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Antonio Gramsci, classico del XX secolo |
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Scritto da Carlo Patatu |
Lunedì 18 Gennaio 2010 20:05 |
Lo ricordiamo a 119 anni dalla nascita di Paolo Pulina
I suoi concetti (blocco storico; egemonia; ruolo degli intellettuali; società civile e società politica; sovrastruttura; nazional-popolare; cultura subalterna) sono entrati nel lessico della scienza politica del Novecento.
Negli ultimi tre anni, le iniziative editoriali più importanti riferite alla pubblicazione di opere di Gramsci hanno preso le mosse dai decisivi studi filologici di Gianni Francioni, dell'Università di Pavia, sui manoscritti dei "Quaderni del carcere".
Nel 2009 il quotidiano "L'Unione Sarda" ha concretizzato un progetto ideato dalla Fondazione Istituto Storico "Giuseppe Siotto" di Cagliari, accolto dalla Fondazione Istituto Gramsci - titolare di tutti i diritti della pubblicazione degli scritti di Gramsci - e approvato dall'Istituto Treccani: è stata pubblicata, sempre per le cure di Francioni, la riproduzione anastatica di tutte le pagine originali dei "Quaderni del carcere" scritti da Gramsci nelle carceri fasciste tra il febbraio 1929 e la metà del 1935 (sono stati editi, in allegato al giornale, 18 volumi compreso uno di saggi introduttivi).
Dato il successo dell'iniziativa si può dire che si è presa coscienza a livello del grande pubblico dei lavori di analisi filologica e di inquadramento storico-critico attuati presso la pavese "officina gramsciana" (è questo il titolo del primo libro dedicato da Francioni ai "Quaderni" e uscito nel 1984 con saggi risalenti alla seconda metà degli anni Settanta), che hanno permesso di formulare una convincente "ipotesi sulla struttura dei 32 Quaderni" e di pervenire a una sicura datazione della compilazione di ciascuno di essi.
Personalmente, qualche anno fa, ho avuto la possibilità di realizzare una specie di "scoop" sul tema "la ricezione del pensiero e delle opere di Gramsci in Francia" grazie al ritrovamento della testimonianza di un importante scrittore francese del Novecento, Claude Roy, che era sfuggita a tutti i bibliografi. La ripropongo qui come omaggio al grande pensatore sardo nella ricorrenza dei 119 anni dalla nascita.
Scrive dunque Roy nel suo Diario mentre, nell'aprile 1948, si reca in treno a Varese per incontrare Elio Vittorini:
“Si leggono le lettere di Gramsci tra commozione al limite delle lacrime ed esaltazione. [...] Niente ha potuto (se non la morte e la sua vittoria qui pesa dunque poco!) averla vinta su Gramsci. Niente ha potuto averla vinta sulla sua bontà , sulla sua gentilezza d'animo, sulla sua curiosità di spirito, sulla sua volontà , sulla sua potenza di meditazione e di lavoro.
“Malgrado il logoramento causato dalla vita in cella, malgrado le umiliazioni e le angherie subite in migliaia e migliaia di giorni, malgrado la reclusione e la malattia, malgrado l'oppressione dei carcerieri e dei detenuti per reati comuni, Gramsci, durante dodici anni, ha resistito, lavorato, approfondito il suo pensiero, preparato pazientemente i giorni del grande risveglio, conservato lo spirito lucido e il cuore generoso".  |
Ultimo aggiornamento Martedì 20 Aprile 2010 15:00 |