E'sempre bello ricordare il Natale dei tempi passati, il tempo in cui eravamo "poveri". Ogni rito sacro seppur a volte incomprensibile celebrato in latino, era sempre pieno di fascino. Come sempre era una occasione di partecipazione a una celebrazione che univa il divino all'umano. La novena era un crescendo che ci preparava alla Notte santa. Si preparava il presepio, allora non si usava l'albero, si andava a prendere il muschio più bello che unito a pezzi di sughero rendeva il paesaggio più bello e pittoresco. La povertà dei mezzi arricchiva la fantasia e ognuno metteva in atto il proprio talento. Alla fine in tante case veniva ricordata la Nascita di Gesù bambino con questo segno. La notte Santa si andava a "sa missa 'e puddu", (se non ricordo male, il gallo ricordava le giornate che si allungavano ogni giorno del passo di un gallo). Se al paesaggio si univa qualche fiocco di neve, nel silenzio ovatato tutto diventava più magico. Prima e dopo la messa ci si riuniva attorno al camino che per l'occasione si bruciava "sa coighina" più grossa (radice di legna speciale), perchè il fuoco durasse a lungo e scaldasse tutti. Si tiravano fuori i fichi secchi, imbiancati di zucchero naturale, si rendevano ancora più squisiti se venivano farciti con mandorle tostate o noci. Naturalmente non mancava il buon vino che scaldava il corpo e anche il cuore. Tutta questa semplicità ci faceva sentire a nostro agio, e i doni che accompagnavano il Natale erano fatti di cose semplici che trovavamo vicino al presepio o sotto il cuscino: dei mandarini, qualche arancio, fichi secchi, qualche mandorla, le caramelle erano cose rare che non tutti conoscevamo. E anche quando da bambini non ci comportavamo bene, la befana non abbondava col carbone, era più conveniente tenerlo per accendere il fuoco e cucinare. Cosa si può dire del Natale di oggi che siamo "ricchi" di tante cose? Condivido il parere di compare Carlo, abbiamo perso il gusto e la poesia del Natale, la fede è stata sostituita dai beni di consumo, con l'illusione che si possa comprare anche la felicità. Cerchiamo nei Centri Commerciali la gioia effimera, passeggera, riempendo il carrello di tante cose, anche inutili. Ci piace tutto del Natale, le luci, i colori, i doni, seppur cose belle, ma abbiamo sloggiato il Bambino, non pensiamo più al senso della natività. Meno male che nelle chiese si celebra ancora la nascita del Dio che si è fatto tenerezza nella figura di un bambino, che malgrado tutto non si è dimenticato di noi e si manifesta in questo evento straordinario scendendo al nostro livello per portarci al Suo. Per lasciarci un progetto di vita che va oltre il muro della nostra vita dove tutto finisce. Tutto questo fa nascere il desiderio che sia natale tutti i giorni vivendo l'amicizia e la fraternità. Rimango comunque nell'idea, che il tempo migliore non è quello passato, caso mai fare esperienza del passato per vivere meglio il presente e migliorare il futuro. Solo ora ho il tempo nelle mie mani e posso fare la mia parte cominciando da me stesso, da noi. Per vivere meglio e lasciare a chi verrà un mondo migliore. Mi piace concludere queste riflessioni sul Natale con uno scritto di Madre Teresa di Calcuta. "E' Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. E' Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l'altro. E' Natale ogni volta che non accetti principi che relegano gli oppressi ai margini della società. E' Natale ogni volta che speri in quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. E' Natale ogno volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. E' Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri". Grazie dell'ospitalità nel Vostro sito. Con la speranza di non aver stancato chi legge. Colgo l'occasione di augurare a tutti un Buon Natale e un Anno Nuovo pieno di salute e serenità. Con stima e affetto, Salvatore --- Grazie a voi, caro compare. Ricambiamo auguri affettuosi nel ricordo di una bella amicizia che dura ancora. (c.p.)
|