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La Tribuna: Sas cantones de Nadale |
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Venerdì 17 Dicembre 2010 18:33 |
di Salvatore Patatu Condivido pienamente le riflessioni e le emozioni di Carlo a proposito della novena di Natale. Mi dividono da lui oltre cinque anni, ma i tempi, allora, evolvevano in modo molto più lento. Per cui, gli stessi cantanti e le stesse canzoni restavano in auge per anni (ora vengono bruciate nel giro di qualche mese) e così anche il modo di condurre la novena di Natale. Qualche anno dopo che io avevo finito di fare il chierichetto, iniziarono i cambiamenti, come quello delle luci a intermittenza nella grotta e nelle case dei pastori, che facevano sembrare il presepio un piccolo agglomerato regolato da tanti semafori. Non ricordo, però, suor Reverenda in veste di direttrice di coro e organista. La ricordo vecchia, dal portamento nobile e distaccato da noi bambini dell’asilo. Probabilmente era già andata in pensione. Come organista ricordo don Dettori, prima da vice e poi da parroco. Qualunque giudizio possa essere espresso sulla sua opera spirituale a Chiaramonti, non è qui il luogo per discuterne, ma si può affermare con certezza che suonava benissimo l’armonium e aveva una buona preparazione musicale, oltre che una bella voce. Ricordo come fosse oggi il duetto tra me (già da allora avevo una voce da basso) e Tonino Manghina (voce bianca, cristallina e melodiosa, che, da grande, purtroppo, ha perduto) che il parroco “allenava” con esiti sorprendenti (l’espressione è di un predicatore che venne alla festa di san Matteo e ci sentì cantare). I canti natalizi si mescolavano col profumo umidiccio del muschio appena colto e con quello asprigno dei mandarini sbucciati a sa cua, avuti in dono da qualche donna generosa, insieme a qualche fico secco e poche mandorle, quando si andava nelle case a cercare il fuoco per il turibolo. I canti natalizi erano nove, uno per ogni giornata della novena, tutti composti nel 1927 da due sacerdoti: Agostino Sanna di Ozieri, la musica; e Pietro Casu di Berchidda, i testi; ed erano eseguiti cronologicamente dal primo al nono giorno: Acultzu a Betlemme, Andemus a sa gruta, A sos primos rigores, Cando est nadu Gesus, Duos isposos, Glòria, it’est custa armonia?, In sa Notte profunda, Naschid’est e Notte de Chelu. Questo era il proposito degli autori, ma in pochissimi paesi ciò avveniva. A Chiaramonti, per esempio, ne imparavamo due o tre e canvamo quelli a giorni alternati. I più gettonati erano Notte de Chelu e Duos isposos. Qualche anno fa, in questo stesso sito, accennai al fatto che possiedo gli spartiti e i testi di queste nove canzoni e che ero disponibile a farli pervenire a chi me li richiedeva. Ebbene, ho avuto alcune richieste: la prima da Stefano di Bolzano, che mi ha richiesto Notte de Chelu; la seconda dagli Stati Uniti, Mark Harris, musicista professionista, che mi ha richiesto lo spartito di Duos isposos, per proporlo ad Antonella Ruggiero, che si apprestava (era il 2 agosto 2010) a incidere due dischi di canzoni natalizie. Ai primi di questo mese, Mark Harris mi ha telefonato per dirmi che Antonella Ruggiero (ex voce solista dei Matia Bazar) aveva inciso e pubblicato i due dischi, con la canzone Duos Isposos e che aveva già provveduto ad inviarmene una copia. E aggiunse anche che i dischi, in un’unica confezione, potevano essere comprati in edicola, allegati al settimanale TV Sorrisi e Canzoni. Nel giro di una settimana, le edicole a Sassari hanno esaurito i dischi, proprio per la presenza di questo brano. Non vi nascondo che sentire una canzone sarda, che ha cullato la mia infanzia, collocata in un disco insieme ad altri pezzi mitici, quali White Christmas, Stille Nacht, Adeste Fideles, The Little Dummer e tante altre canzoni, appartenenti alla cultura di tutto il mondo, mi ha riempito di gioia e di orgoglio. Da allora, quasi quotidianamente, mi arriva una mail con una richiesta. Oggi è arrivata quella di G. Carlo Merangoni direttore del coro parrocchiale di Sulbiate (MB), ieri quella di una gentilissima Barbara Gruber, direttrice di un coro di Trieste; l’altro ieri quella del direttore del coro di Biella, prima ancora quella del direttore del coro di Foiano della Chiana (AR) e qualche giorno fa, quella di Marino Ibba, direttore del coro sardo la Sorgente di Sardara. Come dire che le nostre canzoni sono amate molto dai “furisteris” e poco da noi sardi. Ora Mark Harris mi ha richiesto gli spartiti delle altre otto canzoni, in quanto intende arrangiarle e proporle ad Antonella Ruggiero per il prossimo Natale. Speriamo bene! Babai Casu ne sarebbe felice. Ultima annotazione: l’interpretazione della Ruggiero è davvero splendida! |
Auguro a tutti BUON NATALE.
Qui Milano, fa freddo (-4) Salvatore inviato speciale famiglia Patatu