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Maria Sale: Muros boidos |
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Martedì 27 Settembre 2011 22:00 |
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Muros boidos, cabidale lassadu, in su mudejalzu asprinu. A prammas de chelu[1] pedin bestes de ranzola: manta pro s'istratola[2], mudendel'in appianada. Che cando, in sa niàda, manu lebia sestende, lestra, fit bestires de prata, fattos solu de iscatta, fritta, nida e afianzosa. E belos faghiat de isposa, fronende totta sa 'este a lizos cun fozas de nie. Fattos pro giogu areste, e chena ischire pro chie.
Muros boidos, muros guvaldos, muros in gana de sonos de corra[3], annunzios, dendelis torra: de timorias cun sonu amparadòre.
Muros solos, muros modditza de sole attrighinzidu. Cumpagnu b'est rebuddidu, reu, usciareu in s'adde; como chi sun sizende grinas d'ater'ierrada.
Muros a giogu pasadu, chena lizos nè fozas de rosa. Muros a cara untosa, chena fiocca, e a fogu istudadu. Muros nend'a ranzola beni, coberimi e bola.
Traduzione, a cura dell’autrice
Muri vuoti
Muri vuoti, / guanciale abbandonato, / nel tancato cistoso e aspro. / Alle palme del cielo / chiedon vesti di nevischio: / coperta per il sentiero accidentato, / mutandolo in levigato. / Come quando, nella nevicata, / mano lieve, a misura tagliava, / veloce, vestiti d'argento, / fatti solo di scaglia, / fredda, pura e avvolgente. / E, faceva veli da sposa, / ornando tutta la veste / di gigli con foglie di neve. / Fatti per gioco selvaggio, / e senza sapere per chi. / Muri vuoti, / muri esitanti, / muri che han voglia / di sentire la "corra" / ridandogli nuovi annunci: / paure protette dal suono. / Muri soli, / muri morbidezza / di sole sgualcito. / Compagno, vi è germogliato, / ritto, l'asfodelo a valle; / ora che si avvicinano / sembianze d'altra invernata. / Muri con gioco ormai smesso, / senza gigli né foglie di rosa. / Muri col viso untuoso, / senza neve e col fuoco ormai spento. / Muri dicendo al nevischio, / vieni, ricoprimi e vola. [1] modo di dire per definire il cielo coperto di nubi frastagliate, per similitudine alle foglie della palma [2] tratto di sentiero accidentato, con spuntoni di roccia che formano gradinate naturali [3] grossa conchiglia che si suonava soffiandovi dentro, ed metteva un suono inquietante, ritenuto utile per impaurire e far allontanare volpi e rapaci in genere
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Ultimo aggiornamento Lunedì 10 Ottobre 2011 19:31 |
Il suo sguardo, la sua fierezza, il suo pensiero, le sue poesie, aiutano a superare qualsiasi ostacolo. Questa é la sensazione (emozione) che provo quando ascolto o leggo " Pro S'emigradu".
Complimenti vivissimi a Maria Sale, e agli artefici di questo sito, dottor Carlo Patatu & Vladimiro Patatu, che nel loro piccolo riescono a fare grandi cose.
Salvatore quel de Milan,"assente ingiustificato", inviato speciale Famiglia Patatu vi saluta augurandovi nuove emozioni.
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Cominciavamo già a preoccuparci per la lunga, inusuale e inquietante assenza di "Quel de Milan". Ben tornato! (c.p.)