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A Jemappes-Mons, Carlo Patatu ha parlato di bullismo PDF Stampa E-mail
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Domenica 23 Marzo 2008 21:00

La sala della Maison de la convivialité era affollata di sardi, fra i quali tanti chiaramontesi. Erano pure presenti il deputato europeo Giovanna Corda, originaria di Illorai, e il vice console italiano a Mons. Il convegno sulla violenza a scuola, organizzato da Mario Soddu con la collaborazione del circolo culturale Su Nuraghe e del Comites, organismo rappresentativo degli emigrati italiani in Belgio, ha avuto il successo che gli organizzatori si aspettavano. La manifestazione, avviata poco dopo le ore 18 di Giovedì 20 Marzo scorso, si è conclusa intorno alle 22. I lavori sono stati coordinati dal giornalista Jean-Luc Dubrunfaut.

Dopo i saluti del padrone di casa Mario Soddu e del rappresentante della municipalità di Mons, sono intervenuti la psicologa Sabrina Hayoit, il direttore Schoors dell’istituto scolastico Saint Ferdinad di Jemappes, il giudice Delplanque del tribunale minorile di Mons, la criminologa Véronique Roos, il rappresentante della polizia del Boraine Serge Déprez e Carlo Patatu, giudice emerito del Tribunale per i Minorenni di Sassari. Tutti gli oratori hanno preso in esame, sia pure sotto ottiche diverse, le problematiche inerenti ai fenomeni di violenza, sempre più gravi e diffusi. Anche in una comunità tradizionalmente ordinata e rispettosa delle leggi qual è quella belga.

Oltre a un’analisi attenta della genesi di tali fenomeni, i relatori si sono soffermati sui possibili rimedi finalizzati, se non proprio a eliminare radicalmente il fenomeno, almeno ad attenuarlo. I numerosi interventi, anche polemici, da parte del pubblico in sala, hanno rimarcato l’interesse che genitori ed educatori pongono nei confronti del problema oggetto della discussione.

Al termine dei lavori, ha avuto inizio la parte più squisitamente conviviale. Messe da parte le sedie e liberato uno spazio adeguato, è entrato in scena il gruppo locale di ballo sardovoluto dal circolo Su Nuraghe. Una mezza dozzina di coppie di ragazzi, tutti figli di emigrati, si sono esibiti in tre balli caratteristici di alcune aree della Sardegna. Indossando costumi di paesi diversi (Bono, Buddusò, Quartu Sant’Elena, etc.), i danzatori hanno dato prova di grande abilità. “Con questa esibizione in questa circostanza - ha detto Ottavio Soddu, presidente del circolo Su Nuraghe –, vogliamo rendere onore a Carlo Patatu, mio caro amico e compaesano, venuto a trovarci in questa terra”.

A conclusione della bella serata, quello che i francesi chiamano il vin d’honneur. Uno spuntino a base di pane, salsicce, formaggio e, manco a dirlo, di vino. Rosso e generoso. In un clima familiare e festoso a un tempo, abbiamo assistito a scambi affettuosi di saluti, evocazioni di ricordi, raccomandazioni di portare in Sardegna un saluto a questo o a quell’altro parente o amico. La nostalgia era palpabile, la commozione evidente in tanti volti.

Fra i chiaramontesi presenti, ricordiamo (e ci scusiamo per le immancabili omissioni) Mario e Vitalia Soddu, Ottavio Soddu, Giulio Pisanu e signora, Lucio Soddu, Giovannino Satta, Francesco (Ciscu) Fenu, Luisa Brozzu col marito, Cristina Mureddu. Oltre, naturalmente, a giovani chiaramontesi di seconda e terza generazione, due dei quali (Umberto e Mariangela Soddu) fanno parte del balletto come coppia-guida. Altri nostri compaesani, impossibilitati a partecipare per ragioni di salute o altro, hanno fatto pervenire il loro saluto e la loro cordiale adesione all’iniziativa.

Grazie, amici sardi emigrati in Belgio. Grazie per la vostra calorosa accoglienza e per l’ospitalità squisita. Con voi siamo sentiti come a casa nostra. Arrivederci presto!

Clicca qui per vedere le foto dell'evento nella nostra galleria.

Le foto: in alto a sinistra, Mario Soddu; a destra, Carlo Patatu; in basso, il gruppo sardo folk del circolo Su Nuraghe di Jemappes-Mons.
Ultimo aggiornamento Venerdì 22 Maggio 2009 12:27
 
Commenti (1)
"La testimonianza"..... e....." l'incidenza del bullismo in Italia"
1 Martedì 08 Aprile 2008 19:48
Enza
Jonny, era un ragazzo tranquillo di tredici anni, era diventato una specie di gioco umano per alcuni suoi compagni di classe. Questi lo tormentavano, gli rubavano i soldi, lo costringevano ad ingoiare erbacee ed a bere latte misto a detersivo, lo picchiavano nel bagno, gli legavano le stringhe intorno al collo e lo portavano in giro come un cagnolino. Quando i torturatori di Jonny furono interrogati sulle loro prepotenze, affermarono che perseguitavano la loro vittima perchè la cosa, dissero testualmente "era divertente"...(da "bullismo e scuola" di Dan Olweus, Giunti, 1996). Nel nostro Paese manca ancora un sistema di monitoraggio permanente sul bullismo. Solo telefono azzurro ed Eurispes pubblicano annualmente un Rapporto nazionale sulla condizione dell'infanzia e della preadolescenza. Gli ultimi dati sul fenomeno sono allarmanti: circa un terzo del campione rappresentativo dei ragazzi intervistati di età compresa fra i 12 ed i 18 anni riferisce che nella propria scuola si verificano atti di bullismo. Quasi la metà del campione riferisce di aver minacciato o picchiato qualcuno almeno una volta, con una proporzione dei maschi rispetto alle femmine di 3:1.

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