parte pittorica degli affreschi realizzati da G. Fabbris nel 1923), torna alla sua semplice e dignitosa architettura.

L’intervento è stato impostato dall’amministrazione di Ezio Schintu (1997/2007) che ne avviava la richiesta di contributo per un importo di 710.000 euro e che, la municipalità di Giancarlo Cossu (2007/2012), ne ha seguito il percorso, fino alla fine dell’intervento conclusivo.

L’intervento sulle opere danneggiate ha richiesto un grado elevato di specializzazione e conoscenza approfondita delle tecniche di lavorazione e del periodo di fabbrica. C’è da augurarsi che siano tutte rispettate, perché diversamente, i primi segnali potrebbero non tardare a farsi notare.

È stata la nuova amministrazione, presieduta da Marco Pischedda, a darne consegna alla cittadinanza, con “taglio del nastro“ e cerimonia d’inaugurazione, animata dalla lettura di poesie in limba, proposte dalle signore Peppa Truddaiu e Maria Sale e vivacizzata dal Coro de Tzaramonte .

Distribuito anche un opuscolo fotografico “Carrelas de peraulas”. Un tassello della storia di Chiaramonti è stato posto, altri ancora da mettere. Siamo sulla buona strada? C’è solo da augurarselo.

Come possiamo (al plurale) utilizzare questo tesoro riscoperto? Una proposta, tra le tante, che all’Amministrazione sarà giunta o approderà. Al piano d’ingresso: sale espositive per estemporanee, in attesa (questo sì!) di avere altri locali a disposizione; al piano nobile (area istituzionale): ufficio del sindaco, vicesindaco, segreteria, ragioneria.

E gli altri? Nel vecchio di via Cervi 1, rione San Giovanni.

 

Le foto sono dell'autore, che ringraziamo. Altre foto nella galleria: cliccare qui.

Ultimo aggiornamento Giovedì 11 Ottobre 2012 18:24
 

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