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Benito Saba: Innu Sardu Nassionale |
Scritto da Carlo Patatu |
Lunedì 09 Novembre 2009 14:16 |
Data la particolarità dell'opera, riteniamo di dover fare un'eccezione alla regola che ci siamo dati: dovremmo occuparci soltanto di lingua e letteratura sarda con riferimento ad autori e a manifestazioni locali. Ma la composizione di "unu innu sardu nassionale" seguendo lo spartito musicale del più noto "Cunservet Deus su Re...", ci è parsa intrigante e d'interesse notevole. Oltre che, per certi varsi, di attualità. Ecco perché ci occupiamo di Benito Saba, poeta in limba. Con piacere, naturalmente. Cliccando sul triangolino nero dell'icona qui sotto, è possibile ascoltare la musica dell'inno. {mgmediabot2}path=images/stories/media/sababenito/innusardu.mp3|type=mp3|buffer=8|displayheight=0|autoplay=false|width=250|height=18{/mgmediabot2}
La melodia, sottolinea l'autore, è quella dell'antico 'Hymnu Sardu Nationale', autore l’abate Vittorio Angius, musicato dal maestro Giovanni Gonella nel 1844. Suggerisce ancora Saba di alternare, nell'esecuzione delle strofe, l'andamento "Solenne" con quello "Mosso" (o Allegretto"), secondo lo spartito originale conservato a Cagliari presso la Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "Pierluigi da Palestrina". L'inno che pubblichiamo è stato composto da Benito Saba nel 2008. In più versioni: limba sarda comuna, logudoresu, sassaresu, gadduresu, nugoresu, campidanesu, alguerés e italiano. Noi, per evidenti ragioni di campanile, pubblichiamo quella in logudorese. Che poi è la lingua materna del Saba. Con questa versione, all'autore è stato assegnato nello scorso Settembre il premio speciale "Frantziscu Ignatziu Mannu", nell'ambito del "50. Premiu de Othieri de litteratura sarda". Un riconoscimento prestigioso, dunque. Benito Saba è persona assai nota in Sardegna e non solo. Soprattutto per la sua lunga militanza politica. Che lo ha portato fin da giovane a ricoprire cariche importanti. Ricordiamo che è stato sindaco di Sassari negli anni Settanta del Novecento e consigliere regionale per più legislature. Ma la sua passione vera, coltivata a lungo in segreto, è la poesia. Nato a Cagliari, ha trascorso l’infanzia a Bonnanaro, paese dei suoi genitori. Quindi a Sassari, dove vive tuttora. Pertanto ha una buona padronanza di più varianti della lingua sarda. Per saperne di più sul personaggio e sulla sua produzione poetica, invitiamo i lettori a visitare alcuni siti internet, cliccando sui link che seguono: http://www.radiomarconi.com/marconi/marcia/innu.html http://web.tiscali.it/benitosaba (c.p.) --- Ecco il testo dell'inno nella versione logudorese premiata a Ozieri: Sardigna, Pàtria amada! (Marziale) Sos Sardos siant pro Te, Terra nostra alabada, Sardigna, Pàtria amada, fortza paris pro Te!
(Solenne) 1. Passados sunt sos séculos in mesu a tantas penas, su samben de sas venas ispartu amus pro Te!
(Mosso) 2. Su tempus oe est bénnidu pro su Pòpulu Sardu de artziare s'istendardu: semus totu pro Te!
(Solenne) 3. Lughet torra s'arbéschida de sa Nassione Sarda: mai ánima guvarda siat, Mama, pro Te!
(Mosso) 4. Sa limba nostra ìnnida cherimus faeddare e bia l'intregare a sos fizos pro Te!
(Solenne) 5. E cherimus deféndere sa nostra identidade e paris dignidade in Europa, pro Te!
(Mosso) 6. Cun mente e coro fèrtile dogni trabagliu umanu modernu crescat, sanu, siat bantu pro Te!
(Solenne) 7. Sa Terra nostra dèchida cherimus cun sabiesa in tota sua nidesa amparare pro Te!
(Mosso) 8. E su Mediterràneu, mare de libertade, de paghe e amistade, siat domo pro Te!
(Solenne) 9. De Sardigna su Pòpulu est semper soberanu! Pàtria amada, est beranu: vida longa pro Te!
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Ultimo aggiornamento Giovedì 12 Novembre 2009 20:27 |
Leggendo questo inno si comprende l'oppressione che il popolo sardo ha subito per tanti secoli. Senza perdere mai la propria dignità di uomini liberi. Essendo un popolo con l'animo libero ha scelto il libero arbitrio. Ha conservato sempre il desiderio di libertà e giustizia sotto le ceneri.
Smosse le ceneri, ci saranno sempre dei tizzoni ardenti. Sarà il segnale che il letargo è finito. Nell'anno 1758 c'erano mille comandamenti e qualche tributo da versare ai baroni. Oggi, nell'anno 2010, abbiamo mille comandamenti (leggi) con 10.000 comma1 comma2 comma3... e più di una tassa al giorno.
Dieci o dodici famiglie si sono divise l'Italia. Quanta giustizia e libertà gode oggi il popolo? Sono consapevole che il commento è molto stringato. Sono comunque sicuro che chiunque leggerà questo inno farà sempre dei paragoni col tempo, erano altri tempi, allora era così, oggi non e più così, senza considerare com'è la libertà di oggi (è forse troppa?).
Nella mia vita ho ricevuto e ho dato quello che ho potuto. Conosco i dieci comandamenti; bastano quelli per vivere? Undicesimo, non chiedere l'elemosina. Col tuo impegno quotidiano avrai di che vivere e gioire della vita. Dodicesimo: quando qualcuno ti parla, ascoltalo guardandolo negli occhi, e quando parli fai altrettanto.
Di questi tempi sicuramente si conoscono molte cose, la cultura è più diffusa in generale. La scuola, un tempo, oltre alla cultura insegnava le buone maniere con la verga. Le famiglie erano riconoscenti di questo. Oggi le buone maniere non sono ri
Mi ricordo di un maestro (in quinta elementare) usava un metodo di insegnamento che creava entusiasmo negli alunni e le buone maniere senza usare la verga. Faceva sentire importanti gli alunni creando interesse nel sapere. Come tutti i maestri, anche lui aveva degli alunni bravi e degli alunni meno bravi,senza mai esaltare gli alunni bravi e senza mai mortificare gli alunni meno bravi. Ognuno dava quello che aveva. Era veramente una bella classe.
Cosa c'entra tutto questo con l'inno sardo? C'entra c'entra. Sono i pensieri che mi ha suscitato leggendo questo inno. Con vera fatica, il senso l’ho capito ma alcune parole non le conosco.
Ringraziando per averlo scritto, vi saluto alla vecchia maniera. Con vera ammirazione e stima.
Salvatore quel de Milan