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Inno Sardo |
Scritto da Salvatore quel de MIlan | |||
Domenica 10 Ottobre 2010 19:42 | |||
Buon giorno Maestro, buon giorno Vladimiro
Leggendo questo inno si comprende l'oppressione che il popolo sardo ha subito per tanti secoli. Senza perdere mai la propria dignità di uomini liberi. Essendo un popolo con l'animo libero ha scelto il libero arbitrio. Ha conservato sempre il desiderio di libertà e giustizia sotto le ceneri. Smosse le ceneri, ci saranno sempre dei tizzoni ardenti. Sarà il segnale che il letargo è finito. Nell'anno 1758 c'erano mille comandamenti e qualche tributo da versare ai baroni. Oggi, nell'anno 2010, abbiamo mille comandamenti (leggi) con 10.000 comma1 comma2 comma3... e più di una tassa al giorno. Dieci o dodici famiglie si sono divise l'Italia. Quanta giustizia e libertà gode oggi il popolo? Sono consapevole che il commento è molto stringato. Sono comunque sicuro che chiunque leggerà questo inno farà sempre dei paragoni col tempo, erano altri tempi, allora era così, oggi non e più così, senza considerare com'è la libertà di oggi (è forse troppa?). Nella mia vita ho ricevuto e ho dato quello che ho potuto. Conosco i dieci comandamenti; bastano quelli per vivere? Undicesimo, non chiedere l'elemosina. Col tuo impegno quotidiano avrai di che vivere e gioire della vita. Dodicesimo: quando qualcuno ti parla, ascoltalo guardandolo negli occhi, e quando parli fai altrettanto. Di questi tempi sicuramente si conoscono molte cose, la cultura è più diffusa in generale. La scuola, un tempo, oltre alla cultura insegnava le buone maniere con la verga. Le famiglie erano riconoscenti di questo. Oggi le buone maniere non sono ri Mi ricordo di un maestro (in quinta elementare) usava un metodo di insegnamento che creava entusiasmo negli alunni e le buone maniere senza usare la verga. Faceva sentire importanti gli alunni creando interesse nel sapere. Come tutti i maestri, anche lui aveva degli alunni bravi e degli alunni meno bravi,senza mai esaltare gli alunni bravi e senza mai mortificare gli alunni meno bravi. Ognuno dava quello che aveva. Era veramente una bella classe. Cosa c'entra tutto questo con l'inno sardo? C'entra c'entra. Sono i pensieri che mi ha suscitato leggendo questo inno. Con vera fatica, il senso l’ho capito ma alcune parole non le conosco. Ringraziando per averlo scritto, vi saluto alla vecchia maniera. Con vera ammirazione e stima. Salvatore quel de Milan
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Questo è un commento di "Benito Saba: Innu Sardu Nassionale"